Il confronto tra il fondo pensione e il riscatto laurea agevolata tiene conto di alcuni parametri: deduzione dalle tasse, fiscalità in uscita, rendimenti, finanziamenti. La convenienza va valutata sulla base del peso assegnato a questi aspetti.
Alla ricerca di una migliore condizione futura, dettata dalle prospettive poco allettanti del sistema previdenziale italiana, il fondo pensione e il riscatto della laurea agevolata rappresentano due opzioni da considerare per chi ha tra i 40 e i 50 anni. Nel primo caso viene accontonata una somma da riscattare - per ottenere il massimo rendimento - al momento in cui il sottoscrittore matura i requisiti per andare in pensione.
Nel secondo caso si paga un importo variabile in base al numero di anni del corso di laurea, ma anche all'età del lavoratore. Il beneficio ricevuto si avrà al momento della pensione in quanto l'assegno previdenziale sarà più elevato. Non è però previsto alcun abbassamento dell'età in cui ritarsi a vita privata. Vediamo quindi:
Il riscatto della laurea agevolato consente quindi di guadagnare anni di contributi previdenziali con un aumento dell'importo dell'assegno. Anche il fondo pensione guarda in avanti e punta alla costruzione di un futuro previdenziale.
Il confronto tra il fondo pensione e il riscatto laurea agevolato tiene conto di alcuni parametri: deduzione dalle tasse, fiscalità in uscita, rendimenti, finanziamenti.
Un utile e completo raffronto arriva dal Sole 24 Ore che ricorda come sul fronte tassazione, con il riscatto della laurea sia ammessa la completa deducibilità senza limite mentre nel caso di un fondo pensione, il tetto di tassazione è pari a 5.164 euro all'anno. Sul versante fiscalità in uscita, nel primo caso la tassazione ordinaria varia tra il 23 e il 43% con addizioni regionali e comunali che fanno aumentare la quota fino al 4% in più.
Differente è invece il caso dell'investimento in previdenza complementare: tassazione sostitutiva senza addizionali con aliquote dal 15 al 9%, sconto dello 0,3% per ogni anno di iscrizione alla previdenza complementare successivo ai primi 15 ma fino al 6%. L'attenzione è naturalmente anche sui rendimenti. Con il riscatto della laurea è prevista la capitalizzazione dei contributi legata all'andamento medio quinquennale del Pil italiano.
Tanto per avere una idea di cosa sta accadendo, lo scorso anno è stato pari all'1,8%. Con il fondo pensione si applicano gli andamenti finanziari di rendimento con maggiore possibilità di scelta dell'assicurato che seleziona il comporta. Senza dimenticare la vigilanza della Covip - la Commissione di vigilanza sui fondi pensione - e i risultati performanti in molti fondi.
Un altro aspetto da considerare nella valutazione dei pro e dei contro e dunque della convenienza delle due soluzioni del fondo pensione o del riscatto laurea agevolata riguarda i tempi di disponibilità della somma. Con il riscatto della laurea non si prevede mai la restituzione o lo smobilizzo dei contributi all'Inps.
Sono comunque previste prestazioni specifiche in caso di inabilità o di porte. Con la previdenza complementare, oltre a rendita e capitale, erogati al raggiungimento dei requisiti pensionistici di primi pilastro, la Rita - Rendita integrativa temporanea anticipata - garantisce un sostegno nel caso di disoccupazione a un massimo di 10 anni a distanza della pensione di vecchiaia.
Sono quindi previste specifiche causali di anticipazione analoghe alle anticipazione del Tfr - Trattamento di fine rapporto - e riscatti parziali e totali del montante accantonato. Infine, per quanto riguarda il finanziamento da parte del datore di lavoro, è possibile solo nel caso di fondi di previdenza complementare per il riscatto della laurea o con premi di risultato detassabili fino alla fine del 2021 per la pace contributiva in vigore. Nel caso di lavoratori subordinati, la scelta di contribuzione a un fondo contrattuale obbliga il datore di lavoro a versare una quota di contribuzione supplementare rispetto alla retribuzione prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro.