Come cambiano i giorni di vacanza nel 2026 con il 4 ottobre che diventa giorno festivo dedicato a San Francesco di Assisi. Tutti i periodi di ferie, vacanze e ponti previsti
Il riconoscimento del 4 ottobre come giorno festivo rappresenta una rilevante trasformazione per il calendario lavorativo italiano e riflette un ritorno a una tradizione che affonda le sue radici nella storia nazionale. Dal 2026, la data dedicata a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, acquisterà ufficialità come festività nazionale, sebbene il primo effettivo impatto pratico si avrà nel 2027, quando la data non cadrà di domenica. Il giorno viene riscoperto non solo come momento di pausa dal lavoro e dalla scuola, ma anche come occasione di riflessione collettiva su valori condivisi e identitari. La reintroduzione del 4 ottobre festivo deriva da un processo legislativo avviato in concomitanza con l’ottavo centenario della morte di San Francesco.
L’istituzione della ricorrenza aveva trovato origine nella seconda metà del Novecento, quando la legge n. 132 del 1958 aveva formalizzato la solennità civile del 4 ottobre in onore dei santi patroni d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena. Inizialmente, la giornata era contrassegnata non solo da celebrazioni religiose, ma anche dalla sospensione delle attività lavorative e scolastiche, assimilando la data alle altre principali festività nazionali italiane. Il contesto politico ed economico degli anni Settanta, caratterizzato da spinte verso la produttività e la razionalizzazione delle giornate lavorative, portò all’adozione della legge n. 54 del 1977.
Questo provvedimento abolì o modificò diverse festività civili e religiose, tra cui il 4 ottobre, col fine di ridurre i cosiddetti “ponti” e sostenere la crescita economica nazionale. Insieme alla festa di San Francesco, furono soppresse altre ricorrenze come l’Ascensione, San Giuseppe, il Corpus Domini e, tra quelle civili, il 4 novembre e il 2 giugno (quest’ultima reintrodotta successivamente).
Il provvedimento che mira a restituire il 4 ottobre al novero delle festività civili è stato promosso in occasione dell’ottocentesimo anniversario della morte del Santo, ricorrenza vista come opportunità per rinnovare il significato di questa giornata. Il disegno di legge è stato presentato da Noi Moderati, con il sostegno dichiarato di Forza Italia, Fratelli d’Italia e della Lega. Esso prevede la piena equiparazione della ricorrenza agli altri giorni festivi nazionali, includendo il diritto al riposo retribuito e la chiusura di uffici pubblici e scuole.
L’esame del testo presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha prodotto, tra luglio e settembre 2025, un percorso lineare e condiviso, giungendo in Aula con un ampio consenso bipartisan. Successivamente, il disegno di legge è stato calendarizzato per il voto definitivo della Camera e previsto al Senato, dove non si sono rilevate forti opposizioni. Alcune proposte di estendere la lista delle festività nazionali sono state respinte per motivi di sostenibilità economica e di equilibrio tra esigenze produttive e sociali. Secondo l’articolato approvato, la nuova festività avrà effetti giuridici a partire dal 2026. Tuttavia, poiché quella data coinciderà con una domenica, il primo impatto reale e visibile per cittadini e imprese sarà dal 2027, quando la giornata cadrà in un giorno feriale.
L’introduzione del 4 ottobre festivo comporta una serie di cambiamenti immediati e misurabili per diverse categorie di cittadini. Nello specifico:
Capodanno | 1 gennaio |
Epifania | 6 gennaio |
Lunedì dell’Angelo | giorno dopo Pasqua |
Anniversario della Liberazione | 25 aprile |
Festa del Lavoro | 1 maggio |
Festa della Repubblica | 2 giugno |
Ferragosto – Assunzione | 15 agosto |
Tutti i Santi | 1 novembre |
Immacolata | 8 dicembre |
Natale | 25 dicembre |
Santo Stefano | 26 dicembre |
San Francesco d’Assisi | 4 ottobre |
A queste si aggiungono le domeniche, le feste patronali locali e solo alcune ricorrenze commemorative a valenza non festiva come il 4 novembre. L’aggiunta del 4 ottobre comporterà un aumento del totale dei giorni di riposo riconosciuti su base nazionale, armonizzando così il calendario italiano con la tradizione storica.
La decisione di restituire il carattere di giornata festiva al 4 ottobre è motivata da ragioni che superano l’ambito esclusivamente religioso o identitario. Il legislatore ha inteso proporre una ricorrenza incentrata su valori universali quali la pace, la fraternità, la coesione sociale, la solidarietà e il rispetto per il creato, riconoscendo nella figura di San Francesco un patrimonio condiviso trasversalmente dalla società italiana.
Questa giornata vera e propria sarà destinata a costituire un’occasione di riflessione sull’unità nazionale e sul dialogo tra culture e religioni, esaltando l’eredità del Santo d’Assisi anche attraverso il coinvolgimento di scuole, associazioni e amministrazioni locali. Dal 2005, il 4 ottobre è già formalmente “Giornata della pace, della fraternità e del dialogo”, ma l’elevazione a festa civile mira a rafforzare il legame con le nuove generazioni e a rafforzare la trasmissione dei valori civili.
L’importanza attribuita alla sostenibilità ambientale, così come l’inclusione sociale e la promozione dei diritti delle fasce più deboli, emerge come linea guida nella redazione del testo legislativo e nelle attività progettuali propugnate dagli enti pubblici e realtà scolastiche. Si tratta di un passo volto a incrementare la coesione e la consapevolezza del ruolo che questi principi rivestono nello sviluppo sociale nazionale.
L’introduzione di una giornata festiva aggiuntiva comporta effetti diretti e indiretti su diversi comparti economici e sociali. Una relazione tecnica allegata al provvedimento ha quantificato in circa 10,7 milioni di euro annui il costo a carico dello Stato, una cifra correlata principalmente agli oneri per il Servizio sanitario nazionale e comparti delle forze dell’ordine. La spesa è coperta tramite appositi fondi di bilancio, senza nuovi oneri per le amministrazioni locali.
Dal punto di vista delle imprese, la nuova festività comporta una riduzione delle ore lavorative annue e la necessità di riconoscere la maggiorazione salariale o il riposo compensativo ai dipendenti. Questo effetto, comune a tutte le festività retribuite, potrebbe incidere in particolare su settori che non possono sospendere l’attività produttiva nelle giornate festive. In compenso, il turismo e il settore dei servizi legati alla cultura e alle attività ricreative potrebbero beneficiare di un impulso positivo in prossimità della data. Sono state sollevate alcune criticità concernenti l’organizzazione delle attività amministrative e produttive, principalmente legate alla necessità di adeguare i turni di lavoro e garantire la continuità nei servizi essenziali.
Tuttavia, l’equilibrio tra costi e benefici è stato ritenuto sostenibile in sede parlamentare, anche in considerazione degli effetti sociali auspicati dalla reintroduzione della festività.