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Quanto costa in media un centro estivo statale (comunale), privato o dell'oratorio quest'anno

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Costi medi di un centro estivo

In Italia, il periodo di pausa estiva scolastica si estende per circa 12 settimane, un arco di tempo notevolmente piů lungo rispetto alle 6-8 settimane comuni in altre nazioni.

Durante il periodo estivo, le famiglie con figli in tenera età si trovano spesso di fronte a sfide logistiche e finanziarie, dovute alla chiusura di scuole e asili nido e alla mancanza di supporto da parte dei nonni. Optare per un centro estivo privato o per un oratorio nel 2024 una soluzione comune, ma implica un notevole esborso economico.

In media, il costo per una settimana di attività a tempo pieno in queste strutture si aggira intorno a 140,50 euro, mentre la tariffa si riduce a 95,80 euro nel caso in cui il servizio sia limitato a mezza giornata. Questi costi riflettono l'investimento necessario per garantire ai bambini un ambiente stimolante e sicuro dove trascorrere l'estate, ma possono rappresentare un'impegnativa voce di spesa per il bilancio familiare.

  • Centro estivo, quanto costa in media
  • L'altro studio sui costi medi di un centro estivo

Centro estivo, quanto costa in media

In Italia, il periodo di pausa estiva scolastica si estende per circa 12 settimane, un arco di tempo notevolmente più lungo rispetto alle 6-8 settimane comuni in nazioni come Germania, Francia o Regno Unito. Questa circostanza pone le famiglie italiane di fronte alla necessità di trovare soluzioni per l'assistenza dei figli per un periodo che va oltre la disponibilità di ferie lavorative dei genitori. Un'analisi effettuata da Adoc e Eures ha quantificato la spesa media per i centri estivi in cinque città italiane - Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari - evidenziando una media di spesa di 1124 euro per otto settimane di servizio per un bambino, cifra che può raddoppiare per due figli.

Nello scenario più comune del 2024, una famiglia tipo iscrive i propri figli a un centro estivo per cinque settimane, affrontando una spesa media di 700 euro per il primo figlio e di 671 euro per ciascun fratello aggiuntivo. La situazione cambia qualora si opti per centri estivi convenzionati grazie a iniziative comunali, che riducono il costo a 782 euro per due bambini per otto settimane, a seguito di una selezione tramite bando.

L'indagine rivela anche disparità di costi basate sulla geolocalizzazione: al Nord, il costo medio per una settimana in un centro estivo privato a tempo pieno è di 159 euro, scendendo a 123 euro al Centro e a 105 euro al Sud.

Milano si distingue come la città con i costi più elevati, con una spesa media settimanale di 207,07 euro per l'orario pieno.

Al contrario, nel Mezzogiorno, nonostante una proposta economica più accessibile, si registra una minor varietà nell'offerta di centri estivi, con Napoli e Bari che presentano costi medi più contenuti rispetto alle città del Nord e del Centro.

L'altro studio sui costi medi di un centro estivo

L'analisi effettuata da Federconsumatori ha rivelato che il costo medio per una settimana in un centro estivo privato nel 2024 per la piena giornata è di 168 euro, mentre si riduce a 96 euro per le attività che si concludono a metà giornata. Per le famiglie che optano per la soluzione del pranzo al sacco, ovvero portando cibo da casa, il costo per bambino si attesta su 74 euro giornalieri.

In confronto, i centri estivi ospitati in strutture pubbliche, tipicamente scolastiche, propongono un costo di 50,00 euro per mezza giornata e di 81 euro per la giornata intera. Le discrepanze di prezzo tra servizi privati e pubblici derivano dalle infrastrutture utilizzate e dalla natura delle attività proposte.

Tradotto in un esborso mensile, le cifre diventano elevate: si parla di 672 euro al mese per un bambino in una struttura privata contro 324 euro per coloro che accedono a servizi pubblici. Data l'elevata spesa, molte famiglie trovano insostenibili tali costi.

In risposta a questa problematica di costo, si sono sviluppate nuove soluzioni collaborative quali le tate condivise. Questo modello prevede che un singolo babysitter si prenda cura di un massimo di quattro bambini, permettendo così di dividere le spese tra più famiglie. Queste iniziative sono facilitate da piattaforme online che consentono ai genitori di trovare tate affidabili e di coordinarsi con altre famiglie interessate a condividere i costi per questo tipo di assistenza.