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Che cos'è un bond o una obbligazione perpetua corporate o statale e come funziona

Un'obbligazione perpetua è, nella sua definizione più pura, uno strumento di debito che non prevede alcuna scadenza.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Che cos'è un bond o una obbligazione per

Spesso associate a meccanismi finanziari sofisticati e ad ambiti istituzionali, le obbligazioni perpetue stanno guadagnando una crescente attenzione anche tra i risparmiatori privati più informati. Si tratta di titoli di debito che non prevedono una data di scadenza prefissata, e che promettono il pagamento delle cedole in eterno, o almeno fino a quando l'emittente sarà in grado e disposto a farlo. A emetterle possono essere entità statali o corporate, e in entrambi i casi l'elemento è la possibilità di ricevere flussi periodici costanti nel tempo, senza mai attendersi il rimborso del capitale iniziale, salvo clausole particolari previste contrattualmente. Per capire se un bond perpetuo possa o meno trovare posto in un portafoglio bilanciato, occorre però esaminare nel dettaglio come funziona, quali sono i vantaggi potenziali e, soprattutto, i rischi insiti in un titolo di questo tipo. Capiamo quindi:

  • Il meccanismo tecnico delle obbligazioni perpetue

  • Le differenze tra emittenti e la valutazione del rischio

  • Quando conviene investire e a chi sono adatte

Il meccanismo tecnico delle obbligazioni perpetue

Un'obbligazione perpetua è, nella sua definizione più pura, uno strumento di debito che non prevede alcuna scadenza. L'investitore che la acquista non riceve mai indietro il capitale nominale, ma ha diritto a ricevere in modo indefinito il pagamento delle cedole, ovvero l'interesse promesso al momento dell'emissione. Il valore di mercato del titolo, quindi, non dipende tanto dalla prospettiva di un rimborso finale quanto dalla redditività attesa del flusso cedolare nel tempo, rapportata ai tassi di interesse prevalenti nel mercato.

La valutazione di un bond perpetuo avviene attraverso una formula piuttosto semplice: il valore attuale del flusso di cedole perpetue, calcolato dividendo la cedola annuale per il tasso di sconto. Se un'obbligazione perpetua garantisce 5.000 euro l'anno di cedole e il tasso di sconto di mercato è del 5%, il valore teorico sarà di 100.000 euro. Questo valore può oscillare anche in modo marcato, se i tassi di mercato si muovono verso l'alto o verso il basso. È dunque evidente che questi strumenti sono sensibili alle variazioni dei tassi di interesse e che, a differenza di un bond tradizionale, non offrono una data certa in cui si potrà recuperare l'investimento.

Alcune obbligazioni perpetue prevedono clausole di richiamo, che permettono all'emittente di riacquistare il titolo dopo un determinato numero di anni.

Le differenze tra emittenti e la valutazione del rischio

Le obbligazioni perpetue possono essere emesse sia da governi sia da aziende private, e la differenza tra le due tipologie è tutt'altro che trascurabile. Le obbligazioni perpetue statali sono relativamente rare e storicamente,associate a contesti specifici. Il Regno Unito, ad esempio, ha emesso titoli di questo tipo in epoche lontane, soprattutto per finanziare le guerre napoleoniche e la prima guerra mondiale. Alcuni Stati hanno preso in considerazione l'idea di ricorrere a bond perpetui per finanziare la ripresa post-pandemica. In ogni caso, i titoli di Stato perpetui si fondano sull'assunto che uno Stato non fallisca e che l'obbligazione, pur non avendo scadenza, sia un impegno onorato nel lungo termine con una stabilità simile a quella dei titoli ordinari.

Nel caso delle obbligazioni perpetue corporate il rischio è più articolato. Aziende con solidità finanziaria elevata, come multinazionali energetiche, bancarie o assicurative, possono emettere questi strumenti per migliorare la propria struttura patrimoniale, classificandoli come strumenti ibridi tra debito e capitale proprio. In effetti, le agenzie di rating trattano questi bond con una logica diversa, considerando il fatto che il capitale non verrà rimborsato e che, in alcune situazioni, l'emittente può persino sospendere temporaneamente il pagamento delle cedole.

Uno degli elementi da osservare è la cosiddetta clausola step-up, che prevede un aumento del tasso cedolare dopo un certo numero di anni, in caso di mancato richiamo del titolo. Questa dinamica è un incentivo per l'emittente a rimborsare il titolo prima che il costo del debito aumenti. Ma se la situazione finanziaria peggiora, ciò potrebbe non avvenire, esponendo l'investitore a un rischio di illiquidità o svalutazione improvvisa.

Quando conviene investire e a chi sono adatte

Il punto di forza delle obbligazioni perpetue risiede nella stabilità del rendimento nel tempo, a condizione che l'emittente continui a servire il debito. Per un investitore che ricerca reddito regolare, come può essere un pensionato o un fondo pensione, questo tipo di strumento può risultare attraente soprattutto se il premio rispetto alle obbligazioni tradizionali è elevato. In genere i bond perpetui offrono un rendimento più alto proprio per compensare il rischio di durata indefinita. Questa stabilità apparente va bilanciata con almeno tre ordini di rischio: quello di credito, cioè la possibilità che l'emittente entri in difficoltà e smetta di pagare le cedole; quello di tasso, perché l'aumento dei tassi di interesse rende il titolo meno appetibile e ne deprime il valore di mercato; e quello di liquidità, visto che il mercato secondario di questi strumenti è spesso poco profondo.

Un investitore esperto potrebbe valutare l'acquisto di obbligazioni perpetue come parte di una strategia più ampia, magari in combinazione con titoli a breve scadenza o con strumenti a capitale garantito, per bilanciare il rischio complessivo. Non è consigliabile per chi ha orizzonti temporali brevi, per chi ha bisogno di flessibilità o per chi si avvicina alla pensione e non può permettersi l'incertezza.