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Indennità di disponibilità e staff leasing, come funziona. Regole, quanto viene pagata e durata massima

Quali sono le regole per l'indennità di disponibilità nello staff leasing e come funziona

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Indennità di disponibilità e staff leasi

Nel contesto delle moderne strategie di gestione del personale, il lavoro in somministrazione rappresenta una soluzione che concilia esigenze di flessibilità delle imprese con importanti tutele per i lavoratori. Al centro di questa dinamica si trova lo staff leasing.

Con questa dicitura si identifica la somministrazione di lavoro a tempo indeterminato, una forma di impiego introdotta nel sistema italiano, che coinvolge tre soggetti, l'agenzia per il lavoro (APL), l’azienda utilizzatrice e il lavoratore.

Lo staff leasing si contraddistingue per la stipula di due distinti contratti:

  • un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato tra APL e lavoratore;
  • un contratto commerciale di somministrazione tra APL e azienda utilizzatrice, che può essere sia a tempo determinato che indeterminato.

Durante i periodi in cui il dipendente non è assegnato ad un lavoro, resta a disposizione dell’APL e beneficia di specifiche tutele economiche e previdenziali, secondo quanto stabilito dal relativo Ccnl.

Il quadro normativo stabilisce limiti precisi alle aziende per questa prassi: la quota massima dei lavoratori in staff leasing non può, infatti, superare il 20% dei dipendenti a tempo indeterminato.

La normativa disciplina anche le ipotesi in cui è vietata la somministrazione (quali sostituzione di scioperanti, aziende con cassa integrazione o licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti).

Funzionamento dello staff leasing: soggetti coinvolti e tipologie di contratto

Questa forma di organizzazione lavorativa nasce dall’interazione di:

  • Agenzie per il lavoro: enti intermediari autorizzati, titolari del rapporto di lavoro;
  • Imprese utilizzatrici: soggetti beneficiari della prestazione;
  • Lavoratori: dipendenti dell’APL retribuiti e inquadrati secondo le previsioni del contratto collettivo applicato presso l’azienda utilizzatrice.

Il rapporto decorre dalla firma di due distinti atti scritti:

  • il primo regola il legame tra intermediario e dipendente, includendo anche informazioni come la misura dell’indennità di disponibilità;
  • il secondo definisce compiti, durata, sede e caratteristiche della missione svolta presso l’utilizzatore.

Il lavoratore può dunque alternare periodi di "missione" presso aziende diverse a fasi di disponibilità tra un incarico e l’altro.

In ogni caso, vige il principio della parità di trattamento economico e normativo con i colleghi assunti direttamente dalle imprese utilizzatrici per mansioni equivalenti. I contratti possono essere a termine, prorogabili fino a sei volte, o privi di scadenza predefinita.

Indennità di disponibilità nello staff leasing: cosa prevede la legge

Un importante elemento dello staff leasing è rappresentato dall’indennità di disponibilità. Nei periodi tra una missione e l’altra, il lavoratore mantiene lo status di dipendente dell’APL ma non riceve una vera retribuzione ordinaria bensì una somma forfettaria, definita proprio come indennità di disponibilità. 

  • L’indennità ha natura obbligatoria e può essere sospesa solo nei casi contemplati dal CCNL (ad esempio rifiuto ingiustificato di una missione, malattia, maternità senza documentazione adeguata).
  • La misura base è fissata attualmente a circa 800 € mensili, aggiornabile con i rinnovi contrattuali.
  • Durante il periodo di percezione, il lavoratore continua a contribuire ai fini previdenziali.
  • L’Agenzia per il lavoro è obbligata a indicare l’importo dell’indennità nel contratto individuale.

È importante notare che, secondo le norme nazionali ed europee, viene assicurata parità di trattamento e tutela sociale anche nei confronti dei lavoratori in staff leasing: l’indennità di disponibilità copre le fasi di inattività evitando periodi scoperti da reddito. 

Retribuzione e calcolo dell'indennità di disponibilità

La retribuzione nel lavoro in staff leasing si distingue tra:

  • periodi di missione presso impresa utilizzatrice, durante i quali il lavoratore percepisce un salario pari a quello spettante ai dipendenti diretti di pari livello, comprendente anche mensilità aggiuntive, premi, scatti e welfare;
  • periodi di disponibilità nei quali non svolge attività produttiva, ma percepisce esclusivamente l’indennità di disponibilità fissata dal CCNL di settore.

La determinazione dell’importo avviene secondo i criteri stabiliti nel Ccnl:

  • il valore è espresso come importo mensile lordo;
  • decade nei casi in cui il lavoratore rifiuti un incarico proposto dall’APL senza giustificato motivo o nei casi previsti dal contratto.
Voce Importo (indicativo)
Indennità di disponibilità 800 € lorde/mese

Precisiamo che nei periodi di missione il lavoratore maturerà i ratei di tredicesima e di ulteriori mensilità, così come previsto per tutti i lavoratori subordinati. 

Durata massima delle missioni e limiti normativi

Secondo le norme in vigore, i lavoratori in somministrazione a tempo determinato possono essere impiegati presso lo stesso utilizzatore per un massimo di 24 mesi, anche con più proroghe.

  • Superato tale limite, salvo deroghe contrattuali, si configura un rapporto a tempo indeterminato con l’utilizzatore.
  • Per la somministrazione a tempo indeterminato (staff leasing), non sono stati previsti limiti temporali espressi salvo quelli disciplinati dai contratti collettivi di settore.

La normativa impone all’azienda un contingentamento numerico: massimo il 20% della forza lavoro a tempo indeterminato può essere composto da lavoratori in staff leasing. Tuttavia, in alcune categorie o casi particolari (lavoratori svantaggiati), i contratti collettivi possono prevedere deroghe o percentuali differenti.