Separarsi è una decisione che comporta sempre conseguenze significative per marito e moglie che decidono di mettere fine alla loro unione matrimoniale. Oltre all'impatto emotivo e personale, la separazione comporta una serie di implicazioni burocratiche ed economiche che necessitano di essere affrontate con attenzione. Tra queste, una delle questioni più rilevanti riguarda la gestione fiscale degli immobili, in particolare il pagamento dell'IMU, che segue regole precise stabilite dalla normativa tributaria in vigore per il 2025.
Quando ci si separa, infatti, è necessario risolvere questioni come l'affidamento dei figli (se presenti), l'assegnazione della casa coniugale, la divisione dei beni in caso di regime di comunione e, non da ultimo, la gestione delle imposte relative agli immobili. Comprendere le regole IMU applicabili ai coniugi separati è quindi essenziale per evitare errori e conseguenti sanzioni.
Le disposizioni normative del 2025 riguardanti l'IMU nel caso di marito e moglie separati sono molto chiare e variano in base alla specifica situazione abitativa e proprietaria degli immobili. La legislazione attuale stabilisce regole precise che dipendono da diversi fattori, tra cui la tipologia di immobile (prima o seconda casa), l'assegnazione giudiziale e la presenza di figli.
Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, l'IMU sulla prima casa non è dovuta, ad eccezione delle abitazioni classificate nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9). Questo principio generale si applica anche in caso di separazione, ma con alcune particolarità che meritano un'analisi dettagliata.
Per le coppie separate, le regole fiscali presentano specificità che tengono conto della nuova situazione familiare e dell'eventuale provvedimento di assegnazione della casa coniugale. Esaminiamo quindi i diversi scenari possibili e le relative implicazioni tributarie.
Nel caso di prima casa, l'IMU non è dovuta sulla casa coniugale che, in presenza di figli, viene generalmente assegnata al genitore collocatario dei figli, spesso la madre. L'esenzione si applica indipendentemente dal fatto che il coniuge assegnatario sia o meno proprietario dell'immobile.
Secondo l'articolo 1, comma 707, della legge n. 147/2013, il coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio è considerato titolare di un diritto di abitazione. Questo comporta che sia identificato come soggetto passivo dell'IMU per l'immobile assegnato.
Tale regola ha subito un'importante evoluzione giurisprudenziale. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 4303 del 19 febbraio 2025, ha chiarito che l'esenzione IMU per la casa coniugale assegnata richiede che il coniuge assegnatario abbia effettivamente stabilito nell'immobile la propria residenza anagrafica e dimora abituale. Questo principio di diritto precisa che non è sufficiente il mero provvedimento di assegnazione per godere dell'esenzione IMU, ma è necessario che l'immobile costituisca effettivamente l'abitazione principale del coniuge assegnatario.
Una situazione particolarmente vantaggiosa riguarda il coniuge non assegnatario della casa coniugale. Secondo la normativa vigente, per il coniuge che non ha ottenuto l'assegnazione dell'immobile, la casa coniugale assegnata all'ex coniuge dal giudice non viene considerata come seconda casa.
Questo significa che il coniuge proprietario ma non assegnatario è esonerato dal pagamento dell'IMU su quell'immobile, in quanto la soggettività passiva si trasferisce al coniuge assegnatario. Tale disposizione rappresenta una tutela importante per il coniuge proprietario che, a seguito della separazione, ha dovuto lasciare l'abitazione.
Inoltre, se il coniuge non assegnatario acquista o prende in affitto un'altra abitazione dove stabilisce la propria residenza, questa viene considerata come sua abitazione principale, con conseguente esenzione IMU (sempre che non si tratti di un immobile di lusso).
Il coniuge che, a seguito della separazione, si trasferisce in un'altra abitazione può beneficiare dell'esenzione IMU su quest'ultima, a condizione che vi stabilisca la residenza e la dimora abituale. In questo caso, l'immobile viene considerato come abitazione principale del coniuge non assegnatario.
Questo è un aspetto importante della normativa, che riconosce il diritto di entrambi i coniugi separati di avere un'abitazione principale esente da IMU. In sostanza, sia il coniuge assegnatario della casa coniugale che il coniuge che si trasferisce altrove possono godere dell'esenzione IMU sulle rispettive abitazioni principali.
La situazione cambia nel caso di seconde case possedute dai coniugi separati. Per gli immobili diversi dall'abitazione principale, l'IMU è sempre dovuta, secondo le aliquote stabilite dal comune di riferimento.
In caso di separazione, il pagamento dell'IMU sulla seconda casa spetta al coniuge che risulta essere proprietario dell'immobile e che continua a viverci. Se entrambi i coniugi sono comproprietari dell'immobile, ciascuno sarà tenuto al pagamento dell'IMU in proporzione alla propria quota di proprietà.
È importante sottolineare che, secondo la recente giurisprudenza, per i coniugi separati con residenze in immobili diversi, la situazione è cambiata significativamente. A seguito della sentenza n. 209/2025 della Corte Costituzionale, confermata dall'ordinanza n. 9620 del 13 aprile 2025 della Corte di Cassazione, è stato stabilito che i coniugi che risiedono e dimorano in abitazioni diverse hanno entrambi diritto all'esenzione IMU per le rispettive abitazioni principali, anche se situate nello stesso comune.
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 9620/2025, ha consolidato il principio secondo cui l'abitazione principale è l'immobile in cui il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente, indipendentemente dalla residenza dell'altro coniuge. Questo significa che anche in assenza di separazione legale, se si vive da separati in casa, ci sono conseguenze legali, fiscali e sociali che vanno considerate attentamente. In ogni caso, entrambi possono godere dell'esenzione IMU per le rispettive abitazioni principali.
Questa interpretazione giurisprudenziale rappresenta un'importante novità rispetto al passato, quando si riteneva che il beneficio dell'esenzione IMU potesse essere goduto solo per un'unica abitazione in caso di coniugi con residenze diverse.
Per effettuare correttamente il pagamento dell'IMU sulla seconda casa in caso di separazione, è necessario seguire alcune procedure specifiche. Il versamento deve essere effettuato in due rate previste di acconto (16 giugno) e saldo (16 dicembre), o in un'unica soluzione entro la scadenza della prima rata.
Il pagamento può essere effettuato tramite:
Per la compilazione corretta del modello F24, è necessario:
La normativa IMU prevede alcune situazioni particolari che meritano un'analisi specifica, in quanto possono influenzare significativamente l'obbligo di pagamento dell'imposta per i coniugi separati.
Come già accennato, una delle novità più rilevanti riguarda i coniugi con residenze diverse. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2025, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme che limitavano l'esenzione IMU a un solo immobile per nucleo familiare.
Secondo questa interpretazione, confermata dalla recente ordinanza della Cassazione n. 9620/2025, ciascun coniuge può beneficiare dell'esenzione IMU per la propria abitazione principale, a condizione che vi abbia effettivamente stabilito la residenza anagrafica e la dimora abituale, anche se i due immobili si trovano nello stesso comune.
La Corte ha precisato che tale interpretazione evita una discriminazione rispetto ai conviventi di fatto, che godono dell'esenzione IMU per le rispettive abitazioni principali. Questo principio si applica anche ai coniugi separati, rendendo più equo il trattamento fiscale delle diverse situazioni familiari.
Nel caso di abitazioni principali classificate nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9), l'esenzione IMU non si applica. Queste abitazioni sono soggette al pagamento dell'imposta, anche se utilizzate come abitazione principale, sia nel caso di coniugi conviventi che separati.
Per queste tipologie di immobili, l'aliquota standard è fissata allo 0,5% (5 per mille), con una detrazione di 200 euro. I comuni possono modificare tale aliquota in aumento o in diminuzione di 0,2 punti percentuali.
Anche in caso di separazione, se la casa coniugale assegnata a uno dei coniugi rientra in una delle categorie di lusso, il coniuge assegnatario sarà tenuto al pagamento dell'IMU, beneficiando comunque della detrazione prevista per l'abitazione principale.
Con l'ordinanza n. 4303 del 19 febbraio 2025, la Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sul diritto di abitazione e sull'esenzione IMU per la casa coniugale assegnata.
La Suprema Corte ha stabilito che l'esenzione dal pagamento dell'IMU prevista per la casa coniugale assegnata al coniuge a seguito di separazione richiede necessariamente che il coniuge assegnatario abbia stabilito nell'immobile la propria residenza anagrafica e dimora abituale.
Questo significa che non è sufficiente il mero provvedimento di assegnazione della casa coniugale per godere dell'esenzione IMU, ma è necessario che l'immobile costituisca effettivamente l'abitazione principale del coniuge assegnatario. La Cassazione ha inoltre chiarito che le norme agevolative sono di stretta interpretazione e non consentono applicazioni estensive.