L’Ape Sociale rappresenta nel 2025 una delle possibilità dell’ordinamento previdenziale italiano per accedere alla pensione anticipata a 63 anni e 5 mesi invece dei 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia ordinaria. Questa soluzione è destinata esclusivamente a categorie di lavoratori ben definite e, per comprenderne davvero l’utilità, è fondamentale analizzare attentamente non solo requisiti e regole, ma anche vantaggi e possibili svantaggi.
L’Ape Sociale, acronimo di Anticipo Pensionistico Sociale, è uno strumento confermato fino al 31 dicembre 2028, come previsto dalla Legge di Bilancio 2025. Può essere richiesta da lavoratori che abbiano almeno 63 anni e 5 mesi di età e una determinata anzianità contributiva, variabile in base alla categoria:
Per le donne, il requisito contributivo scende di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni.
L’accesso all’Ape Sociale avviene tramite una doppia procedura:
L’indennità è liquidata per 12 mensilità l’anno con un importo pari all’importo della pensione calcolata al momento della domanda, fino a un massimo di 1.500 euro lordi mensili e senza tredicesima, maggiorazioni sociali o assegni familiari. La prestazione non prevede contribuzione figurativa aggiuntiva, né reversibilità ai superstiti.
Un aspetto importante del 2025 riguarda l’incumulabilità: l’Ape Sociale non può sommarsi a redditi da lavoro dipendente o autonomo, fatta eccezione per il lavoro autonomo occasionale entro il limite di 5.000 euro lordi annui.
L’Ape Sociale può rappresentare una scelta conveniente soprattutto per chi, trovandosi senza impiego e avendo esaurito i sostegni di disoccupazione, non potrebbe accedere immediatamente alla pensione di vecchiaia. Permette infatti di uscire dal lavoro fino a quasi quattro anni prima rispetto all’età ordinaria, offrendo continuità di reddito.
Alcuni esempi pratici:
Tuttavia, la misura presenta anche limiti che vanno valutati con attenzione:
Nei casi in cui si preveda di ottenere al compimento dei 67 anni una pensione inferiore ai 1.500 euro mensili, l’Ape Sociale può addirittura offrire una mensilità transitoria più elevata. Ma chi ha maturato una pensione futura di importo superiore, durante il periodo ponte dovrà accontentarsi comunque del tetto.
La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato la misura dell’Ape Sociale senza modificare i parametri di base (requisiti anagrafici e contributivi invariati rispetto al 2024), fissando però formalmente la scadenza al 2028. Resta quindi un’opzione temporanea, il cui futuro dipende dalle decisioni politiche annuali. Per il 2025 è confermata anche la piena incumulabilità, un aspetto che interessa molti lavoratori con piccoli incarichi aggiuntivi.
Sul fronte delle donne con figli e per alcune categorie di lavoratori edili, la normativa prevede requisiti agevolati (fino a due anni in meno di contributi).
L’applicazione puntuale e annuale dell’Ape Sociale rende difficile pianificare strategie previdenziali a lungo termine. Gli aspiranti pensionati dovrebbero tenere monitorati i cambiamenti normativi annuali e valutare la compatibilità della misura con la propria storia contributiva e personale.
L’Ape Sociale comporta una serie di penalizzazioni e limitazioni, specialmente per chi avrebbe maturato una pensione superiore a quella che viene erogata come Ape. Il mancato accredito di contributi figurativi e la non rivalutazione dell’assegno impattano sulla futura pensione di vecchiaia, che potrà risultare più bassa.
Inoltre, questo “assegno ponte” non è reversibile: in caso di decesso il trattamento decade e non passa agli eredi. Gli interessati dovrebbero valutare con attenzione la sostenibilità della misura rispetto alle esigenze personali e familiari.
Per conoscere più nel dettaglio le conseguenze dell’anticipo, tra cui quanto può essere perso in termini di importo e le altre possibili penalizzazioni, si consiglia di consultare anche le informazioni a riguardo su Tutte le penalizzazioni per chi va prima in pensione e su Quanto sarà importo pensione (e si perde) se si decide di andare in pensione anticipata.
Di contro, per chi è in situazione di difficoltà economica o di salute, l’Ape Sociale può costituire una soluzione temporanea preziosa, soprattutto in assenza di altre fonti di reddito fino al raggiungimento dei 67 anni richiesti per la vecchiaia.