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Vendere regali di Natale doppi o inutilizzati puņ costare caro. Rischi e sanzioni

di Marianna Quatraro pubblicato il
Vendere regali di Natale doppi

La compravendita online di regali di Natale non desiderati puņ sembrare un modo semplice per liberarsi di oggetti superflui, ma non sempre č priva di conseguenze. Rischi, obblighi e soluzioni per evitare multe

Durante le festività è sempre più comune trovare persone che scelgono di mettere in vendita regali doppi o inutilizzati ricevuti a Natale. Tuttavia, questa pratica, apparentemente innocua, nasconde diversi risvolti legali che possono risultare insidiosi per chi non conosce le normative. La crescente popolarità di piattaforme come Vinted, eBay o Amazon Marketplace ha reso più semplice cedere oggetti non desiderati, ma ha anche attirato l’attenzione delle autorità fiscali e degli enti preposti ai controlli. 
Secondo quanto riferito da esperti del settore legale, chi vende regali di Natale online deve fare molta attenzione a non superare i limiti previsti per le attività occasionali: il rischio è quello di essere assimilati a venditori professionali e di incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. “Bisogna evitare di essere considerati venditori abusivi”, come sottolineato dagli avvocati esperti in materia di diritto fiscale. In particolare, il quadro normativo europeo prevede ormai precisi obblighi di trasparenza per tenere traccia delle transazioni e tutelare la legalità delle compravendite online.

Quando la vendita di regali inutilizzati diventa attività d'impresa: limiti, controlli e sanzioni

Separare una semplice cessione occasionale dalla configurazione di una vera e propria attività commerciale non è sempre intuitivo. La soglia tra chi, in modo sporadico, rivende oggetti personali e chi invece esercita, anche senza partita IVA, un’attività continuativa rilevante ai fini fiscali, viene stabilita da precisi parametri introdotti dalla direttiva DAC7 dell’Unione Europea sulla trasparenza fiscale nel comparto digitale.
La normativa impone un doppio limite: non superare 30 vendite all’anno oppure 2.000 euro di ricavi annuali. Raggiunta una di queste soglie, le principali piattaforme di compravendita online devono obbligatoriamente comunicare i dati degli utenti-venditori all’Agenzia delle Entrate, che procede con eventuali controlli sulle posizioni fiscali. 
 

È importante precisare che non si commette reato vendendo online beni personali usati, salvo che non si configuri una condotta assimilabile a quella del commerciante. L’aspetto rilevante, sottolineato anche dagli esperti, è la frequenza e la sistematicità delle vendite più che l’entità del singolo guadagno. Ad esempio, chi vende quotidianamente oggetti, sponsorizza i propri prodotti sui social network e acquista per rivendere con un margine di guadagno, può essere considerato imprenditore a tutti gli effetti. In tal caso è richiesta l’apertura della partita IVA, la regolare fatturazione e l’assolvimento degli obblighi fiscali.
 

Le conseguenze per chi ignora questi limiti possono essere molto severe. Secondo la regolamentazione attualmente vigente, chi supera le soglie e omette di dichiarare le entrate rischia:

  • Sanzioni amministrative per omessa dichiarazione dei redditi;
  • Applicazione di interessi e more fiscali sulle somme percepite;
  • Nel caso di comportamento fraudolento, eventuale configurazione di reati in materia tributaria.
Un altro aspetto degno di nota è che anche la vendita di oggetti considerati "smarriti" o contenuti in confezioni misteriose deve essere conforme alle regole della piattaforma: è fondamentale che gli articoli siano chiaramente identificabili e riconducibili a una categoria lecita.

Come vendere oggetti online in sicurezza: consigli pratici e regole fiscali da rispettare

Per evitare spiacevoli sorprese, è essenziale adottare comportamenti trasparenti e informarsi con cura sulle regole previste dalla legge. Il seguente elenco riassume le principali precauzioni da osservare quando si decide di mettere in vendita un oggetto ricevuto a Natale o comunque inutilizzato:

  • Limitare la frequenza delle vendite: Se si tratta di cessioni saltuarie di beni personali è improbabile incorrere in problemi, a condizione di restare al di sotto delle soglie indicate.
  • Prestare attenzione all'importo complessivo incassato: Superare i 2.000 euro in 12 mesi, anche con poche operazioni di elevato valore, può attivare controlli automatici.
  • Rendicontare le operazioni: Mantenere una traccia delle vendite effettuate, anche tramite e-mail di conferma o ricevute, può aiutare a ricostruire la situazione in caso di richieste da parte delle autorità fiscali.
  • Non acquistare con lo scopo di rivendere: L’attività di acquisto e rivendita sistematica è considerata d’impresa e richiede l’apertura di una posizione fiscale regolare.
  • Assicurarsi che gli oggetti siano di proprietà personale : Vendere oggetti appena ricevuti in dono non comporta di per sé rischi, purché non si tratti di materiale di provenienza illecita o non facilmente identificabile.
  • Utilizzare piattaforme affidabili e verificare che la descrizione degli oggetti sia conforme alle regole della piattaforma scelta.
Sul fronte fiscale, in caso di superamento delle soglie previste dalla Direttiva UE DAC7, ogni utente deve considerare l’eventualità di dover:
  • Registrare l’attività e aprire una posizione IVA
  • Dichiarare tutti i proventi derivanti dalle vendite
  • Conservare la documentazione relativa alle transazioni effettuate