Per dare una casa al figlio in usufrutto bisogna recarsi da un notaio e stipulare il rogito e firmare un contratto di usufrutto per dare una casa al figlio di cui i genitori ne restano proprietari, mantenendo la nuda proprietà, mentre al figlio viene riconosciuto il diritto di usare la casa a trarne relativa utilità.
Come dare una casa in usufrutto ad un figlio? E’ il Codice Civile che definisce le regole da seguire per dare una casa in usufrutto ad un figlio, considerando che l’usufrutto rientra tra gli istituti giuridici. Vediamo allora di seguito qual è la procedura prevista nel 2024 per dare una casa in usufrutto ad un figlio.
La prima cosa da sapere quando si decide di dare una casa in usufrutto ad un figlio è che si tratta di un passaggio di proprietà che deve avvenire tramite stipula di apposito contratto.
Si deve, infatti, sottoscrivere il cosiddetto contratto di usufrutto legale della casa che, come stabilito dal Codice Civile, deve:
Pur stipulando un contratto di usufrutto per dare una casa al figlio, i genitori ne restano i veri e propri proprietari, mantenendo la nuda proprietà.
Al figlio viene, invece, riconosciuto il diritto ad usare la casa a trarne relativa utilità.
Per dare una casa in usufrutto ad un figlio la procedura da seguire è molto semplice.
Basta recarsi da un notaio, stipulare il rogito e firmare il contratto di usufrutto.
A questo punto, il diritto di godere dell’immobile passa al figlio ma i genitori ne restano proprietari, mantenendo la nuda proprietà.
Il notaio si occupa poi sia della registrazione dell’atto pubblico, pagando la relativa imposta che è a carico beneficiario della casa, dunque del figlio, e sia della trascrizione dell’atto nei pubblici registri immobiliari.
Un altro passaggio previsto dalla procedura per dare una casa in usufrutto ad un figlio è la voltura catastale, perché, secondo le norme in vigore, deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate ogni variazione della titolarità su un bene immobile.
Anche la voltura catastale deve essere fatta dal notaio o, in alternativa, può essere anche fatta dal diretto interessato, vale a dire dal figlio che ha ricevuto una casa in usufrutto.
Solo una volta conclusi tutti questi adempimenti, la casa diventa del figlio che può godere del bene ma resta di proprietà dei genitori.