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Tredicesime: 2,4 miliardi in più quest'anno. Come verranno spese? E risparmi? I dati 2025 di Confcommercio

di Marcello Tansini pubblicato il
tredicesime più alte nel 2025

Nel 2025 le tredicesime aumenteranno di 2,4 miliardi, secondo Confcommercio. Come come le famiglie italiane impiegheranno queste risorse tra consumi, risparmi, regali e nuove abitudini di spesa.

Il mese di dicembre si conferma per milioni di italiani il momento più atteso dal punto di vista economico, grazie all’arrivo della tredicesima mensilità. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio, il valore complessivo delle tredicesime nette per il 2025 raggiunge i 57,4 miliardi di euro, distribuiti tra circa 20 milioni di lavoratori attivi, sia nel settore pubblico che in quello privato, e oltre 16 milioni di pensionati. La crescita rispetto all’anno precedente è significativa, riflettendo sia l’aumento dell’occupazione che la rivalutazione delle pensioni. Rispetto al 2019, si registra un incremento del 6,9% e del 12,3% rispetto al 2008.

Questa iniezione di liquidità extra coinvolge ogni famiglia, generando effetti rilevanti sui comportamenti di consumo e creando attese positive nei confronti dell’economia nazionale. La distribuzione di queste risorse influenza direttamente il clima delle festività, incidendo, secondo Confcommercio, sulla spesa media familiare nel solo mese di dicembre, che si attesta su 1964 euro, includendo regali, alimentari e altre necessità tipiche del periodo natalizio. Le tredicesime rappresentano quindi molto più di una gratifica annuale: costituiscono un potente motore per sostenere la domanda interna, contribuendo a consolidare i segnali di ripresa rilevati negli ultimi mesi.

L’analisi di Confcommercio non trascura il contesto di maggiore stabilità macroeconomica: inflazione sotto controllo e livelli occupazionali al massimo degli ultimi anni, elementi che inducono fiducia nelle prospettive di consumo. Il presidente Carlo Sangalli sottolinea che "i buoni fondamentali della nostra economia e il risveglio dei consumi autorizzano un cauto ottimismo". Tale ottimismo viene tuttavia accompagnato dalla richiesta di politiche di sostegno alle famiglie, come la detassazione degli aumenti contrattuali, per rafforzare un percorso di crescita già avviato e alimentato proprio dal flusso delle tredicesime.

Come saranno spese le tredicesime: consumi, regali e nuove abitudini di spesa

La distribuzione delle tredicesime di quest’anno sta orientando le scelte di consumo degli italiani su più fronti. Dagli alimentari all’abbigliamento, dai regali alle attività di svago, le preferenze evidenziate dalle famiglie sono il risultato sia di una ritrovata fiducia nella stabilità economica che dell’emergere di nuove priorità. Secondo i dati più recenti, le risorse destinate complessivamente ai consumi per le festività sfiorano i 49,9 miliardi di euro, dopo aver sottratto alle tredicesime le cosiddette "spese obbligate"—come Ici, Imu, Tasi e bollo auto, che riducono il potere di spesa effettivo. Questo dato ingloba anche la quota di lavoratori autonomi che, pur non ricevendo la tredicesima, partecipa attivamente al flusso dei consumi di dicembre.

I regali di Natale rimangono un pilastro della spesa durante il periodo festivo. Secondo la rilevazione condotta insieme a Format Research, l’81,5% degli italiani dichiara di voler fare almeno un regalo, contro il 79,9% dello scorso anno. La spesa media pro capite per i doni sale a 211 euro, segnando il valore più alto dal 2020. La principale novità riguarda la destinazione dei regali, con un aumento della quota dedicata al benessere personale, agli elettrodomestici e alle esperienze (uscite al ristorante, visite a mostre, cinema e teatri). Questo cambiamento riflette una rinnovata attenzione verso la qualità della vita e il tempo libero, settori che, secondo Confcommercio, hanno registrato rispettivamente un +17% e un +4% di crescita rispetto ai primi dieci mesi dell’anno.

Diversificazione delle tipologie di acquisti è uno degli elementi più evidenti nell’analisi delle spese natalizie di quest’anno:

  • Alimentari e prodotti tipici: una quota consistente delle tredicesime è assorbita dall’acquisto di generi alimentari di qualità, vini e dolci tradizionali, che restano protagonisti sulle tavole festive;
  • Abbigliamento e accessori: confermata la predilezione per capi d’abbigliamento e calzature, spesso scelti come regali pratici o come “auto-premi” di fine anno;
  • Benessere e servizi ricreativi: cresce la spesa rivolta ai servizi per la persona ma anche a esperienze, come ingresso a musei, spettacoli teatrali o cene fuori casa, segnale di una socialità ritrovata;
  • Nuovi elettrodomestici: in aumento l’acquisto di piccoli e grandi elettrodomestici (+10,5%), spesso anticipato da offerte promozionali come quelle del Black Friday.
La seguente tabella sintetizza la ripartizione della spesa natalizia nel 2025 (valori in miliardi di euro):
Tipo di spesa Valore stimato
Regali (totale) 10,1
Alimentari, abbigliamento, tempo libero 27,9
Servizi ricreativi, benessere 4,7
Altre spese familiari/obbligate 7,2

La Black Week ha rappresentato una vera "miccia" per anticipare molti degli acquisti, generando un giro d’affari di 5 miliardi (+20% rispetto al 2024) e portando molte famiglie a pianificare i regali con largo anticipo. Le tendenze emergenti confermano anche una minore propensione a rinunciare alle festività: cala la percentuale di chi prevede un Natale "dimesso" mentre cresce quella di chi affronta con piacere queste spese. Il quadro del 2025 racconta di un periodo natalizio che non si esaurisce nella sola tradizione, ma si arricchisce di scelte più consapevoli e sfaccettate, allineate alle nuove sensibilità degli italiani.

Risparmi e tendenze: tra spese obbligate e ottimismo sul futuro

L’altra faccia dell’arrivo delle tredicesime riguarda la scelta tra utilizzo immediato delle risorse e risparmio. Anche nel 2025, diverse famiglie italiane destinano parte del proprio reddito aggiuntivo a fronteggiare spese obbligate, come imposte sulla proprietà e tasse automobilistiche, che si concentrano proprio a dicembre. Dopo aver coperto queste voci, la quota di risorse effettivamente disponibile per il consumo si riduce a 48 miliardi di euro su base nazionale.

Nonostante ciò, il clima appare orientato verso un maggiore ottimismo rispetto al passato. La stabilizzazione dell’inflazione e l’andamento positivo dell’occupazione spingono molti nuclei familiari a concedersi maggiori libertà nelle spese, riservando comunque una parte della tredicesima a forme di risparmio precauzionale. Secondo le rilevazioni Confcommercio, la quota destinata al risparmio rimane stabile, segno che la lezione appresa durante gli anni delle incertezze economiche non è stata dimenticata, ma si fonde oggi con il desiderio di "riappropriarsi" di abitudini sospese.

Le scelte tra spese e risparmio vengono influenzate da:

  • Sicurezza occupazionale: con un mercato del lavoro in salute e tassi di impiego elevati, molti italiani si sentono più tranquilli nel gestire le proprie risorse;
  • Rivalutazione delle pensioni: per i pensionati, l’effetto dell’adeguamento annuale consente margini di manovra leggermente superiori per regalo e consumi;
  • Attese sul futuro: la metà degli intervistati segnala di voler dedicare una quota della tredicesima all’accantonamento, nel timore di possibili spese impreviste;
  • Peso delle spese obbligate: imposte e utenze pesano meno sul bilancio familiare rispetto agli scorsi anni, grazie anche alle politiche di sostegno pubblico.
La tendenza generale sembra quindi quella di una ritrovata propensione al consumo, coniugata con una maggiore attenzione all’equilibrio finanziario. Il clima positivo che si respira durante le festività riflette un mutato atteggiamento sociale: meno rinunce, più attenzione alla qualità e al piacere della spesa, nella consapevolezza maturata che il risparmio resta un pilastro della sicurezza familiare.

Il monitoraggio di Confcommercio lascia presumere che le famiglie italiane possano continuare a rappresentare un motore per la ripresa economica, sostenute non solo dalla spinta delle tredicesime ma anche da una più consapevole gestione delle risorse. Le prospettive future confermano un quadro di fiducia moderata, con ampi margini per rafforzare la domanda interna e sostenere la crescita.