La compravendita online di regali di Natale non desiderati puņ sembrare un modo semplice per liberarsi di oggetti superflui, ma non sempre č priva di conseguenze. Rischi, obblighi e soluzioni per evitare multe
Durante le festività è sempre più comune trovare persone che scelgono di mettere in vendita regali doppi o inutilizzati ricevuti a Natale. Tuttavia, questa pratica, apparentemente innocua, nasconde diversi risvolti legali che possono risultare insidiosi per chi non conosce le normative. La crescente popolarità di piattaforme come Vinted, eBay o Amazon Marketplace ha reso più semplice cedere oggetti non desiderati, ma ha anche attirato l’attenzione delle autorità fiscali e degli enti preposti ai controlli.
Secondo quanto riferito da esperti del settore legale, chi vende regali di Natale online deve fare molta attenzione a non superare i limiti previsti per le attività occasionali: il rischio è quello di essere assimilati a venditori professionali e di incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. “Bisogna evitare di essere considerati venditori abusivi”, come sottolineato dagli avvocati esperti in materia di diritto fiscale. In particolare, il quadro normativo europeo prevede ormai precisi obblighi di trasparenza per tenere traccia delle transazioni e tutelare la legalità delle compravendite online.
Separare una semplice cessione occasionale dalla configurazione di una vera e propria attività commerciale non è sempre intuitivo. La soglia tra chi, in modo sporadico, rivende oggetti personali e chi invece esercita, anche senza partita IVA, un’attività continuativa rilevante ai fini fiscali, viene stabilita da precisi parametri introdotti dalla direttiva DAC7 dell’Unione Europea sulla trasparenza fiscale nel comparto digitale.
La normativa impone un doppio limite: non superare 30 vendite all’anno oppure 2.000 euro di ricavi annuali. Raggiunta una di queste soglie, le principali piattaforme di compravendita online devono obbligatoriamente comunicare i dati degli utenti-venditori all’Agenzia delle Entrate, che procede con eventuali controlli sulle posizioni fiscali.
È importante precisare che non si commette reato vendendo online beni personali usati, salvo che non si configuri una condotta assimilabile a quella del commerciante. L’aspetto rilevante, sottolineato anche dagli esperti, è la frequenza e la sistematicità delle vendite più che l’entità del singolo guadagno. Ad esempio, chi vende quotidianamente oggetti, sponsorizza i propri prodotti sui social network e acquista per rivendere con un margine di guadagno, può essere considerato imprenditore a tutti gli effetti. In tal caso è richiesta l’apertura della partita IVA, la regolare fatturazione e l’assolvimento degli obblighi fiscali.
Le conseguenze per chi ignora questi limiti possono essere molto severe. Secondo la regolamentazione attualmente vigente, chi supera le soglie e omette di dichiarare le entrate rischia:
Per evitare spiacevoli sorprese, è essenziale adottare comportamenti trasparenti e informarsi con cura sulle regole previste dalla legge. Il seguente elenco riassume le principali precauzioni da osservare quando si decide di mettere in vendita un oggetto ricevuto a Natale o comunque inutilizzato: