I buoni fruttiferi postali sono strumenti di risparmio che continuano a mantenere un ruolo rilevante tra le soluzioni di investimento a basso rischio offerte ai cittadini in Italia. Contraddistinti da un funzionamento semplice e accessibile, si possono sottoscrivere investendo anche importi contenuti, a partire da 50 euro. Questa accessibilità li rende particolarmente apprezzati da chi desidera accumulare capitale nel tempo senza esporsi alle oscillazioni tipiche dei mercati finanziari.
Questi strumenti sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e collocati da Poste Italiane; altro aspetto rilevante consiste nella garanzia statale: i risparmi investiti sono assicurati dallo Stato italiano, fattore che incide notevolmente sulla percezione di sicurezza presso i risparmiatori. La durata di questi titoli è predeterminata e può arrivare fino a 20 anni, adattandosi a diversi orizzonti temporali di investimento. Interessante sottolineare che i rendimenti vengono definiti alla sottoscrizione e possono essere fissi, variabili o progressivi in base alla tipologia scelta.
Non sono previsti costi di sottoscrizione, gestione o rimborso, se non quelli legati alla fiscalità vigente. Inoltre, la struttura flessibile permette al portatore di richiedere il rimborso del capitale investito in qualsiasi momento, con particolari condizioni sugli interessi in caso di rimborso anticipato. La semplicità gestionale e la possibilità di aderire sia in formato cartaceo sia dematerializzato contribuiscono ulteriormente alla loro diffusione.
La storia dei buoni fruttiferi postali (BFP) si intreccia profondamente con quella dell'educazione al risparmio delle famiglie italiane. Introdotti nel 1924 ed emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti per conto dello Stato, hanno rappresentato per decenni uno strumento privilegiato di accumulo di capitale, apprezzato da milioni di cittadini di ogni fascia sociale. Negli anni Ottanta e Novanta, la loro popolarità raggiunse il picco grazie a rendimenti considerevolmente elevati. Ancora oggi, nonostante l'offerta finanziaria sia molto più articolata e i tassi medi siano diminuiti, i BFP restano uno degli strumenti preferiti da chi ricerca protezione del capitale, facilità d'accesso e certezza nei guadagni.
L'importanza dei BFP all'interno del panorama del risparmio italiano deriva principalmente dalla loro affidabilità percepita. Centinaia di migliaia di famiglie hanno affidato parte del proprio patrimonio a queste soluzioni, garantite direttamente dallo Stato, come risposta alla volatilità dei mercati e per tutelare i progetti personali e familiari di lungo periodo.
Fra le peculiarità principali dei BFP spiccano la sicurezza e le garanzie offerte dalla Cassa Depositi e Prestiti e dallo Stato italiano, che ne costituiscono il principale argomento a favore. L’investimento non è soggetto alle fluttuazioni di mercato tipiche di titoli azionari o obbligazionari quotati, permettendo così al titolare di conoscere anticipatamente l'esito del proprio piano di risparmio.
L’assenza di costi di emissione, gestione e rimborso rappresenta un vantaggio concreto rispetto a molte altre forme di investimento. L’unica voce di spesa da considerare è quella fiscale: i rendimenti sono soggetti a una tassazione agevolata, attualmente pari al 12,5%. Inoltre, il capitale e gli interessi dei BFP sono esenti dall’imposta di successione garantendo ulteriori benefici ai risparmiatori e agli eredi.
La possibilità di rimborso anticipato in ogni momento, senza perdere il capitale investito e senza costi aggiuntivi, consente una maggiore flessibilità rispetto ad altri tipici prodotti a scadenza. La trasparenza delle condizioni e la chiarezza della documentazione informativa contribuiscono ulteriormente alla reputazione affidabile dei BFP tra i risparmiatori italiani.
La gamma dei BFP si è evoluta, adattandosi alle mutate esigenze degli investitori. Nel 2025 le tipologie più diffuse sono:
Ciascuna tipologia presenta condizioni specifiche di durata, rendimento e modalità di rimborso, consentendo ai risparmiatori di scegliere la soluzione più consona ai propri obiettivi. Gli importi minimi partono da 50 euro, determinando un’accessibilità ampia anche per piccoli investitori.
Sottoscrivere un BFP è un processo semplice e accessibile. L’acquisto può avvenire sia presso gli uffici postali sia online per i titolari di conto BancoPosta o Libretto Smart abilitato, scegliendo tra formato cartaceo e dematerializzato. È richiesto solo un documento di identità, il codice fiscale e, in caso di sottoscrizione elettronica, il collegamento a un prodotto postale abilitato.
La durata varia in base alla tipologia, spaziando da pochi anni fino a ventennale: ordinari 20 anni, Plus 4 anni, minori fino a 18 anni, indicizzati 10 anni, ecc. Il rimborso può essere richiesto in ogni momento, ma spesso gli interessi maturano in misura piena solo alla scadenza.
Per i BFP cartacei, il rimborso avviene in un’unica soluzione all’atto della presentazione. Per quelli dematerializzati, è possibile anche la richiesta di somme parziali (minimo 50 euro e multipli). Le tempistiche di incasso possono variare dai pochi giorni presso la filiale emittente fino a qualche giorno aggiuntivo in caso di presentazione in differenti uffici postali.
Per valutare la redditività di un BFP è necessario considerare capitale investito, durata, tasso e regime fiscale.
Esempio 1: Investimento di 1.000€ in un BFP ordinario (tasso medio annuo dell’1,5%) per 5 anni. Calcolo con capitalizzazione composta:
Valore lordo | 1.000 × (1+0,015)^5 = 1.077,64€ |
Valore netto | 1.077,64 – 12,5% tasse sugli interessi (77,64×0,125=9,71) = 1.067,93€ |
Esempio 2: Investimento di 2.000€ in un BFP 4 anni Plus (tasso annuo 2%) per 4 anni:
Rendimento lordo | 2.000 × 0,02 × 4 = 160€ |
Rendimento netto | 160 – 20 (12,5% su 160) = 140€ |
Esempio 3: Buoni indicizzati all’inflazione, capitale di 1.000€, inflazione media annua 2%, rendimento fisso 0,6%:
I simulatori sul sito di Cassa Depositi e Prestiti e di Poste Italiane sono strumenti efficaci per personalizzare i calcoli rispetto alla tipologia specifica, orizzonte temporale e importo.
L’assenza di costi di emissione e rimborso rappresenta uno degli aspetti più competitivi dei BFP. I risparmiatori non sostengono alcun onere di apertura, gestione o intermediazione. L’unica voce che incide sui rendimenti è la tassazione, fissata al 12,5% sugli interessi maturati
L’imposta di bollo risulta applicata solo se il controvalore complessivo dei BFP detenuti supera i 5.000 euro su base annua. L’aliquota, per importi superiori, è pari allo 0,20% annuo del capitale.
Non sono presenti commissioni per il rimborso, né spese operative in nessuna delle due forme (cartacea/dematerializzata). Occorre considerare che, per importi superiori alla soglia indicata, il bollo viene trattenuto direttamente dalla somma rimborsata.
Le varianti di BFP oggi disponibili rispondono a esigenze molto diverse. Di seguito un’analisi con elementi distintivi, indicazioni pratiche ed esempi di utilizzo:
Ciascuna soluzione possiede regole peculiari per sottoscrizione, rimborso anticipato e calcolo degli interessi: occorre valutare attentamente il foglio informativo disponibile sul sito di Poste Italiane prima della scelta.
I BFP sono oggi disponibili sia nel tradizionale formato cartaceo che in quello dematerializzato (digitale). Di seguito le principali differenze:
Caratteristica | Cartacei | Dematerializzati |
Supporto | Carta con codici identificativi | Registrazione elettronica collegata a Libretto/Conto BancoPosta |
Modalità di rimborso | Intero importo in un'unica soluzione | Totale o parziale (minimo 50€) |
Procedura | Presentazione fisica in ufficio postale | Gestione online o allo sportello |
Rischi | Furto, smarrimento, danneggiamento | Nessuno di natura fisica |
Vantaggi | Adeguato per successioni, conservazione personale | Rapidità operazioni, automatismo rimborsi a scadenza |
Il buono dematerializzato appare preferibile per comodità e sicurezza operativa, riducendo anche gli oneri di conservazione. I prodotti collegati e la struttura di rendimento sono equivalenti.
I BFP possono essere inseriti in diverse strategie di pianificazione finanziaria. Esempi pratici:
Queste soluzioni risultano particolarmente adatte a chi non possiede tempo o competenze per seguire dinamiche finanziarie complesse ma desidera comunque vedere il proprio risparmio crescere nel tempo in modo controllato.
A scadenza, se il BFP è cartaceo, il capitale e gli interessi spettanti vanno riscossi recandosi in posta con il titolo e documenti identificativi. Per i BFP dematerializzati la liquidazione avviene automaticamente tramite accredito su conto corrente o libretto collegati.
Una tematica delicata è quella della prescrizione. Una volta scaduto, il buono cartaceo può essere riscosso entro un termine massimo di dieci anni. Superato questo intervallo, sia il capitale sia gli interessi vengono perduti, come previsto dalla normativa italiana sui "depositi dormienti" e sulle prescrizioni dei titoli di credito. Per i buoni dematerializzati il rimborso, invece, è automatico alla scadenza e la prescrizione non sussiste perché le somme vengono direttamente restituite all'intestatario.
In sintesi:
Tipo di buono | Durata | Prescrizione |
Cartaceo | Fino a 20 anni | 10 anni dopo la scadenza |
Dematerializzato | Fino a 20 anni | Nessuna, rimborso automatico |
In caso di successione, gli eredi devono dimostrare il diritto con documentazione (certificato di morte, dichiarazione di successione) e avviare l’iter presso Poste Italiane. Se il buono è cointestato, la clausola CPFR (Con Pari Facoltà di Rimborso) consente ad ogni intestatario di richiedere autonomamente il rimborso senza consenso degli altri; se assente, occorre la presenza di tutti i beneficiari.
La normativa principale che disciplina i BFP è costituita dal D.M. 19 dicembre 2000 come integrato e modificato negli anni (si veda anche la circolare MEF). Essa impone ad esempio:
Nei casi di buoni perduti o deteriorati, è possibile attivare una procedura di ammortamento presentando la denuncia all’ufficio postale e alla Cassa Depositi e Prestiti, ottenendo così l’eventuale rimborso dopo un periodo di sospensione cautelativa.
Il rimborso anticipato dei buoni fruttiferi postali è sempre possibile, ma incide sulle modalità e sull’entità degli interessi riconosciuti. Nella maggior parte delle tipologie, gli interessi maturano solo dopo un periodo minimo (frequentemente 12 o 18 mesi dalla data di sottoscrizione); il rimborso prima di questa soglia comporta generalmente la restituzione del solo capitale investito, senza maggiorazioni.
Se il rimborso viene richiesto trascorso il periodo minimo, gli interessi sono calcolati in base alle tabelle specifiche di ciascun prodotto e con le regole definite nei fogli informativi. Per titoli «a scalare», il tasso di rendimento aumenta nei vari periodi e il rimborso anticipato restituisce quanto maturato secondo le aliquote previste fino a quel momento. Ne deriva che la scelta di disinvestire anzitempo potrebbe penalizzare il rendimento finale.
L’analisi dei rendimenti dei buoni fruttiferi postali richiede una valutazione attenta dei dati storici e dei tassi aggiornati nei diversi periodi. Durante gli anni Ottanta e Novanta i titoli postali offrivano rendimenti annuali anche superiori al 10%, risultando assai competitivi rispetto ad altre forme di risparmio e investendo un ruolo centrale nella pianificazione finanziaria delle famiglie italiane.
Negli ultimi vent’anni, il trend dei tassi si è modificato seguendo l’andamento generale dei mercati finanziari e della politica monetaria europea. Attualmente, le nuove emissioni offrono rendimenti molto più contenuti; i buoni ordinari recenti prevedono tassi lordi dallo 0,30% all’1,50% annuo, mentre le emissioni dedicate ai minori possono arrivare a rendere fino al 2,50% lordo a scadenza. Determinate tipologie a lunga scadenza o indicizzate all’inflazione offrono invece rendimenti superiori al 3% lordo.
La seguente tabella schematizza l’evoluzione dei tassi nel tempo:
Periodo | Tipo buono | Tasso lordo annuo |
Anni 80-90 | Ordinari | >8-10% |
2010-2015 | Diversi | 1-2% |
2022-2024 | Lungo termine, minori | 1,5-2,5% |
2024 | Lungo termine, inflazione | 2-3,5% |
Il confronto con BTP e conti deposito evidenzia differenze importanti: i buoni offrono un rendimento generalmente inferiore, compensato da minori rischi grazie alla garanzia statale e alla fiscalità agevolata. Chi sceglie un prodotto postale, dunque, punta principalmente sulla certezza della restituzione del capitale e sulla semplicità nella gestione, a fronte di un guadagno limitato rispetto ad alternative finanziarie più volatili.
La scelta del momento del rimborso dipende da più fattori: struttura del buono scelto, necessità finanziarie e andamento dei tassi di mercato. In generale:
La scelta va calibrata in base al profilo di rischio individuale e agli obiettivi temporali. I BFP risultano ideali per chi predilige stabilità e rinuncia al rischio di perdite di capitale.
Nonostante la comunicazione spesso li indichi come strumenti "privi di rischio", i BFP presentano alcune criticità potenziali: