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Di quanto la pensione di un professionista (partita iva) nel 2025 rispetto ai contributi versati?

Come calcolare e quali sono le variabili che incidono di pi sulla pensione di un professionista con partita iva. E di che valore mediamente l'importo.

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Di quanto  la pensione di un profession

La determinazione dell’importo della pensione per chi esercita la libera professione attraverso partita IVA è influenzata da variabili quali la Cassa previdenziale di appartenenza, il tipo di sistema di calcolo applicato, l’entità dei contributi versati e le peculiarità delle differenti categorie professionali. 

L’importo medio della pensione per i professionisti con partita IVA nel 2025

L’ammontare della pensione per un professionista con partita IVA dipende essenzialmente dai contributi previdenziali versati, dalla categoria (ad esempio, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, medici, architetti, ingegneri, farmacisti, giornalisti, chimici, biologi, notai, geologi) e dalla Cassa previdenziale di iscrizione. Sulla base dei dati più recenti, il valore medio delle pensioni per i titolari di partita IVA nel 2025 si aggira intorno ai 13.000 euro annui, che corrispondono a circa 1.100 euro al mese per 13 mensilità. Il contributo medio annuo versato risulta pari a 6.936 euro, con un incremento del 2,92% rispetto al precedente anno, mentre la pensione media ha segnato un aumento dello 0,78%. Tali valori, tuttavia, vanno letti alla luce delle differenze tra le diverse Casse e dei sistemi di calcolo (retributivo, contributivo e misto) che possono incidere in modo notevole sull’importo delle prestazioni erogate.

Requisiti anagrafici e contributivi per la pensione dei professionisti nel 2025

Secondo la normativa attuale, per conseguire la pensione di vecchiaia, il lavoratore autonomo o libero professionista deve:

  • Aver compiuto almeno 67 anni di età;
  • Aver maturato almeno 20 anni di contribuzione effettiva;
  • Disporre, per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996 (sistema contributivo puro), di un importo di pensione non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale (indicativamente circa 1.077 euro lordi mensili nel 2025); in alternativa, è possibile accedere alla pensione a 71 anni con 5 anni di contribuzione, con assegno di importo ridotto.

Sono previste anche diverse forme di pensionamento anticipato, come la Quota 103, l’Ape Sociale e l’Opzione Donna, ognuna soggetta a requisiti specifici di età e contribuzione.

Come si calcola la pensione di un professionista: sistemi a confronto e simulazione pratica

Il calcolo della pensione si basa su sistemi distinti, legati all’anzianità e al tipo di lavoro svolto:

  • Sistema retributivo (fino al 1995): calcolo sulla media degli ultimi stipendi e degli anni lavorati;
  • Sistema contributivo (dal 1996): calcolo basato sull’ammontare dei contributi effettivamente versati e rivalutati;
  • Sistema misto: applicato a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 e proseguito dopo; la prestazione si compone di una quota retributiva e una quota contributiva.

Simulazione esempio: Ipotizzando un professionista che abbia iniziato l’attività al 25° anno di età e abbia lavorato per 42 anni con un reddito lordo annuo di 29.000 euro, il totale dei contributi versati sarà di circa 305.000 euro (applicando l’aliquota tipica del 24%). La pensione lorda annua stimata sarebbe attorno ai 17.000 euro, pari a circa 1.308 euro lordi al mese (su 13 mensilità), pari a circa il 42% rispetto all’ultimo reddito percepito, chiaramente influenzata da eventuali variazioni di reddito e periodi di attività/disoccupazione.

Casse previdenziali professionali e Gestione Separata INPS: regole contributive e sistemi di versamento

I liberi professionisti iscritti a un Albo (ad esempio, medici, commercialisti, avvocati) versano i contributi nella Cassa previdenziale di categoria, ciascuna con proprie regole su contributi minimi, aliquote e prestazioni accessorie. I lavoratori "senza cassa" (freelance, consulenti digitali, designer, ecc.), invece, sono iscritti alla Gestione Separata INPS:

  • Aliquota contributiva 2025: 26,07% sul reddito imponibile, senza contributi fissi (si versa solo su quanto effettivamente guadagnato);
  • Per il riconoscimento pieno di un anno contributivo, è richiesto il raggiungimento di un reddito annuo di almeno 18.555 euro;
  • La parte di reddito inferiore a tale soglia produce accredito proporzionale;
  • I contributi sono deducibili dal reddito imponibile ai fini IRPEF.

Per artigiani e commercianti, invece, nel 2025 l’aliquota si attesta attorno al 24% (24,48% per commercianti), con contributi minimi annui obbligatori (circa 4.460 euro per gli artigiani e 4.550 euro per i commercianti) calcolati sul minimale di reddito di 18.555 euro.

Diversità di trattamento fiscale dei contributi versati

Il trattamento fiscale dei contributi previdenziali varia secondo la professione e il quadro normativo. Ad esempio, per i notai, i contributi previdenziali sono qualificati come costi inerenti all’attività professionale (riportati nel quadro RE del Modello Redditi). Per le altre categorie, i contributi restano deducibili come onere personale, da riportare nel quadro RP. Tale distinzione impatta anche sull’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA).

Pensione e regime forfettario: effetti sui contributi e sulla rendita finale

I professionisti che hanno optato per il regime forfettario possono accedere, su richiesta, a una riduzione del 35% dei contributi INPS. Se da un lato questa agevolazione fiscale consente maggiore liquidità nel breve periodo, dall’altro determina un minore montante contributivo complessivo, con potenziale riduzione dell’assegno pensionistico futuro o con tempi più lunghi per l’accesso alle prestazioni. È quindi importante valutare attentamente la scelta di permanenza nel regime forfettario per lunghi periodi.

Pensione integrativa e previdenza complementare per professionisti

La limitata tutela del sistema pubblico impone ai professionisti di considerare strumenti supplementari di previdenza. L’adesione a forme di previdenza integrativa, come fondi pensione aperti o polizze assicurative, permette di accrescere il capitale destinato alla vita post-lavorativa, garantendo maggiore autonomia finanziaria e compensando eventuali gap rispetto alla pensione obbligatoria.

Ricongiunzione, totalizzazione contributiva e rischi di contributi dispersi

Chi ha svolto attività in settori o casse diverse può richiedere la ricongiunzione o la totalizzazione dei contributi presso l’INPS per ottenere un calcolo unificato della pensione. È fondamentale monitorare il proprio estratto conto contributivo periodicamente per accertare eventuali ammanchi o periodi non accreditati, riducendo così il rischio concreto di "perdere" quote di pensione maturate in diversi periodi lavorativi.

Prestazioni assistenziali: invalidità, inabilità e reversibilità per professionisti

Oltre alla pensione di vecchiaia, i sistemi previdenziali prevedono anche prestazioni assistenziali in caso di invalidità, inabilità o premorienza. I requisiti, l’ammontare e la decorrenza variano a seconda della gestione di riferimento e della gravità della condizione. Ad esempio, la pensione di invalidità INPS viene attribuita per una riduzione della capacità lavorativa tra il 66% e il 99%, mentre la pensione di inabilità richiede la totale impossibilità a proseguire qualsiasi attività professionale.

 

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