All'interno di un condominio può sorgere un problema che, seppur di minore entità, incide sulla tranquillità degli abitanti: l'ingresso dell'edificio rimane costantemente aperto.
Questa situazione, riscontrabile in molte realtà urbane, solleva interrogativi non solo in termini di sicurezza, ma anche sulle implicazioni legali associate. Il portone sempre aperto del condominio: quali sono le soluzioni?
Questo articolo mira a fornire indicazioni precise su come affrontare il problema, esaminando l'intersezione di normative e decisioni relative al diritto di proprietà, alla responsabilità condominiale e ai diritti dei singoli inquilini.
Portone condominio sempre aperto, cosa fare
Come considerare il portone del condominio
Nel caso in cui il regolamento di condominio non abbia disposizioni in merito, per formalizzare la chiusura del portone è necessario inserire la questione nell'ordine del giorno dell'assemblea condominiale. L'assemblea ha l'autorità di regolare l'uso delle parti comuni senza modificarne la destinazione d'uso.
Per adottare questa misura è richiesto il consenso della maggioranza dei partecipanti all'assemblea, che deve rappresentare almeno la metà (in prima convocazione) o un terzo (in seconda convocazione) del valore totale dei millesimi di proprietà (articolo 1136 del codice civile).
Nel caso in cui l'assemblea approvi la chiusura del portone, può deliberare l'applicazione di sanzioni nei confronti dei condomini che violano tale disposizione. L'ammontare della sanzione può variare fino a 200 euro, incrementando fino a 800 euro in caso di ripetute violazioni (articolo 70 delle disposizioni attuative del codice civile).
La prospettiva di dover pagare una sanzione può costituire un deterrente per i condomini distratti o negligenti, spingendoli a prestare sempre maggiore attenzione alla chiusura del portone del condominio.
Nel caso di danni subiti dal portone, ad esempio se il vetro si rompe a causa del vento perché il portone non è stato chiuso, l'assemblea condominiale potrebbe essere tentata di attribuire la responsabilità e i costi della riparazione a specifici condomini. Ma non è possibile senza una base legale concreta.
La Corte di Cassazione ha chiarito che l'assemblea condominiale non ha l'autorità di attribuire la responsabilità dei danni o le relative spese a un singolo condomino senza un fondamento legale. Finché la responsabilità di un condomino non è stata formalmente stabilita, l'assemblea non può deviare dal principio di ripartizione delle spese basato sulla tabella millesimale.
In pratica, fino a quando non viene raggiunto un accordo o una sentenza che determini chiaramente la responsabilità di uno o più condomini, i costi di riparazione devono essere divisi tra tutti i condomini.
L'articolo 1102 del Codice civile, al primo comma, identifica il portone d'ingresso di un condominio come un bene comune, appartenente quindi a tutti i condomini.
Questa disposizione stabilisce che ogni condomino può utilizzare il portone (insieme agli altri beni comuni) a patto di non modificarne la destinazione d'uso e di non ostacolarne l'utilizzo da parte degli altri condomini. È consentito fare modifiche al portone a proprie spese per migliorarne l'utilizzo, sempre nel rispetto della sua destinazione originale.
Poiché il portone d'ingresso del condominio è un bene comune, deve essere utilizzato in modo da non impedirne l'utilizzo agli altri condomini. Questo comporta azioni come attraversare l'androne, aprire e chiudere il portone per accedere o uscire dall'edificio.
È accettabile tenere il portone aperto temporaneamente per agevolare attività come il trasporto di oggetti o durante lavori di manutenzione, così come in situazioni in cui sia necessaria una pulizia più agevole dell'edificio o quando è presente un portiere addetto alla sorveglianza.
Lasciare l'ingresso dello stabile aperto senza una giustificazione valida è contrario alla sua destinazione d'uso prevista e non è conforme alle norme di utilizzo dei beni comuni in un contesto condominiale.