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Il progetto delle case a 1 euro nasce dall’esigenza di rivitalizzare centri storici e borghi alpini e appenninici, spesso caratterizzati da edifici abbandonati e una marcata diminuzione di residenti. Il modello prevede che i proprietari degli immobili dismessi cedano la nuda proprietà o l’intero immobile ai Comuni, i quali pubblicano periodicamente bandi pubblici per l’assegnazione delle case a soggetti privati interessati.
L'acquirente, oltre alla cifra simbolica di un euro, si impegna a rispettare alcuni obblighi fondamentali. Tra questi, la presentazione di un progetto di ristrutturazione entro 6-12 mesi dall’acquisto e la conclusione dei lavori generalmente entro due o tre anni, sempre secondo quanto definito dal bando comunale. Il rispetto di queste tempistiche è essenziale per mantenere il diritto di proprietà.
Non esiste una normativa nazionale unica: ciascun Comune stabilisce misure, vincoli e criteri di selezione, sempre in linea con le prescrizioni del Testo Unico dell’Edilizia (D.P.R. n. 380/2001). L’iniziativa può essere aperta sia a residenti in Italia che a stranieri, purché in possesso della capacità economica per affrontare la riqualificazione. In molti casi viene richiesta una
cauzione o una fideiussione bancaria a garanzia dell’esecuzione dei lavori.
Il numero di località coinvolte è in continua crescita e copre tutte le principali aree montuose del Paese.
Tra i Comuni in montagna che aderiscono al programma aggiornato al 2025 figurano:
Per ogni dettaglio aggiornato, si consiglia di consultare i siti ufficiali dei singoli Comuni, dove vengono pubblicati gli avvisi e i bandi con le modalità di partecipazione e la descrizione degli immobili disponibili.
L’Italia è il paese europeo con il maggior numero di piccoli borghi abbandonati o a rischio spopolamento, in particolare lungo la dorsale appenninica e nelle aree prealpine. Secondo i dati Legambiente, oltre 5.000 piccoli centri sono stati parzialmente o totalmente abbandonati nel Dopoguerra. Il progetto case a 1 euro si inserisce proprio in quest’ottica: rivitalizzare con nuovi residenti borghi che custodiscono tradizioni, cultura, architettura storica e paesaggi intatti. Alcuni esempi virtuosi sono:
In Sicilia, comuni come Troina e Cammarata hanno creato banche dati trasparenti e bandi accessibili anche a chi desidera avviare attività ricettive, agricole o artistiche.
Anche se suggestivo, l’acquisto di una casa a 1 euro in montagna comporta diverse voci di spesa oltre al prezzo simbolico. Occorre considerare in primis:
Le principali novità per il 2025 riguardano la conferma degli incentivi per la ristrutturazione degli immobili nelle aree montane: il Bonus Ristrutturazione consente la detrazione fiscale del 50% per le abitazioni principali e del 36% per altre tipologie, fino a un tetto massimo di 96.000 euro. L’Ecobonus permette di detrarre dal 36% al 50% delle spese per interventi di miglioramento energetico (come la sostituzione di infissi e l’isolamento termico). Il Bonus Mobili del 2025 prevede inoltre la possibilità di detrarre il 50% delle spese per l’arredo fino a 5.000 euro, a patto che gli acquisti siano correlati a lavori di ristrutturazione in corso.
Da quest’anno, non è più possibile detrarre le spese per l’installazione di caldaie alimentate da fonti fossili. Vengono invece valorizzate le soluzioni ecocompatibili come le pompe di calore e i pannelli solari, in linea con l’orientamento europeo verso la sostenibilità.
Il processo d’acquisto inizia con la presentazione di manifestazione d’interesse presso il Comune, la valutazione delle domande secondo i criteri stabiliti e la sottoscrizione del contratto d’acquisto. È importante effettuare sopralluoghi e accertare lo stato reale dell’immobile, in quanto molte costruzioni necessitano di lavori strutturali rilevanti (tetti, fondazioni, impianti, isolamento termico).
L’avvio della ristrutturazione è vincolato all’approvazione del progetto esecutivo e al rispetto delle normative regionali e nazionali, comprese le procedure dei beni vincolati (D.lgs. 42/2004 – Codice dei Beni Culturali per immobili con valore storico). Nei casi in cui l’immobile sorga in aree protette o all’interno di parchi, può essere necessario acquisire permessi aggiuntivi da enti preposti.
È richiesto di affidarsi a professionisti locali per progettazione e direzione lavori, al fine di garantire il rispetto della normativa e la qualità architettonica. Gli incentivi fiscali sopra descritti possono essere utilizzati per ridurre il costo complessivo di interventi strutturali, impiantistici ed energetici.
Vantaggi:
Criticità e rischi:
Si consiglia di esaminare attentamente il bando comunale e richiedere una perizia tecnica dettagliata prima di procedere.
La ristrutturazione di una casa in montagna richiede particolare attenzione ai materiali e all’efficienza energetica, per valorizzare l’abitazione e garantirne comfort tutto l’anno. Le migliori soluzioni prevedono:
Nel 2025 la Legge di Bilancio valorizza la transizione energetica delle abitazioni montane e incentiva il ricorso a soluzioni a basso impatto ambientale.