L'8 e il 9 giugno 2025, gli elettori italiani saranno chiamati a esprimersi su una serie di quesiti referendari relativi al mondo del lavoro e alla cittadinanza italiana. Questa tornata referendaria arriva a seguito di un'ampia raccolta di firme promossa da sindacati e associazioni, evidenziando il crescente dibattito pubblico su tematiche quali i contratti a tutele crescenti, i licenziamenti illegittimi e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il referendum si articola in quattro quesiti referendari riguardanti il diritto del lavoro. Il primo quesito punta ad abrogare il contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, che ha escluso il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro per i dipendenti licenziati senza giusta causa in aziende con oltre 15 dipendenti e assunti dopo marzo 2015. Questa modifica cerca di colmare una disparità nelle tutele, ripristinando il diritto alla reintegra per milioni di lavoratori.
Il secondo quesito si concentra sulle piccole imprese, mirando a rimuovere il limite massimo di sei mensilità di indennizzo per i licenziamenti illegittimi. Attualmente, nei casi in cui il giudice stabilisca l’assenza di motivazioni legittime al licenziamento, il risarcimento non supera questo tetto, limitando la tutela economica dei lavoratori. Il referendum ambisce a garantire che il giudice possa valutare i risarcimenti caso per caso, senza limiti predefiniti, anche tenendo conto della situazione familiare del lavoratore.
Tra i quesiti più discussi vi è anche quello sui contratti a termine. La normativa attuale consente di stipulare contratti fino a 12 mesi senza specificare una causale. La modifica proposta prevede di reintrodurre l’obbligo di motivazione per limitare un utilizzo strumentale del contratto a termine e incentivare la stabilità occupazionale. Questo punto affronta il tema della precarietà, cercando un maggiore equilibrio tra flessibilità e sicurezza per i lavoratori.
Infine, il quarto quesito propone di ampliare la responsabilità sugli incidenti sul lavoro anche alle aziende committenti, non solo agli appaltatori. La normativa corrente impone obblighi limitati ai soli rischi generici; col referendum si vuole includere anche i rischi specifici, riducendo gli incidenti e garantendo risarcimenti più rapidi e completi per i lavoratori e le loro famiglie.
Il referendum 2025 sul lavoro rappresenta una scelta importante per il futuro del mercato del lavoro italiano. Da un lato, c'è l'obiettivo di garantire maggiori tutele e stabilità; dall'altro, la necessità di mantenere un sistema flessibile e competitivo.
Chi sostiene il SÌ ritiene che queste modifiche possano:
I sostenitori del SÌ argomentano che queste misure potrebbero ridurre la precarietà lavorativa e garantire maggiori diritti nel mercato del lavoro contemporaneo.
D'altro canto, chi sostiene il NO ritiene che:
I sostenitori del NO sostengono che sia necessario un mercato del lavoro dinamico e flessibile per favorire la crescita economica e la creazione di posti di lavoro.
L'esito del referendum potrebbe avere importanti ripercussioni:
In caso di vittoria del SÌ:
In caso di vittoria del NO: