Il contratto di somministrazione rappresenta una tipologia di rapporto lavorativo che ha sostituito il lavoro interinale, caratterizzandosi per la presenza di tre soggetti distinti: il lavoratore somministrato, l'agenzia per il lavoro che fornisce il lavoratore, e l'impresa utilizzatrice. Questa forma contrattuale offre flessibilità alle aziende pur garantendo tutele al lavoratore, ma è importante comprendere i limiti e le possibilità di estensione attraverso rinnovi e proroghe.
Il contratto di somministrazione 2025, analogamente a un contratto di lavoro subordinato, può essere stipulato sia a tempo determinato che a tempo indeterminato. La formula a tempo indeterminato, tuttavia, è applicabile solo per specifiche tipologie di attività, tra cui:
Il contratto a tempo determinato, invece, ha una durata predefinita di 12 mesi. Al termine di questo periodo, il contratto può essere rinnovato per ulteriori 12 mesi, raggiungendo una durata complessiva di 24 mesi tra lavoratore e agenzia per mansioni di pari livello e categoria.
È importante sottolineare che questo rinnovo è possibile solo in presenza di specifiche condizioni, quali:
A seguito dell'approvazione del Decreto Dignità, il numero massimo di proroghe consentite per il contratto di somministrazione 2025 è pari a 6 per ogni singolo rapporto, nell'arco di 24 mesi. Questo significa che un contratto iniziale può essere prolungato fino a sei volte, sempre rispettando il limite massimo complessivo di durata.
Per alcune categorie di lavoratori, il limite massimo di proroghe è esteso fino a 8. Queste categorie includono:
Il recente rinnovo del CCNL per i lavoratori in somministrazione, firmato il 3 febbraio 2025 tra Assolavoro, Assosomm e i sindacati Nidil-Cgil, Felsa CISL e Uiltemp, ha confermato questa disciplina delle proroghe, mantenendo la possibilità di sei proroghe per ogni contratto di somministrazione, con l'estensione a otto proroghe per le categorie speciali sopra menzionate.
La normativa prevede intervalli temporali obbligatori tra un rinnovo e l'altro del contratto di somministrazione 2025. Questi periodi di pausa, noti anche come "stop and go", variano in base alla durata del contratto precedente:
Il mancato rispetto di questi intervalli temporali espone il datore di lavoro al rischio di sanzioni, che possono risultare particolarmente onerose a seconda delle circostanze. La finalità di queste pause è evitare l'utilizzo improprio di contratti consecutivi per mascherare rapporti di lavoro che dovrebbero essere a tempo indeterminato.
Il Collegato Lavoro 2025 (Legge n. 203/2024) ha introdotto significative modifiche alla disciplina della somministrazione di lavoro, con l'obiettivo di aumentare la flessibilità del mercato del lavoro mantenendo un equilibrio tra le esigenze delle aziende e le tutele dei lavoratori.
Una delle novità più rilevanti riguarda la soppressione del regime transitorio che consentiva, fino al 30 giugno 2025, di superare il limite di 24 mesi per le missioni a termine di lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dall'agenzia di somministrazione. Come chiarito dalla circolare n. 6/2025 del Ministero del Lavoro, lo sforamento del limite temporale di 24 mesi comporta ora la costituzione in capo all'utilizzatore di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il lavoratore somministrato.
Inoltre, sono state ampliate le ipotesi di esenzione dai limiti quantitativi per i lavoratori somministrati a tempo determinato, includendo:
Il mancato rispetto delle regole sui rinnovi e proroghe del contratto di somministrazione 2025 può comportare gravi conseguenze per i datori di lavoro. In particolare, il superamento del limite dei 24 mesi o del numero massimo di proroghe consentite può determinare la trasformazione del rapporto di lavoro in contratto a tempo indeterminato presso l'utilizzatore.
Inoltre, il mancato rispetto degli intervalli temporali tra un contratto e l'altro espone il datore di lavoro a sanzioni amministrative e alla possibile riqualificazione del rapporto di lavoro.
È quindi essenziale per le aziende e le agenzie di somministrazione monitorare attentamente rispettando gli intervalli temporali previsti dalla normativa per evitare conseguenze negative sul piano legale ed economico.