Secondo quanto previsto dalle norme in vigore, la Cassa Integrazione può rappresentare una soluzione alternative per collocarsi a riposo prima rispetto ai normali requisiti richiesti per andare in pensione vera e propria grazie al calcolo dei contributi figurativi che vengono riconosciuti ai fini pensionistici durante la Cig.
Come andare prima in pensione con la Cassa Integrazione? Sono diverse le forme pensionistiche in vigore nel 2024 che permettono di andare prima in pensione, tra quota 103, ape sociale e opzione donna ancora prorogate nel 2024. Ma tra le diverse soluzioni possibili per anticipare il momento dell'uscita, a condizione che ricorrano specifiche condizioni, c'è anche quella della Cassa Integrazione. Vediamo allora nel dettaglio quando si può andare in pensione prima con la Cassa Integrazione.
Le misure a sostegno del reddito per persone che si ritrovano senza occupazione, come la Cassa Integrazione, se ben studiate, possono rappresentare una soluzione per andare in pensione prima. E si tratta di una soluzione possibile grazie ai contributi figurativi validi ai fini pensionistici che vengono riconosciuti durante il periodo della cassa integrazione.
I requisiti per andare in pensione di vecchiaia sono per molti stringenti, dovendo raggiugere 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Le soluzioni per anticipare l’uscita sono quelle di quota 103, per andare in pensione a 62 anni di età e con almeno 41 anni di contributi, o opzione donna, che permette di andare in pensione ancora a 61 anni di età (che possono ridursi in presenza di figli) e con almeno 35 anni di contributi, o con Ape sociale, che permette di andare in pensione a 63 e 5 mesi anni di età e almeno 30 anni di contributi (che salgono a 36 anni per lavoratori usuranti).
Per alcuni lavoratori anche raggiungere i requisiti delle soluzioni per anticipare la pensione, che ad oggi sono misure sperimentali e non strutturali, a volte è difficile. E così, tra le soluzioni possibili per anticipare la pensione c'è anche quella della cassa integrazione, per traghettare alcuni soggetti verso la pensione finale.
Durante i periodi di Cassa Integrazione vengono riconosciuti ai soggetti interessati i contributi figurativi che permettono di arrivare alla maturazione della pensione finale. La Cassa Integrazione viene riconosciuta per un periodo massimo di 13 settimane continuative, prorogabili trimestralmente e fino a un massimo complessivo di 52 settimane in un biennio mobile.
La Cassa Integrazione è, dunque, un periodo in cui i lavoratori smettono di fatto di lavorare, percependo comunque uno stipendio, considerando che al lavoratore temporaneamente sospeso dal lavoro per volontà dell’azienda viene garantito un reddito che equivale ad una percentuale dello stipendio versato dall’Inps, e continuando a ricevere accredito dei contributi, che sono quelli figurativi, validi ai fini della maturazione dei requisiti di pensione ma anche del calcolo della pensione finale, fino al raggiungimento della pensione definitiva.
Per avere diritto ai contributi figurativi per la Cassa integrazione, bisogna aver versato almeno un contributo obbligatorio settimanale prima del periodo di disoccupazione, o avere svolto, per almeno una settimana, un’attività lavorativa soggetta all’assicurazione previdenziale obbligatoria.
I contributi figurativi, infatti, sono contributi che vengono accreditati per periodi durante i quali un lavoratore:
o non ha prestato alcuna attività lavorativa, sia dipendente sia autonoma;
o ha percepito la retribuzione in misura ridotta;
ha percepito un’indennità a carico dell’Inps.
Nel caso specifico della Cassa Integrazione, i contributi figurativi ai fini pensionistici vengono accreditati d’ufficio, così come nei casi di:
In altri casi, invece, per l’accredito dei contributi figurativi è necessario fare apposita domanda all’Inps. I casi specifici per cui bisogna domanda per i contributi figurativi sono quelli che riguardano i periodi di: