Il lavoro part-time è una forma contrattuale sempre più diffusa nella realtà occupazionale italiana per via della flessibilità che offre sia ai lavoratori sia alle aziende. Il termine identifica un rapporto di lavoro subordinato che prevede un orario inferiore rispetto a quello standard del tempo pieno, generalmente fissato a 40 ore settimanali dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). L'applicazione di questa tipologia contrattuale è regolata dal Decreto Legislativo 81/2015, il quale stabilisce diritti, tutele e condizioni sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.
Questa modalità è spesso scelta per conciliare esigenze personali, familiari o di studio, ma anche come soluzione organizzativa strategica per le imprese che necessitano di adeguare risorse e costi ai flussi di lavoro variabili. In diversi settori, come commercio, servizi e ristorazione, il contratto di lavoro part-time costituisce la base per una gestione più dinamica e sostenibile del personale.
Esistono tre principali configurazioni del contratto part-time, ciascuna con differenti modalità di distribuzione dell’orario lavorativo: orizzontale, verticale e misto.
La scelta della formula dipende fortemente dal settore. Nel commercio, la struttura oraria tendenzialmente orizzontale garantisce copertura su tutta la settimana; nella ristorazione o nel settore turistico sono preferite soluzioni verticali o miste per gestire flussi di clientela stagionali o settimanali. Nei servizi e nel terziario avanzato prevalgono soluzioni flessibili per agevolare sia le necessità delle aziende sia le esigenze dei lavoratori.
La retribuzione del lavoratore part-time è direttamente proporzionale alle ore lavorate. Il principio di non discriminazione, sancito dal legislatore, impone che la paga oraria per una determinata mansione sia identica sia per chi ha un contratto a tempo pieno che per chi lavora a tempo parziale. L’importo netto in busta paga, di conseguenza, dipende dal numero di ore indicate sul contratto individuale, ad esempio, per 20 o 30 ore settimanali.
Esempio di calcolo: | |
Retribuzione mensile lorda full-time (40h/sett.) | 1.600 € |
Part-time verticale 24h/sett. (60%) | 960 € |
Part-time orizzontale 25h/sett. (62,5%) | 1.000 € |
Gli importi subiscono trattenute IRPEF e contributive in maniera proporzionale. Vanno considerate eventuali maggiorazioni (15% o più) sulle ore supplementari, ossia quelle svolte oltre l’orario previsto ma sotto la soglia del tempo pieno, secondo la disciplina del CCNL di riferimento. I lavoratori a tempo parziale, se assunti con orari molto ridotti, possono avere una tassazione inferiore, con effetti positivi per il netto.
È importante sottolineare che la maturazione dei diritti accessori come ferie, permessi, TFR e indennità segue il principio della proporzionalità rispetto all’orario lavorato. Alcuni benefits aziendali possono essere accessibili solo in parte o esclusi, a seconda della policy interna e delle regole fissate dai CCNL settore specifici.
La retribuzione nel lavoro a tempo parziale in Italia non risponde soltanto a una semplice proporzione tra ore lavorate e orario pieno. Diversi fattori rendono più o meno vantaggioso il contratto part-time a seconda del settore e del CCNL applicato:
Le condizioni stabilite dai CCNL sono il riferimento a cui attenersi per valutare l’effettivo vantaggio economico di un rapporto part-time, in relazione alle possibilità di flessibilità, di crescita professionale e alla qualità del pacchetto retributivo complessivo.
Nell’ambito del commercio, il CCNL settore prevede una soglia minima di 16 ore settimanali per il part-time, generalmente su base orizzontale oppure verticale, con una retribuzione che si allinea ai livelli di inquadramento e agli scatti previsti per le mansioni specifiche. Le tabelle salariali differenziate per piccoli e grandi esercizi possono determinare discrepanze nelle opportunità di guadagno e nella stabilità occupazionale. Le ore supplementari sono retribuite con maggiorazione, mentre i benefit aggiuntivi sono proporzionati o talvolta esclusi.
Nella ristorazione, la flessibilità degli orari è una caratteristica strutturale: il part-time di tipo verticale o misto è spesso utilizzato per coprire turni nelle fasce serali o nei weekend. La retribuzione segue le tabelle del CCNL pubblici esercizi FIPE, variabile per livello e per tipo di servizio (ristoranti, bar, catering). In questo settore si tende al ricorso a contratti stagionali o intermittenti in funzione delle necessità operative. Le maggiorazioni per lavoro festivo e notturno incidono sul compenso finale.
Nel retail, soprattutto all’interno di grandi catene e GDO, le condizioni contrattuali possono risultare più convenienti grazie a contrattazione aziendale, sistemi di premialità e attenzione al work-life balance, come dimostrato dalle policy di alcune aziende. Il part-time spesso consente pianificazione anticipata dei turni, con retribuzioni più stabili e una maggiore accessibilità ai benefit aziendali rispetto a piccoli esercizi commerciali.
Tra i contratti nazionali che riconoscono retribuzioni più alte anche ai lavoratori part time troviamo:
Oltre ai contratti, contano i comparti economici. Nel 2025 i settori con part time meglio retribuiti risultano:
Al contrario, in commercio, ristorazione e turismo il part time è spesso utilizzato come formula standard, con salari medi più bassi e forte incidenza di contratti a termine o stagionali.
L'opzione di un impiego part-time presenta sia opportunità che criticità da considerare attentamente: