Se c'è una questione che da sempre è oggetto di controversie, anche legali, tra datore di lavoro e dipendente è quello del lavoro straordinario. Da una parte esistono infatti limiti ben precisi al ricorso a questo strumento da parte dell'azienda.
Ma dall'altra, come ci ricordano i tanti casi e le tante cause che finiscono davanti a un giudice, molto spesso il lavoratore ha difficoltà a farsi riconoscere la retribuzione maggiore che deriva dalle ore di impiego aggiuntive. Si pone allora il problema su come fare a valere i propri diritti ovvero quanto legittimante maturato.
Perché non basta la parola, ma servono prove e queste ultime devono essere considerate valide e dunque ammissibili dal tribunale.
Se per orario di lavoro si intende qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia a disposizione del datore e nell'esercizio della sua attività o delle sue funzioni, il lavoro straordinario deve essere calcolato a parte e pagato con una maggiorazione in busta paga sulla base del Contratto collettivi nazionale di lavoro di appartenenza. Approfondiamo adesso
Per farsi riconoscere gli straordinari non pagati dal datore di lavoro occorre dimostrarlo ovvero portare in giudizio prove concrete. Si tratta del principio dell'onere della prova che spetta al lavoratore.
Da una parte deve tenere conto delle normative in vigore e delle disposizioni contenute nel Ccnl di riferimento (Trasporti, Agricoltura e Allevamento, Edilizia e legno, Tessili, Chimica, Poligrafici e Spettacolo, Terziario e Servizi, Credito e assicurazioni, Marittimi, Meccanici, Enti e Istituzioni Private, Alimentari, Enti Pubblici) e dall'altra al conteggio delle ore di straordinario effettivamente svolte.
A tal proposito si ricorda come sia possibile svolgere fino a un massimo di 8 ore a settimana di straordinari e il datore può imporre ore aggiuntive solo nel caso di comprovate esigenze aziendali, altrimenti vanno concordate tra le parti. Il lavoratore mantiene comunque la riserva sulla base della reale convenienza a fare gli straordinari.
Prima di procedere in giudizio per il riconoscimento delle ore di straordinario e di vedere quali sono le prove valide, facciamo presente che il lavoratore può legalmente agire entro 5 anni dal termine del contratto di dipendenza.
Come abbiamo anticipato, non tutte le prove sono valide e possono essere ammesse nel corso di un dibattimento o di un confronto con l'ispettore del lavoro. Di certo non rientrano quelle verbali del lavoratore e dunque le promesse di pagamento che avrebbe ricevute.
Sono invece utilizzabili e spesso decisive tutte le tracce scritte, come una mail o un sms sul cellulare. Naturalmente il peso maggiore lo hanno i contratti e gli accordi messi nero su bianco, ma sono tenute in considerazione anche le testimonianze oculari ovvero di terze persone che erano presenti al momento dell'intesa sugli straordinari tra datore di lavoro e dipendente.
Più controverso è invece l'utilizzo di registrazione e fotografie che proverebbero l'accordo, se non altro perché la controparte ovvero il datore di lavoro potrebbe contestarne l'attendibilità e dunque non essere ammessi in giudizio in vista della valutazione finale.
In ogni caso è indispensabile la precisione ovvero la chiara indicazione del periodo degli straordinari, delle ore non pagate, delle mansioni svolte e dell'orario di lavoro.