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Cosa devo fare se ho dimenticato di emettere fattura e sono una partita iva ordinaria o forfettaria

Cosa fare quando si ha una Partita Iva e ci si dimentica di emettere fattura, le conseguenze e le soluzioni

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Cosa devo fare se ho dimenticato di emet

Gestire correttamente la fatturazione rappresenta una delle responsabilità principali per chi esercita attività professionale o imprenditoriale in Italia con partita Iva, sia in regime ordinario, sia forfettario e dimenticarsi di emettere fattura può avere diverse conseguenze in termini fiscali.

Quando e come deve essere emessa la fattura elettronica: termini e regole per partite IVA ordinarie e forfettarie

La normativa stabilisce l’obbligo di emissione delle fatture elettroniche e precise scadenze da rispettare:

  • Fattura immediata: va trasmessa entro 12 giorni dalla data di effettuazione dell’operazione (cessione di beni o prestazione di servizi).
  • Fattura differita: deve essere emessa entro il 15° giorno del mese successivo rispetto alla consegna dei beni o alla prestazione dei servizi documentata da documenti quali DDT.
  • Autofattura elettronica: per operazioni con soggetti esteri o reverse charge, i termini sono specifici e generalmente richiedono l'invio entro il 15esimo giorno del mese successivo alla ricezione del documento o alla verifica dell'irregolarità.

L’obbligo di emissione tramite formato elettronico ('xml') si applica anche ai contribuenti in regime forfettario dal 2024, con le uniche eccezioni previste per alcune categorie particolari.

Una fattura si considera regolarmente emessa solo all’atto della trasmissione al Sistema di Interscambio (Sdi) e della conseguente accettazione senza scarto.

Dettaglio operativo: In caso di scarto SDI, è necessario procedere al reinvio corretto entro cinque giorni dalla notifica, sempre nel rispetto della tempistica originaria ove possibile.

Parola chiave integrata: Il quesito "cosa fare dimentico di emettere fattura e ho partita iva" si inserisce nel quadro delle domande più frequenti relative al rispetto dei termini e alla gestione degli errori nel ciclo di fatturazione.

Le conseguenze della mancata o tardiva emissione della fattura: sanzioni e rischi fiscali

L'omissione o il ritardo nell'emissione della fattura elettronica implica importanti conseguenze dal punto di vista sanzionatorio e fiscale. Le sanzioni sono le seguenti:

Fattura omessa, tardiva o con errori che incidono sull’IVA 70% dell’imposta relativa all’operazione (minimo 300 euro)
Omissioni o errori che non incidono sulla liquidazione IVA Da 250 a 2.000 euro (sanzione fissa)
Operazioni esenti, non imponibili, non soggette a IVA o in reverse charge 5% dei corrispettivi non documentati (minimo 300 euro)
Violazioni formali senza impatti fiscali Nessuna sanzione

Nei casi più gravi può configurarsi anche il rischio di indagini fiscali o, in situazioni eccezionali, responsabilità penali per gravi irregolarità e comportamenti fraudolenti.

Per il regime forfettario, anche in assenza di IVA, si applicano sanzioni proporzionali ai corrispettivi non documentati o fisse in funzione della violazione.

Ad aggravare la situazione può concorrere la reiterazione dell’errore, la mancata conservazione delle fatture o l’irregolare pagamento dell’imposta di bollo.

In caso di omesso versamento, la sanzione dal primo settembre 2024 è pari al 25% di quanto dovuto, ridotta se si regolarizza entro 30 giorni dalla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.

Le procedure sanzionatorie prevedono avvisi di compliance IVA, con comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate e la possibilità di regolarizzazione tempestiva mediante ravvedimento operoso.

Le differenze tra regime ordinario e forfettario: impatti pratici sulle sanzioni e casistiche particolari

I due regimi contabili delle Partite Iva determinano differenze in termini di calcolo e applicazione delle sanzioni:

  • Regime ordinario: Le sanzioni colpiscono principalmente la componente IVA non regolarmente documentata. Di conseguenza, l’applicazione è proporzionale (70% dell’imposta) se la fattura ha impatto sull’IVA o fissa (250-2.000 euro) se la violazione è solo formale.
  • Regime forfettario: Non essendoci IVA in fattura, la sanzione è generalmente pari al 5% dei corrispettivi non fatturati, con importo minimo di 300 euro dopo le novità 2024. In caso di operazione senza impatto fiscale o solo formale, si applicano comunque importi ridotti.

Casistiche particolari sorgono nelle seguenti situazioni:

  • Fatture differite: Se trasmesse entro il 15 del mese successivo, non si configura tardività. Oltre tale data, si applicano le sanzioni ordinarie.
  • Autofatture per operazioni estere o reverse charge: In caso di omesso invio, le sanzioni spaziano dal 5% dei corrispettivi fino a importi fissi di 1.000 euro in base alla tracciabilità della transazione. La riduzione della sanzione è prevista se la regolarizzazione avviene entro 15 giorni dal termine.

Cosa fare se si dimentica di emettere una fattura: procedure di regolarizzazione, ravvedimento operoso e cumulo giuridico

Il contribuente che si accorge di non aver emesso una fattura nei termini può sanare l’irregolarità nei seguenti modi:

  • Emissione immediata della fattura omessa o tardiva: Appena rilevato l’errore, è necessario trasmettere la fattura mancante al SDI.
  • Calcolo e pagamento della sanzione: L’importo va determinato in base all’incidenza sull’IVA o ai corrispettivi non documentati, a seconda del regime contabile e della natura della violazione.
  • Ravvedimento operoso: Questo istituto permette di ridurre sensibilmente la sanzione. La riduzione varia in funzione della tempestività della regolarizzazione secondo le seguenti aliquote:
Entro 90 giorni dall’errore 1/9 della sanzione base
Entro la presentazione della dichiarazione IVA annuale 1/8
Entro la dichiarazione IVA dell’anno successivo 1/7
Oltre i termini precedenti 1/6

Pagamento: Il versamento della sanzione e degli eventuali interessi avviene tramite modello F24 indicando il codice tributo 8911 e l’anno della violazione. Gli importi degli interessi sono calcolati sul tasso legale annuo per i giorni di ritardo.

Cumulo giuridico: In presenza di più violazioni dello stesso tipo riferite a più fatture o periodi, le sanzioni possono essere applicate una sola volta, con aumento percentuale sulla sanzione base. Tale beneficio si applica anche ai ravvedimenti dal 1° settembre 2024.

Mantenimento della documentazione: È raccomandato conservare tutte le prove inerenti la regolarizzazione (fatture, ricevute, comunicazioni con clienti), utili in sede di controllo fiscale per dimostrare la correttezza dell’operato e la buona fede.

Soluzioni e buone pratiche per prevenire errori nella fatturazione elettronica

Per evitare dimenticanze e conseguenti problemi è bene seguire precisi accorgimenti, come:

  • Uso di software specializzati: L’adozione di gestionali aggiornati e autorizzati dall’Agenzia delle Entrate riduce drasticamente il rischio di errori formali e di trasmissione.
  • Definizione di ruoli e responsabilità interne: Stabilire figure responsabili per l’emissione e l’invio delle fatture, nonché procedure di verifica incrociata, contribuisce a contenere le dimenticanze.
  • Monitoraggio delle scadenze: Predisporre alert e calendari dedicati consente di ricordare i termini di emissione, in particolare nella gestione di fatture differite o per operazioni con particolarità (reverse charge, estero).
  • Formazione e aggiornamento: Un costante aggiornamento sulle novità fiscali permette di operare nel rispetto delle regole e anticipare eventuali criticità legate alla digitalizzazione dei processi.
  • Verifica delle ricevute SDI: Dopo ogni invio, controllare che la fattura sia stata accettata e non scartata, così da poter intervenire prontamente in caso di errori.
  • Mantenimento di un archivio digitale: La conservazione elettronica regolamentata è obbligatoria e assicura che le fatture siano reperibili in caso di controlli o contenziosi.

 

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