Come funziona il periodo di comporto per gli statali secondo CCNL 2022

Alcuni periodi di malattia non concorrono al conteggio del comporto dei dipendenti pubblici. Ad esempio le assenze per malattie determinate come causa diretta da gravidanza.

Autore: Chiara Compagnucci
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Come funziona il periodo di comporto per

Periodo di comporto dipendenti pubblici, come funziona?

L'amministrazione pubblica deve conservare il posto di lavoro del dipendente in malattia. Non lo deve fare all'infinito, ma solo nei limiti di un periodo stabilito dal Ccnl di categoria. In questo lasso di tempo, il dipendente pubblico non può essere allontanato solo per giusta causa o un giustificato motivo oggettivo in seguito a sopravvenuta impossibilità.

Anche nel caso dei dipendenti pubblici vige la regola del divieto di licenziamento nel caso di malattia. Qualunque sia la ragione che lo ha tenuto lontano dal proprio ufficio - sia essa una semplice influenza oppure una patologia più grave - al rientro deve trovare tutto come prima. E allo stesso tempo non deve subire variazioni di stipendio.

Tuttavia, anche per tutelare l'amministrazione pubblica, la tutela dei diritti dello statale non è a tempo indeterminata. In buona sostanza, il periodo di comporto ha un inizio ma anche un termine. Esaminiamo tutti i dettagli:

  • Periodo di comporto dipendenti pubblici, come funziona
  • Periodi di malattia esclusi dal computo del comporto

Periodo di comporto dipendenti pubblici, come funziona

Le norme sul significato del periodo di comporto sono estremamente chiare: l'amministrazione pubblica - ad esempio un Ministero, una Regione, un Comune - deve conservare il posto di lavoro del dipendente in malattia.

Non lo deve fare all'infinito, ma solo nei limiti di un periodo stabilito dal Ccnl di categoria. In questo lasso di tempo, il dipendente pubblico non può essere allontanato solo per giusta causa o un giustificato motivo oggettivo in seguito a sopravvenuta impossibilità.

In base al Contratto collettivo nazionale di lavoro, il periodo di comporto dura al massimo 18 mesi. Tuttavia sono concessi ulteriori 18 mesi di aspettativa non retribuita se il lavoratore non può tornare. Dal punto di vista operativo, l'aspettativa non retribuita deve essere richiesta prima della scadenza dei 18 mesi di malattia.

Due precisazioni sono necessarie. Innanzitutto, trascorsi i 36 mesi, il lavoratore statale assente per malattia è formalmente licenziabile, ma può acconsentire di essere adibito a mansioni inferiori in linea con il suo stato di salute o in categoria diversa e compatibilmente con la disponibilità del posto in pianta organica. Occorre comunque il suo consenso.

In seconda battuta, l'amministrazione pubblica può eseguire gli accertamenti medico-legali per attestare che lo stato di malattia del dipendente non gli consente di riprendere lo svolgimento delle sue mansioni trascorsi i 18 mesi del periodo di comporto e prima dei 18 mesi di aspettativa non retribuita. A tal proposito, il piano della retribuzione prevede:

  • 100% dello stipendio, esclusi i compensi accessori e le indennità di qualunque genere per i primi 10 giorni, nei primi 9 mesi di assenza
  • 90% della retribuzione nei 3 mesi successivi di assenza:
  • 50% della retribuzione nei 6 mesi ulteriori di assenza:
  • nessuna retribuzione per eventuali 18mesi successivi

Per calcolare il periodo di comporto bisogna sommare le assenze causate dalla nuova malattia alle assenze per malattia dei tre anni precedenti. Bisogna quindi porre attenzione alla data di inizio dell'ultimo evento da cui far partire i 3 anni a ritroso. Uno degli aspetti più critici del funzionamento del periodo di comporto riguarda proprio il calcolo delle assenze.

Bisogna infatti considerare anche i giorni festivi o non lavorativi compresi nel periodo di malattia. Per sospendere il decorso del periodo di comporto, il dipendente pubblico può chiedere che un periodo di assenza venga considerato in altra maniera, ad esempio in ferie.

La richiesta può essere rifiutata dall'amministrazione di appartenenza. Non è invece previsto il prolungamento automatico del periodo di comporto per un tempo equivalente ai giorni di ferie non goduti.

Periodi di malattia esclusi dal computo del comporto

In questo contesto normativo, alcuni periodi di malattia non concorrono al conteggio del comporto.

Si tratta delle assenze per malattie determinate come causa diretta da gravidanza o puerperio; per malattie imputabili al datore di lavoro per violazione degli obblighi di sicurezza; per degenza ospedaliera per il prelievo del sangue midollare e quelle successive al ricovero nei casi di donazione di midollo osseo.

E poi per infortunio e malattie professionali; il periodo di convalescenza in caso di tubercolosi per un massimo di 6 mesi dalla data di dimissione; per l’effettuazione di terapie salvavita come ad esempio l'emodialisi, la chemioterapia, il trattamento riabilitativo per i soggetti affetti da Aids.

Alcuni periodi di malattia non concorrono al conteggio del comporto dei dipendenti pubblici. Ad esempio le assenze per malattie determinate come causa diretta da gravidanza.