Gestire correttamente la fatturazione rappresenta una delle responsabilità principali per chi esercita attività professionale o imprenditoriale in Italia con partita Iva, sia in regime ordinario, sia forfettario e dimenticarsi di emettere fattura può avere diverse conseguenze in termini fiscali.
La normativa stabilisce l’obbligo di emissione delle fatture elettroniche e precise scadenze da rispettare:
L’obbligo di emissione tramite formato elettronico ('xml') si applica anche ai contribuenti in regime forfettario dal 2024, con le uniche eccezioni previste per alcune categorie particolari.
Una fattura si considera regolarmente emessa solo all’atto della trasmissione al Sistema di Interscambio (Sdi) e della conseguente accettazione senza scarto.
Dettaglio operativo: In caso di scarto SDI, è necessario procedere al reinvio corretto entro cinque giorni dalla notifica, sempre nel rispetto della tempistica originaria ove possibile.
Parola chiave integrata: Il quesito "cosa fare dimentico di emettere fattura e ho partita iva" si inserisce nel quadro delle domande più frequenti relative al rispetto dei termini e alla gestione degli errori nel ciclo di fatturazione.
L'omissione o il ritardo nell'emissione della fattura elettronica implica importanti conseguenze dal punto di vista sanzionatorio e fiscale. Le sanzioni sono le seguenti:
Fattura omessa, tardiva o con errori che incidono sull’IVA | 70% dell’imposta relativa all’operazione (minimo 300 euro) |
Omissioni o errori che non incidono sulla liquidazione IVA | Da 250 a 2.000 euro (sanzione fissa) |
Operazioni esenti, non imponibili, non soggette a IVA o in reverse charge | 5% dei corrispettivi non documentati (minimo 300 euro) |
Violazioni formali senza impatti fiscali | Nessuna sanzione |
Nei casi più gravi può configurarsi anche il rischio di indagini fiscali o, in situazioni eccezionali, responsabilità penali per gravi irregolarità e comportamenti fraudolenti.
Per il regime forfettario, anche in assenza di IVA, si applicano sanzioni proporzionali ai corrispettivi non documentati o fisse in funzione della violazione.
Ad aggravare la situazione può concorrere la reiterazione dell’errore, la mancata conservazione delle fatture o l’irregolare pagamento dell’imposta di bollo.
In caso di omesso versamento, la sanzione dal primo settembre 2024 è pari al 25% di quanto dovuto, ridotta se si regolarizza entro 30 giorni dalla comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.
Le procedure sanzionatorie prevedono avvisi di compliance IVA, con comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate e la possibilità di regolarizzazione tempestiva mediante ravvedimento operoso.
I due regimi contabili delle Partite Iva determinano differenze in termini di calcolo e applicazione delle sanzioni:
Casistiche particolari sorgono nelle seguenti situazioni:
Il contribuente che si accorge di non aver emesso una fattura nei termini può sanare l’irregolarità nei seguenti modi:
Entro 90 giorni dall’errore | 1/9 della sanzione base |
Entro la presentazione della dichiarazione IVA annuale | 1/8 |
Entro la dichiarazione IVA dell’anno successivo | 1/7 |
Oltre i termini precedenti | 1/6 |
Pagamento: Il versamento della sanzione e degli eventuali interessi avviene tramite modello F24 indicando il codice tributo 8911 e l’anno della violazione. Gli importi degli interessi sono calcolati sul tasso legale annuo per i giorni di ritardo.
Cumulo giuridico: In presenza di più violazioni dello stesso tipo riferite a più fatture o periodi, le sanzioni possono essere applicate una sola volta, con aumento percentuale sulla sanzione base. Tale beneficio si applica anche ai ravvedimenti dal 1° settembre 2024.
Mantenimento della documentazione: È raccomandato conservare tutte le prove inerenti la regolarizzazione (fatture, ricevute, comunicazioni con clienti), utili in sede di controllo fiscale per dimostrare la correttezza dell’operato e la buona fede.
Per evitare dimenticanze e conseguenti problemi è bene seguire precisi accorgimenti, come: