Se il lavoratore si ammala durante le ferie potrà fruirne in un periodo successivo. Ma deve dare rapida comunicazione al datore di lavoro per convertire l'assenza per ferie in assenza per malattia.
Alle ferie non si rinuncia: il lavoratore ne deve fruire sulla base del proprio contratto di impiego e il datore non può negarle. Allo stesso tempo, nel caso di malattia, il dipendente conserva il diritto alla retribuzione così come quello della conservazione del posto di lavoro. Ma cosa succede se le due situazione si uniscono. In buona sostanza, come fare cosa fare se mi ammalo durante le ferie per non perdere giorni di vacanza e soldi per leggi 2022 aggiornate.
Se c'è un aspetto peculiare del nostro impianto normativo è la sua completezza. In buona sostanza, le varie circostanze che possono capitare nel corso di un'attività lavorativa prevedono già una risposta. Entriamo quindi nei dettagli delle disposizioni vigenti per approfondire più specificatamente:
Malattia durante le ferie, cosa fare nel 2022
Come gestire e comunicare la malattia quando si è in ferie
Lavoratore e datore sono chiamati a raggiungere un accordo in relazione ai tempi delle ferie e alla durata. Specificità contenute nel Contratto collettivo nazionale di lavoro a parte, il periodo delle ferie deve essere goduto per almeno due settimane consecutive in caso di richiesta del lavoratore, nel corso dell'anno di maturazione e le restanti due settimane nei 18 mesi successivi al termine dell'anno di maturazione.
Nel caso di lavoro a tempo pieno per l'intero anno, il dipendente può fruire di 4 settimane all'anno. Le ferie non possono essere negate, ma il godimento può essere rinviato nel caso in cui sopraggiungono difficoltà organizzative o produttive.
Le norme parlano chiaro: se il lavoratore si ammala durante le ferie potrà fruirne in un periodo successivo. Ma deve dare rapida comunicazione al datore di lavoro per convertire l'assenza per ferie in assenza per malattia.
Ancora più precisamente, dal momento di interruzione delle ferie per via della malattia, il lavoratore deve sottoporsi a visita medica, richiedere la redazione e l’invio del certificato di malattia controllare la corretta compilazione dei dati anagrafici inseriti nel certificato, indicare l'indirizzo di reperibilità qualora sia diverso dalla residenza abituale. Dopodiché deve fornire indicazioni utili alla reperibilità se il luogo è difficilmente raggiungibile, controllare che il proprio nominativo sia ben evidente nella pulsantiera dei citofoni e sulle cassette postali, essere a casa nelle specifiche fasce di reperibilità.
La difficoltà supplementare si presenta al momento della certificazione della malattia, indispensabile per il lavoratore ai fini della comunicazione al datore. Il caso più semplice è quello del lavoratore che è in vacanza all'interno di uno dei Paesi dell'Unione europea. In questo caso deve infatti rivolgersi al medico del Paese in cui sta soggiornando per ottenere la certificazione dello stato di incapacità lavorativa.
A distanza di due giorni dal rilascio deve inviare la certificazione alla sede Inps competente e quindi trasmettere l'attestato al datore di lavoro. Se il medico del Paese del soggiorno non è tenuto a trasmettere il certificato, il lavoratore in ferie deve rivolgersi all'istituzione competente del luogo in cui si trova per l'accertamento dello stato di malattia e il successivo invio del certificato.
La seconda circostanza in cui può trovarsi il lavoratore è quella di trovarsi in un Paese extra UE con i quale l'Italia o l'Unione europea ha firmato accordi bilaterali o convenzioni. In tale situazione, il lavoratore deve farsi rilasciare la certificazione con lo stato di malattia.
Non serve la validazione del documento purché sia previsto che la certificazione di malattia rilasciata dai medici abilitati ne sia esente.
E se non è stato sottoscritto alcun accordo bilaterale o convenzione? L'indennità di malattia scatta solo dopo la presentazione all'Inps della certificazione originale, legalizzata a cura della rappresentanza diplomatica o consolare all'estero.