Con il referendum sulla cittadinanza, l’Italia si prepara a decidere su un tema fondamentale per il suo futuro sociale e culturale.
Il referendum sulla cittadinanza, approvato grazie al superamento del quorum per la raccolta delle firme, è una tappa importante nel dibattito italiano sul tema dell’acquisizione della cittadinanza.
Il raggiungimento delle firme ha aperto la strada alla consultazione popolare che potrebbe introdurre una modifica nella legislazione sulla cittadinanza. In questo contesto, vediamo i passaggi successivi, quando si andrà a votare e il contenuto del quesito referendario:
Secondo le procedure normative italiane, il referendum potrebbe tenersi entro un anno dall'approvazione della Corte Costituzionale, a meno di rinvii o questioni amministrative che potrebbero ritardarne la convocazione. In ogni caso, sarà fissata una data entro il 2025. Questo periodo darà tempo per una campagna informativa adeguata, dove cittadini, istituzioni e partiti politici potranno esprimere le loro opinioni e informare l'elettorato.
Il tema centrale di questo referendum riguarda l’introduzione del ius soli temperato nel sistema di acquisizione della cittadinanza italiana. Oggi in Italia la cittadinanza per i figli di stranieri nati nel Paese può essere richiesta solo dopo 10 anni di residenza legale. La proposta referendaria mira a cambiare questo approccio, facilitando l'accesso alla cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, a condizione che abbiano completato almeno un ciclo scolastico nel Paese.
Il quesito referendario sarà formulato in modo semplice e diretto: Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza.
Questa proposta mira a cambiare il modo in cui si concepisce la cittadinanza, poiché sposterebbe il focus dal solo criterio della discendenza (ius sanguinis) all'integrazione nel tessuto sociale e scolastico italiano.
In genere, i referendum italiani si tengono durante la primavera o l’autunno, due stagioni in cui si registrano le maggiori partecipazioni elettorali. Il giorno esatto sarà deciso dal governo, che fisserà una data tenendo conto di vari fattori, come la disponibilità dei seggi elettorali e altre consultazioni che potrebbero svolgersi nello stesso periodo.
Il voto sarà aperto a tutti i cittadini italiani aventi diritto di voto, e verrà effettuato nelle tradizionali cabine elettorali. Gli italiani residenti all’estero potranno partecipare attraverso il voto per corrispondenza, come previsto dalla legge per i referendum. Gli elettori riceveranno una scheda elettorale con il quesito referendario, a cui si potrà rispondere con un semplice Sì o No, esprimendo così il proprio consenso o dissenso rispetto alla proposta di modifica della legge sulla cittadinanza.
Il referendum è destinato a modificare la legislazione, e rappresenta anche un momento importante nel dibattito politico e sociale in Italia. L'introduzione dello ius soli temperato è stata a lungo oggetto di scontro tra diverse forze politiche: da un lato, chi sostiene che sia una misura necessaria per favorire l’integrazione e riconoscere i diritti dei bambini che crescono in Italia; dall'altro, chi teme che una normativa più permissiva possa incentivare flussi migratori non controllati.
La campagna referendaria sarà quindi accompagnata da intense discussioni, con i partiti e movimenti sociali impegnati a spiegare le loro posizioni e a influenzare l’opinione pubblica. In particolare, saranno al centro del dibattito le questioni legate all'integrazione, alla sicurezza e al ruolo dell'Italia nel contesto dell'immigrazione europea.