Un datore di lavoro può addebitare i costi della multa a un dipendente indisciplinato alla guida di un'auto aziendale? Questa domanda è spesso al centro dell'attenzione all'interno delle aziende, ma spesso e volentieri anche i giudici si sono espressi in materia.
In linea di massima il datore di lavoro sopporta i rischi causati dalle attività dell'azienda, che includono eventuali danni causati nell'ambito del rapporto di lavoro. Il dipendente è responsabile solo di quelli di cui è direttamente responsabile.
In pratica le azioni volontarie o la negligenza grave da parte del dipendente sono assimilabili a cattiva condotta grave. Allo stesso tempo spetta al datore di lavoro dimostrare l'azione volontaria o grave negligenza del dipendente, l'entità del danno, il collegamento tra il danno e l'azione volontaria o grave negligenza del dipendente, l'esclusione del risarcimento del danno dalla copertura assicurativa.
Laddove non riesca a fornire prove delle circostanze che si presume abbia causato il dipendente e qualora il datore di lavoro non abbia dimostrato che l'incidente sia avvenuto a causa dell'azione volontaria o di grave negligenza del dipendente, la richiesta per il rimborso dei costi di riparazione è considerata infondata.
Il datore di lavoro è normalmente libero di sanzionare il dipendente a seguito di un procedimento disciplinare basato sulla violazione degli obblighi contrattuali.
Ma cosa accade nel caso di una multa presa con auto aziendale? Le motivazioni possono essere numerose, come il superamento dei limiti di velocità o il passaggio con il semaforo rosso. Oppure per un più semplice divieto di sosta. Vediamo quindi nei dettagli
C'è poco da andare a trovare i cavilli perché a pagare la multa presa con l'auto aziendale è il dipendente ovvero chi era al volante al momento dell'infrazione. A meno di intese particolari tra le parti, chi infrange le norme del Codice della strada ne risponde in prima persona.
E poco importa che il veicolo non sia intestato a lui bensì all'azienda. L'iter che porta alla presentazione del conto da pagare non differisce da tutti gli altri casi. Dal numero di targa l'organo accertatore risale al proprietario del veicolo ovvero l'azienda.
All'indirizzo della sede sociale invia il verbale della multa con tanto di indicazione dell'infrazione contestata e dell'importo da versare.
A quel punto la possibilità è duplice: pagare subito (entro 5 giorni) per ottenere uno sconto del 30%, proporre ricorso al giudice di pace o al prefetto (naturalmente da parte dell'automobilista a cui viene contestata l'infrazione), decidere di versare l'importo nei tempi stabiliti ovvero prima che scatti l'aumento per il ritardo.
In questo ultimo caso la cifra viene generalmente detratta dallo stipendio del dipendente nella busta paga successiva. Se poi il conducente supera il limite di velocità deve anche accettare, oltre al pagamento della multa, anche il taglio di punti dalla patente.
Alcuni datori di lavoro sono chiamati a pagare le multe per i dipendenti se sono da ricondurre a qualcosa al di fuori del controllo dei lavoratori. Ad esempio se il datore di lavoro non ha effettuato la revisione del veicolo.
Quando un'auto viene guidata per lavoro, il datore condivide la responsabilità di garantire che il mezzo sia guidato in modo sicuro e idoneo alla circolazione.
Se quel veicolo viene guidato per lavoro diventa un ambiente di lavoro e i datori hanno la responsabilità di mantenere i dipendenti al sicuro. I datori possono infatti essere perseguiti, in caso di incidente grave, per omicidio colposo o favoreggiamento aziendale.
In pratica se il dipendente è responsabile per le multe che riceve, i datori di lavoro devono comunque assicurarsi di aver preso tutte le misure ragionevoli per garantire che i conducenti utilizzino l'auto senza alcun rischio oggettivo.
Le ragioni possono essere molte, come l'eccesso di velocità o il passaggio del semaforo rosso. o per un più semplice divieto di sosta