Mentre lo scandalo sull'eredità Agnelli infuria, Exor registra risultati finanziari molto positivi, distogliendo l'attenzione dalle controversie legali
Nel contesto del recente scandalo che ha coinvolto la storica famiglia Agnelli, emergono dettagli intricati riguardo alle presunte irregolarità legate all'eredità di Marella Caracciolo. Le accuse di frode fiscale e truffa ai danni dello Stato lanciate dalla Procura riguardano beni ingenti, tra cui gioielli e opere d'arte, che sarebbero stati occultati attraverso complesse operazioni finanziarie internazionali. Parallelamente, la holding Exor della famiglia riporta risultati finanziari straordinari nel primo semestre 2024, creando un'affascinante contrapposizione tra le sfide legali in corso e le performance economiche dell'impresa, catturando l'attenzione mediatica.
Le indagini sulla gestione dell’eredità di Marella Caracciolo hanno portato alla luce accuse gravi nei confronti dei fratelli Elkann. Secondo la Procura, i tre eredi John, Lapo e Ginevra, avrebbero orchestrato una complessa strategia per escludere dal patrimonio ereditario beni preziosi di enorme valore, tra cui gioielli e opere d'arte, attraverso dichiarazioni considerate fittizie. Tra le accuse principali figurano la frode fiscale e la truffa ai danni dello Stato.
Le autorità ritengono che, per evitare la tassazione e per tenere lontano dalla madre Margherita Agnelli parte della successione, i beni siano stati trasferiti in fondi off-shore. Gli occhi degli inquirenti si sono soffermati su documenti e corrispondenze che evidenziano un'accurata pianificazione per garantire il passaggio di questi beni direttamente ai nipoti, evitando le imposte di successione.
Un elemento centrale dell'inchiesta riguarda la residenza presunta di Marella Caracciolo in Svizzera, utilizzata, secondo l'accusa, per aggirare le normative fiscali italiane. L’indagine ha scoperto che, nonostante la dichiarata residenza elvetica, la vedova dell'Avvocato Agnelli trascorreva la maggior parte del tempo in Italia, rendendo così discutibile la sua effettiva domiciliazione all'estero.
Il decreto di sequestro emesso dalle autorità ha messo in luce dettagli impressionanti riguardanti beni di lusso e patrimoni culturali inestimabili. Tra i beni sequestrati appaiono pezzi iconici di rinomati artisti e gioielli preziosi.
Tra le opere pittoriche figurano capolavori di Monet e Warhol, tra cui la celebre "Marylin Monroe" di quest'ultimo, e un dipinto di Bacon. La collezione include anche titoli di rilevazione storica e artistica, di una raffinatezza che riflette non solo un notevole valore monetario, ma anche un'inestimabile importanza culturale. Questi capolavori, valutati complessivamente intorno ai 170 milioni di euro, secondo l'accusa, erano attribuiti ai fratelli Elkann sotto forma di doni, in maniera fittizia.
Anche i gioielli sequestrati non sono da meno. Il decreto descrive con dettagli precisi un paio di orecchini con diamanti del valore di 78 milioni di euro. Questa e altre preziosità, tra cui un set da tabacco risalente al 1765, appartenuto al re di Prussia, rientrano nel lussuoso patrimonio oggetto di sequestro.
La strategia di difesa dei fratelli Elkann si concentra sulla dimostrazione dell'insussistenza delle accuse mosse contro di loro. Gli avvocati, attraverso vari comunicati, ribadiscono la loro volontà di provare l'estraneità alle operazioni illecite loro imputate. Sostengono che i trasferimenti dei beni siano avvenuti in completa trasparenza e con il rispetto delle normative fiscali vigenti, dichiarando il sequestro delle autorità come ingiustificato.
I legali, tra cui nomi noti del panorama legale italiano, contestano l'approccio utilizzato dall'investigazione, sostenendo che certe documentazioni, fuoriuscite nel contesto dell'inchiesta, siano state interpretate e presentate fuori dal contesto giuridico equo. Inoltre, fanno riferimento alla natura delle accuse come frutto di un malinteso sulle pratiche di gestione familiare del patrimonio.
Le possibili conseguenze legali di questa vicenda potrebbero includere processi protratti che esaminerebbero nei dettagli le operazioni finanziarie internazionali condotte dagli Elkann. Se dichiarati colpevoli, i membri della famiglia potrebbero dover affrontare sanzioni significative, non solo finanziarie, ma anche a livello di reputazione, con possibile impatto sulla loro posizione nei vari business internazionali.
Nel primo semestre del 2024, Exor ha registrato risultati finanziari straordinari, contraddistinti da un aumento significativo del suo patrimonio netto e dalla riduzione del debito. La holding di investimento della famiglia Agnelli-Elkann ha visto il suo valore netto degli attivi salire a 38,3 miliardi di euro, con un incremento di 2,9 miliardi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La crescita è stata guidata da una forte generazione di flussi di cassa, derivanti principalmente da dividendi ricevuti dalle società controllate e da cessioni di asset strategici, pari a 1,5 miliardi di euro. Inoltre, l'utile prima delle imposte ha raggiunto la cifra imponente di 14,7 miliardi di euro, di cui 12,1 miliardi sono imputabili a elementi non ricorrenti. Questi risultati riflettono la differenza tra il valore netto contabile degli investimenti consolidati in passato e il loro fair value al 1 gennaio 2024.
Nell'insieme, i risultati di Exor illustrano il ruolo strategico delle sue decisioni di investimento e il forte controllo esercitato nella gestione del capitale, evidenziando una governance finanziaria di alta qualità.