Nel quadro della Manovra Finanziaria 2026, uno degli interventi più attesi riguarda una significativa riduzione dell’Irpef su alcune componenti salariali variabili. Questa misura, proposta per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e stimolare la ripresa dei consumi, prevede una tassazione agevolata al 10% sugli incrementi salariali legati ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL), nonché sulle retribuzioni percepite per lavoro straordinario, notturno e festivo. L’obiettivo principale è alleviare la pressione fiscale sul lavoro dipendente.
La Mini Irpef al 10%: cosa cambia per i lavoratori con i rinnovi dei CCNL
La cosiddetta "mini Irpef" rappresenta uno degli strumenti chiave inseriti nel pacchetto fiscale della manovra, finalizzato a incoraggiare la tempestività nei rinnovi dei CCNL e a favorire aumenti retributivi effettivi.
L’introduzione di una aliquota ridotta al 10% si applica agli incrementi salariali derivanti da nuovi accordi o rinnovi contrattuali sottoscritti tra il 2026 e il 2028. Tale percentuale va a sostituire l’imposizione ordinaria, che per molti lavoratori si attesta ben oltre il 20%, comportando un incremento diretto del netto in busta paga.
Su questo fronte, i principali effetti attesi sono:
- Stimolo al rinnovo dei contratti collettivi in quanto risulta più conveniente per i lavoratori ricevere aumenti salariali attraverso la contrattazione.
- Maggior disponibilità economica per i redditi medio-bassi, spesso penalizzati dai ritardi nelle trattative nazionali.
- Possibile ricaduta positiva su consumi e risparmio delle famiglie.
Detassazione di straordinari, notturni e festivi: meccanismi e limiti della misura
La detassazione al 10% riguarda anche le voci stipendiali associate allo straordinario, alle ore notturne e alle prestazioni nei giorni festivi. Attualmente, tali componenti retributive sono soggette all’Irpef ordinaria, spesso collocandosi in scaglioni fra il 23% e il 43%. L’applicazione di una più bassa aliquota comporta un aumento del netto per ore lavorate oltre l’orario normale o in condizioni gravose, incentivando la flessibilità senza penalizzare fiscalmente il lavoratore. In particolare:
- La misura prevede la detassazione fino a un tetto massimo di 4.000 euro annui, con la soglia ridotta a seconda della tipologia di lavoro svolto e del livello di reddito.
- Continuano ad essere dovuti i contributi previdenziali nella misura ordinaria, così da non intaccare le prestazioni pensionistiche future.
- Sono inclusi nel perimetro anche i premi di risultato e i cosiddetti fringe benefit, con limiti maggiorati per coloro che hanno figli a carico.
Chi sono i beneficiari della nuova tassazione agevolata: requisiti e destinatari
L’accesso alla detassazione è riservato a specifiche categorie di lavoratori individuate dal Governo:
- Lavoratori dipendenti del settore privato coperti da contratti collettivi nazionali in fase di rinnovo o neo-sottoscritti nel triennio considerato dalla manovra.
- Coloro che percepiscono incrementi salariali derivanti da accordi collettivi, straordinari, attività svolta in orari notturni o nei giorni festivi fino ai limiti fissati dalla legge.
- Lavoratori che beneficiano di premi di risultato e fringe benefit, nei limiti previsti dalla nuova normativa (4.000 euro premi, 2.000-4.000 euro benefit a seconda della presenza di figli a carico).
Restano esclusi autonomi e partite IVA, mentre per dipendenti pubblici e pensionati la misura potrà trovare applicazione su base selettiva, a seconda delle indicazioni che verranno fornite con i prossimi provvedimenti attuativi. Per quanto attiene i requisiti reddituali, è previsto un tetto massimo per l’accesso alle aliquote ridotte, atteso in area 50.000 euro lordi annui, coerente con la logica di rafforzare il potere d’acquisto dei ceti medi.
Impatto sulle buste paga: simulazioni di risparmio con aliquota al 10%
L’introduzione della tassazione agevolata potrà determinare un risparmio diretto per i lavoratori interessati, traducendosi in un netto più elevato senza comportare oneri aggiuntivi per le aziende.
Reddito Annuo Lordo |
Risparmio annuo con Irpef al 10% (aumenti del CCNL) |
20.000 euro |
circa 182 euro sulla quota interessata |
28.000 euro |
fino a 254 euro |
35.000 euro |
circa 611 euro |
50.000 euro |
fino a 873 euro |
Per lo straordinario e le altre voci, il beneficio dipende dalla quota detassata. Un lavoratore che effettua regolarmente straordinari fino al tetto massimo potrebbe ottenere risparmi proporzionali, con vantaggi che aumentano al crescere della quota di stipendio rientrante nel regime di favore.
L’adozione di una tassazione ridotta sugli aumenti retributivi e sulle componenti variabili dello stipendio rappresenta un incentivo al rafforzamento della contrattazione collettiva.
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