L’IMU, l’imposta municipale propria, rappresenta una voce di rilievo nella fiscalità immobiliare italiana, specialmente per chi possiede più di un’abitazione. Per molti proprietari che scelgono di mettere a reddito il proprio patrimonio tramite locazioni abitative, la normativa offre una possibilità concreta di alleggerire il peso dell’imposta.
La riduzione del pagamento IMU su case con affitto a canone concordato prevede, infatti, uno sconto del 25% sull’importo dovuto, a condizione che siano rispettati specifici criteri.
Cos’è il canone concordato e quali vantaggi fiscali comporta
I contratti di locazione a canone concordato prevedono un valore del canone fissato all’interno di una forbice minima e massima, stabilita da accordi tra le associazioni rappresentative dei proprietari e degli inquilini a livello comunale o locale e sono caratterizzati da:
- Durata: generalmente 3+2 anni, con possibilità di forme transitorie o per studenti universitari.
- Finalità: promuovere una locazione più accessibile e sostenibile.
I principali vantaggi fiscali legati a questa tipologia contrattuale comprendono:
- Riduzione del 25% dell’IMU: consente al proprietario di versare solo il 75% dell’imposta sul valore ordinario.
- Imposta di registro ridotta: il dovuto si abbassa del 30% rispetto ai contratti a canone libero.
- Cedolare secca agevolata: aliquota del 10% sui redditi da locazione nei casi previsti dalla normativa.
- Maggiore stabilità contrattuale e accesso agevolato agli immobili per categorie fragili.
Dunque, come per gli affitti in cedolare secca, anche per quelli a canone concordato è previsto uno sconto del pagamento dell'Imu.
Chi può accedere alla riduzione IMU e requisiti indispensabili
L’agevolazione della riduzione pagamento IMU su case con affitto a canone concordato non è applicabile indistintamente a tutti gli immobili. Devono, infatti, essere rispettate alcune condizioni ben precise, come:
- Destinazione dell’immobile: uso abitativo, esclusi fabbricati definiti “di lusso” (categorie catastali A/1, A/8, A/9).
- Tipologia del contratto: stipulazione di un contratto secondo le regole del canone concordato, conforme agli accordi territoriali (3+2, transitorio, contratto studenti fuori sede).
- Canone rispettoso della "forbice" locale: il prezzo di locazione deve rientrare nei valori fissati dagli accordi comunali tra il minimo e il massimo previsti. È comunque legittima la pattuizione di un canone inferiore ai valori minimi, come confermato dalla giurisprudenza recente della Corte di Cassazione.
- Registrazione del contratto: obbligatoria presso l’Agenzia delle Entrate entro trenta giorni dalla stipula.
- Attestazione di conformità: documento che certifica la corrispondenza del contratto agli accordi territoriali, rilasciato da una delle associazioni firmatarie (Confedilizia, Sunia, Uppi, ecc.).
| Condizione oggettiva |
Dettaglio richiesto |
| Immobili a uso abitativo |
Escluse categorie A/1, A/8, A/9 |
| Contratto "concordato" |
Modelli ufficiali, valori da accordi territoriali |
| Attestazione |
Obbligatoria nella maggior parte dei Comuni |
Procedura e documentazione: come ottenere lo sconto IMU
Per usufruire della riduzione IMU, è necessario seguire una specifica procedura amministrativa che prevede i seguenti passaggi:
- Redazione del contratto: utilizzare esclusivamente i modelli approvati dagli accordi territoriali locali.
- Registrazione all’Agenzia delle Entrate: entro 30 giorni dalla stipula, obbligatoria per la validità fiscale e per poter richiedere le agevolazioni.
- Attestazione di conformità: richiedere a un’associazione firmataria dell’accordo territoriale una certificazione che attesti la corrispondenza del contratto ai parametri comunali previsti.
- Comunicazione al Comune: Se richiesto dai regolamenti locali, inoltrare agli uffici competenti documentazione attestante la tipologia contrattuale e la conformità. Dopo il D.L. 34/2019, l’obbligo è stato eliminato a livello nazionale, ma resta utile verificare sempre le eventuali richieste specifiche locali.
Come si calcola l’IMU su immobili locati a canone concordato
Il calcolo dell’Imu ridotta sugli immobili locali a canone concordato avviene nel seguente modo:
- Determinare la base imponibile rivalutando del 5% la rendita catastale e moltiplicando il risultato per 160 (per abitazioni).
- Applicare l’aliquota stabilita dal Comune: ogni amministrazione può variare la percentuale ordinaria tra valori minimi e massimi deliberati annualmente.
- Calcolare l’imposta lorda: base imponibile x aliquota comunale.
- Scontare il 25%: si applica la riduzione, pagando il 75% del totale risultante.
Di seguito un esempio numerico:
| Fase |
Calcolo |
| Rendita catastale |
€ 700 |
| Rivalutazione del 5% |
€ 700 x 1,05 = € 735 |
| Moltiplicatore |
€ 735 x 160 = € 117.600 |
| Aliquota comunale (ad esempio 1%) |
€ 117.600 x 1% = € 1.176 |
| Importo IMU agevolato (ridotto) |
€ 1.176 x 75% = € 882 |
Alcuni Comuni prevedono ulteriori detrazioni o aliquote agevolate aggiuntive per incentivare la locazione a prezzi calmierati.
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