La Guardia di finanza ha intensificato i controlli fiscali su diversi fronti, con particolare attenzione alle partite Iva forfettarie, ai sistemi di pagamento elettronico come i Pos, e alla emissione degli scontrini fiscali. Questo piano di azione ha l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e promuovere trasparenza nelle transazioni economiche. Capiamo meglio:
Come funzionano i nuovi controlli della Guardia di finanza
Il nodo degli scontrini fiscali tra obblighi e irregolarità
Il regime forfettario, introdotto per semplificare la gestione fiscale di piccole imprese e professionisti, prevede aliquote ridotte e semplificazione negli adempimenti burocratici. Ma è diventato oggetto di verifiche da parte della Guardia di finanza, che punta a identificare usi impropri e violazioni delle normative. Tra i punti sotto osservazione ci sono il rispetto dei limiti di reddito annuo, fissati a 85.000 euro, e l’assenza di cause di esclusione dal regime, come l’essere soci di società di persone o l’avere redditi da lavoro dipendente superiori ai 30.000 euro.
I controlli si basano sull’incrocio di banche dati fiscali e dichiarazioni, con l’obiettivo di individuare incongruenze e anomalie. Per esempio, un contribuente che dichiara redditi contenuti ma presenta un elevato volume di acquisti potrebbe essere oggetto di accertamento. In caso di violazioni accertate, le sanzioni possono variare da multe amministrative alla revoca del regime agevolato, con conseguente passaggio al regime ordinario e il recupero delle imposte non versate.
Un altro fronte dei controlli riguarda l’utilizzo dei POS, i dispositivi per i pagamenti elettronici, che rappresentano uno strumento fondamentale per la tracciabilità delle transazioni. La legge prevede che tutti gli esercenti siano obbligati ad accettare pagamenti elettronici senza imporre limiti minimi. I controlli della Guardia di finanza hanno evidenziato una crescita di pratiche scorrette, come la mancata certificazione dei corrispettivi o il dirottamento degli incassi verso conti esteri per occultare i ricavi.
Tra giugno e ottobre 2024, i controlli sull’utilizzo dei POS sono aumentati del 33% rispetto ai primi mesi dell’anno. Le sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronici o non registra le transazioni possono includere multe immediate e segnalazioni per ulteriori verifiche fiscali.
Un aspetto chiave di questa strategia di controllo è la collaborazione tra la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate. Questa sinergia consente un uso più efficace delle informazioni contenute nelle banche dati fiscali, come quelle relative agli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA). Gli ISA permettono di individuare contribuenti con redditi incoerenti rispetto alle medie di settore, facilitando interventi mirati.
Le autorità utilizzano sistemi avanzati di analisi dei dati per individuare anomalie e indirizzare i controlli verso i soggetti più a rischio. Per i contribuenti, l’intensificazione dei controlli comporta la necessità di garantire una compliance fiscale impeccabile. Chi opera nel regime forfettario deve verificare con attenzione di rispettare i limiti e i requisiti richiesti, mantenendo una documentazione precisa delle entrate e delle spese. Gli esercenti, dal canto loro, devono assicurarsi di
L'emissione degli scontrini fiscali rimane una priorità nei controlli della Guardia di Finanza. Gli esercenti sono obbligati a registrare ogni transazione, assicurandosi che il cliente riceva un documento fiscale valido. I controlli hanno rivelato una serie di irregolarità, tra cui l’emissione di scontrini incompleti o la mancata registrazione di alcune vendite.
Mediante all’uso di strumenti tecnologici avanzati, come i registratori telematici e le fatture elettroniche, le autorità sono in grado di verificare in tempo reale la coerenza tra i volumi di vendita dichiarati e i dati effettivi. Chi non rispetta queste regole può incorrere in sanzioni che variano a seconda della gravità delle violazioni, fino alla chiusura temporanea dell’attività in caso di reiterazione.