Il contratto di somministrazione è una particolare tipologia di rapporto lavorativo che ha sostituito il lavoro interinale e presenta caratteristiche specifiche rispetto ad altre forme contrattuali. Coinvolge tre soggetti: l'agenzia di somministrazione (somministratore), l'impresa utilizzatrice e il lavoratore. In questo articolo analizzeremo in dettaglio vantaggi e svantaggi per chi opera con questa formula contrattuale.
Il contratto di somministrazione è un accordo attraverso cui un'agenzia autorizzata dal Ministero del Lavoro (somministratore) mette a disposizione di un'impresa (utilizzatrice) uno o più lavoratori per lo svolgimento di determinate attività per un periodo stabilito. Il lavoratore (somministrato) viene assunto e retribuito dall'agenzia, ma svolge la propria attività sotto la direzione e il controllo dell'impresa utilizzatrice.
Questa forma contrattuale è regolata dal Decreto Legislativo 81/2015 (Jobs Act) e rappresenta un'evoluzione del precedente lavoro interinale, offrendo maggiore flessibilità alle aziende e tutele specifiche ai lavoratori. La peculiarità di questo rapporto risiede nel fatto che il lavoratore, pur essendo dipendente dell'agenzia, presta la propria opera presso l'azienda utilizzatrice, creando così un meccanismo triangolare di relazioni lavorative.
Esistono due principali tipologie di contratto di somministrazione, ciascuna con caratteristiche e regole specifiche:
È la formula più diffusa e viene utilizzata principalmente per rispondere a esigenze temporanee delle aziende. Il contratto può essere prorogato fino a un massimo di 24 mesi, con alcune limitazioni introdotte dalla recente normativa. La somministrazione a tempo determinato viene solitamente impiegata per:
Con il Collegato Lavoro 2025, sono state introdotte importanti novità riguardo ai limiti quantitativi: il numero dei lavoratori in somministrazione a tempo determinato non può superare il 30% dei lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l'utilizzatore. Tuttavia, sono previste numerose esenzioni da tale limite, specialmente per lavoratori in condizioni di svantaggio.
In questa forma contrattuale, il lavoratore viene assunto a tempo indeterminato dall'agenzia e può essere inviato in missione presso diverse aziende utilizzatrici. Durante i periodi di non lavoro, il lavoratore riceve un'indennità di disponibilità.
La somministrazione a tempo indeterminato è soggetta al limite del 20% dei dipendenti a tempo indeterminato dell'utilizzatore, ma può essere utilizzata per numerose attività, tra cui:
Questa formula offre maggiore stabilità al lavoratore, garantendo continuità occupazionale anche nei periodi tra una missione e l'altra.
Il contratto di somministrazione presenta una serie di vantaggi e svantaggi che i lavoratori devono considerare attentamente prima di accettare questa tipologia di impiego.
Nel 2025, grazie al rinnovo del CCNL delle agenzie di somministrazione, sono stati potenziati ulteriormente i servizi di welfare sanitario e le tutele per categorie specifiche come le lavoratrici in maternità, con un'indennità una tantum e integrazioni salariali in caso di maternità anticipata o obbligatoria.
È importante sottolineare che la somministrazione, pur garantendo gli stessi diritti economici dei lavoratori diretti, non offre le stesse certezze di un contratto di lavoro subordinato tradizionale, soprattutto in termini di stabilità e continuità del rapporto lavorativo.
Il 2025 ha introdotto significative modifiche alla disciplina della somministrazione di lavoro, principalmente attraverso il Collegato Lavoro (Legge n. 203/2024) entrato in vigore il 12 gennaio 2025. Queste novità impattano sia sulle aziende utilizzatrici che sui lavoratori.
Una delle modifiche più rilevanti riguarda la durata massima delle missioni in somministrazione a tempo determinato, ora fissata a 24 mesi. Superato questo termine, il contratto deve trasformarsi in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con l'azienda utilizzatrice, senza possibilità di prolungamento.
È stata inoltre soppressa la disciplina transitoria che consentiva fino al 30 giugno 2025 di superare il limite di 24 mesi per le missioni a termine di lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dall'agenzia.
Il Collegato Lavoro 2025 ha esteso le categorie di lavoratori esenti dal limite del 30% per la somministrazione a tempo determinato, includendo:
È stata anche ampliata la nozione di stagionalità, includendo le attività organizzate per far fronte a intensificazioni dell'attività lavorativa in determinati periodi dell'anno e a esigenze tecnico-produttive collegate ai cicli stagionali.
Per i lavoratori disoccupati che percepiscono da almeno sei mesi trattamenti di disoccupazione o ammortizzatori sociali e per i lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati, non si applicano le condizioni riguardanti la causale per i contratti a tempo determinato superiori a 12 mesi.
Questa modifica mira a facilitare l'inserimento lavorativo di categorie con maggiori difficoltà di accesso al mercato del lavoro, rendendo più agevole l'utilizzo della somministrazione come strumento di politica attiva.
Nel febbraio 2025, Assolavoro e Assosomm hanno firmato con i sindacati il rinnovo del CCNL per i lavoratori in somministrazione, introducendo miglioramenti significativi:
Queste novità migliorano complessivamente la condizione dei circa 500.000 lavoratori del settore, rafforzando le tutele soprattutto per quelli con contratto a tempo indeterminato.