L'EU Tax Observatory ha pubblicato uno studio che propone l'introduzione di un'imposta patrimoniale minima del 2%.
Il dibattito politico ed economico europeo si concentra sulla tassa patrimoniale sui grandi patrimoni e l'emissione di nuove obbligazioni Ue per i piccoli risparmiatori nell'ambito dell'iniziativa Savings and Investments Union.
Queste misure colmano il divario finanziario necessario per sostenere la transizione digitale e verde, il rafforzamento della competitività industriale e il finanziamento della difesa comune europea. Vediamo dei dettagli:
Se l'aliquota venisse elevata al 3%, il gettito salirebbe a 121 miliardi di euro annui, coprendo quasi la metà delle necessità finanziarie per la sicurezza e la competitività europea. Questi fondi potrebbero essere utilizzati non solo per la difesa, ma anche per investimenti in infrastrutture, transizione ecologica, innovazione tecnologica e coesione sociale.
In Italia, la misura riguarderebbe 71 individui con una ricchezza superiore ai 100 milioni di euro, generando 8,3 miliardi di euro con un'imposta del 2% e 15 miliardi con un'aliquota del 3%. Nel resto d'Europa, i milionari con un patrimonio superiore ai 100 milioni di euro sono 537 e il loro patrimonio complessivo ammonta a 2.410 miliardi di euro.
L'idea di tassare i patrimoni più elevati per finanziare emergenze economiche o sociali non è nuova. Durante la Seconda Guerra Mondiale, sia la Francia che il Regno Unito introdussero tasse straordinarie sui più ricchi per finanziare gli sforzi bellici. Nel Regno Unito, l'aliquota fiscale per i più facoltosi venne portata al 98%, mentre in Francia furono istituite tasse di guerra progressive per sostenere l'economia in un momento di crisi.
Oggi, secondo un sondaggio dell'Eurobarometro, il 67% dei cittadini europei sostiene l'introduzione di una tassa sui grandi patrimoni.
Accanto alla patrimoniale, la Commissione europea ha annunciato il lancio di un nuovo strumento finanziario rivolto ai piccoli risparmiatori: le obbligazioni UE nell'ambito dell'iniziativa Savings and Investments Union.
L'obiettivo è mobilitare i risparmi dei cittadini europei per finanziare settori strategici come innovazione, sostenibilità, digitalizzazione e sicurezza e offrire ai risparmiatori europei un'alternativa di investimento sicura e vantaggiosa, con rendimenti competitivi e garanzia statale.
Le nuove obbligazioni saranno strutturate per essere accessibili anche a chi dispone di piccoli capitali, con un taglio minimo d'investimento ridotto e rendimenti competitivi rispetto ai titoli di Stato nazionali. Saranno disponibili in diverse scadenze, permettendo agli investitori di scegliere tra orizzonti temporali più brevi o a lungo termine.
Questo strumento è stato pensato per canalizzare il risparmio privato verso investimenti in progetti infrastrutturali, ricerca e sviluppo, energie rinnovabili e sicurezza europea.
La Savings and Investments Union si inserisce in un quadro di riforme per creare un mercato finanziario europeo più integrato e competitivo. L'Europa ha storicamente sofferto di una frammentazione nei mercati dei capitali, con forti differenze tra i diversi Stati membri in termini di accesso ai finanziamenti e opportunità di investimento.
La SIU punta a superare queste barriere attraverso regole uniformi per il mercato finanziario europeo; maggiori incentivi per l'investimento in strumenti europei; migliore accesso ai finanziamenti per le pmi e le start-up; ecosistema più stabile e resiliente agli shock economici.