Secondo quanto deciso dal Consiglio di Stato con una recente sentenze, non è sufficiente il silenzio-assenso quando il cambio di destinazione d’uso interessa immobili situati in zone con vincoli ambientali o paesaggistici.
Quando il silenzio-assenso non basta per effettuare i cambi di destinazione d'uso? Il principio del silenzio-assenso per il permesso di effettuare alcuni lavori edilizi rappresenta la possibilità di ottenere un’autorizzazione in modo automatico se l’amministrazione di competenza non risponde entro un certo termine.
Si tratta di un istituto pensato per velocizzare i procedimenti burocratici in campo urbanistico e garantire maggiore certezza ai cittadini.
Si sono però resi necessari interventi autorevoli e di esperti per chiarire la pratica nei casi in cui l’immobile oggetto della richiesta si trova in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico o ambientale.
La destinazione d'uso rappresenta la modalità in cui può essere impiegato l’immobile a seconda delle diverse categorie funzionali che sono, per legge, le seguenti:
Con il cambio della destinazione d’uso si effettua il passaggio da una categoria funzionale all’altra e, di conseguenza, si iscrive una determinata unità immobiliare in una diversa categoria catastale rispetti a quella originaria, con o senza interventi sul costruito.
Procedendovi, dunque, si verifica, di fatto, una variazione urbanistica in una determinata zona, per cui è necessaria la presentazione e la successiva autorizzazione di un permesso di costruire.
In questo contesto, il silenzio-assenso scatta quando l’amministrazione comunale, nel periodo compreso tra la presentazione della pratica e l’inizio dei lavori, non comunica alcun permesso né rifiuto. Tuttavia, non sempre nel cambio di destinazione d’uso è consentito.
A chiarirlo è stato il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 2513 del 2025, che ha spiegato come il cambio di destinazione d'uso di un immobile non può avvenire secondo il principio del silenzio-assenso per interventi edilizi in aree vincolate.
In questo caso, i giudici hanno riconfermato l'importanza e la prevalenza dei vincoli paesaggistici e urbanistici sulle semplificazioni procedurali.
Dunque, per il Consiglio di Stato per il cambio di destinazione d'uso di un immobile il principio del silenzio-assenso non basta quando si tratta di modifiche da attuare un zone dove vi sono vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.
In questi casi, bisogna sempre chiedere il parere favorevole delle autorità competenti e i relativi permessi e titoli edilizi richiesti.
Quando, invece, il cambio di destinazione d'uso avviene all’interno della stessa categoria funzionale, o tra categorie funzionali omogenee (residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale) per le singole unità immobiliari situate in zone A, B e C, allora il silenzio-assenso è sufficiente per procedere.
E’ sufficiente anche nei casi di piccole difformità, secondo quanto stabilito dal Decreto Salva Casa.