Le trattenute Irpef operate in busta paga sono calcolate sulla base del reddito lordo, senza considerare le spese e gli oneri detraibili sostenuti durante l'anno fiscale.
La questione dello Stato che si può trattenere dei rimborsi fiscali è complessa e richiede un'analisi dettagliata delle disposizioni vigenti. In molti casi, i contribuenti pagano più tasse di quanto dovuto nel corso dell'anno, come accade spesso ai lavoratori dipendenti che subiscono trattenute Irpef dirette dalla busta paga. Approfondiamo in questo articolo:
Il rimborso fiscale ottenuto mediante la dichiarazione annuale dei redditi sono quindi la restituzione della parte di tasse versate in eccesso rispetto a quelle effettivamente dovute, una volta considerati gli oneri detraibili. Se il contribuente ha debiti fiscali, lo Stato può decidere di trattenere il rimborso spettante al fine di saldare il debito. Le disposizioni normative in materia stabiliscono le modalità e le condizioni in cui lo Stato può procedere con tale trattenuta.
In molti Paesi, la perdita del diritto al rimborso delle tasse pagate in eccesso è una conseguenza prevista per coloro che presentano debiti fiscali. La normativa va oltre, consentendo allo Stato di trattenere i fondi del rimborso anche in situazioni in cui il contribuente non adempie agli obblighi di pagamento degli assegni di mantenimento o dei risarcimenti derivanti da procedimenti giudiziari sia penali che civili. La presenza di debiti fiscali comporta la perdita del diritto al rimborso fiscale derivante dalla dichiarazione dei redditi.
In Italia, il meccanismo di recupero dei debiti fiscali tramite il rimborso fiscale è gestito attraverso una procedura chiamata compensazione. Questa pratica consente l'utilizzo del credito fiscale accumulato per compensare altre imposte o contributi dovuti, al fine di ridurre o annullare l'importo complessivo che il contribuente deve versare. In Italia la compensazione non è un'azione coercitiva esercitata direttamente dall'amministrazione fiscale. Al contrario, spetta al contribuente attivare la compensazione autonomamente utilizzando il modello F24, indicando i crediti fiscali da utilizzare per saldare altri debiti fiscali o contributivi.
La legge di Bilancio aveva introdotto una norma volta a recuperare i debiti fiscali utilizzando i crediti accumulati dal contribuente attraverso la dichiarazione dei redditi (Modello 730). L'obiettivo era eliminare l'utilizzo delle cartelle esattoriali, consentendo al Fisco di recuperare automaticamente le somme dovute attraverso i crediti da rimborsare.
In Italia la riscossione dei debiti e il rimborso dei crediti hanno seguito percorsi separati. L'introduzione di questa norma avrebbe creato un punto di incontro tra le due procedure, consentendo al Fisco di recuperare i debiti fiscali attraverso i crediti accumulati dal contribuente. La proposta prevedeva di modificare la norma istituendo la compensazione automatica tra i debiti pendenti e i crediti d'imposta maturati.
Secondo questa disposizione, se il contribuente ha diritto a rimborsi fiscali e presenta debiti fiscali iscritti al ruolo, l'agente della riscossione avrebbe notificato al contribuente una proposta di compensazione tra il credito d'imposta e il debito iscritto a ruolo, sospendendo temporaneamente l'azione di recupero e chiedendo al debitore di comunicare entro sessanta giorni se accettare tale proposta.
La legge di Bilancio non ha portato alcuna modifica alla modalità di riscossione dei debiti fiscali, confermando che in Italia la compensazione coatta non è prevista. I debiti possono essere saldati utilizzando i crediti solo se il contribuente accetta la proposta di compensazione. In caso contrario, il contribuente riceverà il rimborso spettante e l'agente di riscossione dovrà recuperare il debito in altri modi.