Qual è la scelta migliore tra Fondo pensione del Ccnl o Tfr per chi è assunto con il Contratto Commercio? I lavoratori dipendenti, al momento dell’assunzione, devono scegliere se versare il proprio Tfr in un fondo pensione dedicato o lasciarlo in azienda.
Si tratta di opzioni differenti che implicano diverse conseguenze sia per l’accumulo del trattamento che per la tassazione e che prevedono pro e contro. Vediamo quale può essere la scelta migliore nel 2024.
Secondo quanto previsto dalla normativa attuale, risulta, in generale, più conveniente investire il trattamento di fine rapporto in un fondo pensione, che per i lavoratori del Commercio è il Fondo Fonte, ma anche il Tfr risulta molto vantaggioso. Tutto dipende dai singoli casi,
Scegliere di lasciare il Tfr in azienda potrebbe risultare vantaggiosa sia dal punto di vista fiscale, perchè non viene tassato subito, ma solo nel momento viene liquidato al lavoratore al termine del rapporto di lavoro ed è soggetto a tassazione separata ad aliquota media degli ultimi cinque anni, comunque non inferiore al 23%.
L’adesione al fondo pensione prevede, invece, l’applicazione della ritenuta a titolo d’imposta del 15% sin da subito.
Se, però, l’anzianità di partecipazione al fondo è superiore ai 15 anni, l’aliquota diminuisce dello 0,30% per ogni anno di successiva adesione, fino al limite massimo di riduzione del 6%.
Di conseguenza, per gli aderenti che accumulano 35 anni di partecipazione al fondo pensione è prevista una tassazione al 9% e non al 15%.
Tuttavia, investire nel fondo pensione implica maggiori rischi rispetto al destinare i soldi al Tfr, perché, pur rendendo meno, è più prevedibile.
A seconda della propensione al rischio del lavoratore e di ciò che si vuole raggiungere al termine della propria attività professionale, si può optare per il Tfr in azienda o per nel fondo pensione in base ai singoli casi.
Il Fondo prevede, però, la possibilità di deduzione della contribuzione.
I contributi versati dall’azienda e dall’iscritto, ed eventuali versamenti aggiuntivi volontari, si possono, infatti, dedurre dal reddito complessivo fino all’importo di 5.164,57 euro.
Il Fondo pensione Fonte per i dipendenti di aziende del terziario, commercio prevede specifiche condizioni e limiti, a partire dalla possibilità di avere a disposizione i propri soldi.
Se si lasciano i soldi del proprio Tfr in azienda la somma viene liquidata al momento della cessazione del rapporto di lavoro, qualsiasi sia il motivo per cui avviene, se per licenziamento, dimissioni o raggiungimento dei requisiti per la pensione.
Tuttavia, dopo anni di lavoro consecutivi maturati presso lo stesso datore di lavoro o la stessa azienda è possibile richiederne un anticipo direttamente all’azienda. Ciò significa che è possibile riscattare una parte dei propri soldi prima del termine del rapporto lavorativo.
Quando i soldi del Tfr si destinano ad un fondo pensione, riscattarli è decisamente più complesso. Chi aderisca al fondo Fonte può riscattare i soldi e avere una rendita mensile solo al raggiungimento dell’età pensionabile e sempre a determinate condizioni.
Tra Tfr in azienda e Fondo pensione a cui destinare i propri soldi ci sono delle differenze anche per quanto riguarda i tempi di liquidazione.
Se il Tfr viene lasciato in azienda, generalmente viene pagato al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro, quindi in tempi brevissimi.
Ci si può impiegare al massimo 45 giorni. Più lunghi sono i tempi di liquidazione del Trattamento se investito nel Fondo Fonte del Ccnl Commercio. Il regolamento prevede il pagamento in novanta giorni dalla richiesta.
Si tratta del tempo necessario per la verifica del raggiungimento dei requisiti di legge per avere la pensione e il lavoratore può scegliere se riscattare tutta la somma versata, o ricevere una rendita mensile, o, ancora, non riscattare il fondo ma continuare a versare i contributi anche una volta maturati i requisiti per la pensione.