Con l’aumento delle aree di parcheggio delimitate da strisce blu in molte città italiane, gli automobilisti si trovano spesso a fare i conti con sanzioni per sosta irregolare. Queste multe, disciplinate dall’art. 157 del Codice della Strada, riguardano situazioni in cui non vengono rispettate le regole relative al pagamento o all’uso del disco orario.
Le multe sulle strisce blu sono previste quando il conducente non rispetta le norme per l'utilizzo delle aree di sosta a pagamento. Secondo l’articolo 157 del Codice della Strada, le strisce blu indicano zone regolamentate, dove è obbligatorio pagare una tariffa o, in alcuni casi, esporre il disco orario per la sosta gratuita per periodi limitati.
Queste sanzioni possono variare da 42 a 173 euro, in base alla violazione: mancato pagamento della tariffa, errata esposizione del ticket o superamento del tempo massimo consentito. Se il disco orario è mancante o utilizzato in modo improprio, l’importo della multa aumenta notevolmente.
La contestazione di una multa sulle strisce blu è possibile in diverse situazioni previste dalla normativa. Un caso frequente è la dimenticanza di esporre il ticket di pagamento o il disco orario, pur avendoli acquistati e utilizzati correttamente. In questo caso è necessario fornire prove della regolarità della sosta, come una fotografia del biglietto o una ricevuta digitale.
Un altro motivo di contestazione si verifica quando il parchimetro non è funzionante, impedendo l'acquisto del ticket. Per dimostrare l’inadempienza del dispositivo, è consigliabile scattare una foto o girare un breve video che riporti chiaramente il malfunzionamento. La multa può essere impugnata anche se le strisce blu appaiono troppo sbiadite o se la segnaletica verticale risulta del tutto assente o incompleta.
Ulteriori situazioni comprendono la mancata presenza di parcheggi gratuiti nelle immediate vicinanze delle zone a pagamento, come previsto dal Codice della Strada. Tuttavia, questa circostanza potrebbe richiedere un’ulteriore verifica da parte delle autorità locali per giustificare l'annullamento della sanzione. È possibile contestare la multa qualora il tracciato delle strisce non rispetti le dimensioni minime contenute nel D.P.R. 495/1992, rendendo impossibile il parcheggio secondo le normative vigenti.
Inoltre può essere contestata anche per vizi formali quali:
Per contestare una multa sulle strisce blu, è essenziale seguire una procedura precisa, che varia a seconda dell’autorità competente a cui ci si rivolge. Esistono due principali canali di contestazione: il Giudice di Pace e il Prefetto.
Se si opta per il Giudice di Pace, è necessario presentare il ricorso entro 30 giorni dalla notifica della multa. Il ricorrente deve compilare un’istanza in cui espone i motivi della contestazione, allegare eventuali prove (come ricevute di pagamento, immagini o video) e depositare il tutto presso l’ufficio competente del territorio in cui è stata elevata la sanzione. Sarà richiesto il pagamento di un contributo unificato, il cui importo dipende dal valore della multa. Successivamente, sarà fissata un’udienza in cui il cittadino potrà esporre le proprie ragioni.
Nel caso del Prefetto, la contestazione va presentata entro 60 giorni dalla notifica. In questo caso, il ricorso può essere inviato via raccomandata A/R o depositato direttamente presso l’autorità competente. Anche in questa istanza, è imprescindibile includere tutte le prove disponibili. Una particolarità del ricorso al Prefetto è che, in caso di rigetto, la sanzione può essere raddoppiata.
In entrambi i casi, è indispensabile rispettare i termini temporali per impedire che il ricorso venga ritenuto inammissibile. Le prove fornite devono essere ben documentate e supportano le motivazioni presentate dal conducente.