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Partite Iva forfettarie e contributi pensione: quali possono scaricare e quali non sono deducibili e dove vannno

Cosa prevede il regime fiscale forfettario per la deduzione dei contributi ai fini pensionistici: le regole in vigore e quando si possono scaricare

Autore: Marcello Tansini
pubblicato il
Partite Iva forfettarie e contributi pen

Nel contesto fiscale italiano, chi sceglie il regime forfettario per la propria attività con partita IVA beneficia di notevoli vantaggi in termini di semplificazione amministrativa e di aliquota unica ridotta sull’imponibile.

Tuttavia, questo regime prevede specifiche limitazioni per quanto riguarda la possibilità di portare in deduzione o detrazione alcune spese dal reddito. Un'attenzione particolare va posta ai contributi pensionistici, poiché rappresentano una delle poche voci effettivamente deducibili in questo scenario. 

Cosa significa scaricare spese nel regime forfettario: limiti e regole

Nel regime forfettario, il calcolo del reddito imponibile non avviene tramite la sottrazione delle spese effettivamente sostenute dai ricavi, bensì applicando un coefficiente di redditività specifico per il codice ATECO dell’attività.

In altre parole, i costi reali sostenuti durante l’anno non incidono direttamente sulla base imponibile, fatta eccezione per i contributi previdenziali obbligatori. Questa caratteristica distingue nettamente il forfettario dal regime ordinario dove invece, ogni singola spesa è teoricamente deducibile secondo le regole generali, e prevede:

  • Spese generali: nel forfait, nessuna spesa legata all’attività (trasporti, affitti, telefoni, materiali, pubblicità, ecc.) è deducibile dal reddito; la deducibilità si limita esclusivamente a ciò che la legge specifica espressamente.
  • Unica deduzione permessa: l’unica voce deducibile dal reddito forfettario resta quella dei contributi previdenziali obbligatori (INPS o eventuali casse professionali di categoria), pagati nell’anno e riferiti alla propria posizione previdenziale obbligatoria.
  • Detrazioni IRPEF e altri redditi: se il lavoratore autonomo con partita IVA forfettaria percepisce anche altri redditi tassati a IRPEF (lavoro dipendente, pensione, ecc.), su questi può applicare detrazioni e deduzioni ordinarie ammesse dal sistema fiscale italiano. Tuttavia, tali agevolazioni non influenzano la componente soggetta all’imposta sostitutiva prevista dal forfettario.

Dunque, la possibilità di scaricare le spese è molto limitata nel regime forfettario e riguarda, in maniera pressoché esclusiva, i contributi previdenziali obbligatori. Tutte le altre deduzioni vengono già considerate nello sconto forfetario applicato tramite il coefficiente di redditività stabilito per legge.

Quali contributi pensionistici sono deducibili con partita IVA forfettaria

Il meccanismo di deduzione dei contributi pensionistici obbligatori rappresenta l’unico strumento per ridurre il reddito imponibile e, di conseguenza, abbassare la tassazione dovuta in regime forfettario. Vediamo quali sono i contributi per la pensione che si possono dedurre e quali invece restano esclusi:

  • Contributi INPS obbligatori: tutti i versamenti obbligatori effettuati all’INPS – sia alla Gestione Separata (per professionisti senza cassa, freelance e assimilati) sia alle Gestione Artigiani e Commercianti (piccoli imprenditori, commercianti, artigiani) – possono essere interamente dedotti dal reddito forfettario dell’anno in cui sono stati effettivamente pagati, sia che si tratti della quota fissa che di quella a percentuale sulle eccedenze rispetto al minimale.
  • Contributi obbligatori alle casse professionali: per le professioni regolamentate (avvocati, commercialisti, architetti, ecc.) valgono le regole degli enti previdenziali di categoria. Anche questi importi sono deducibili dal reddito imponibile annuale nella misura effettivamente versata.
Tipo attività Gestione previdenziale Aliquota/Importo Deducibilità dal reddito
Freelance/professionisti senza cassa Gestione Separata INPS 26,07% sul reddito imponibile
Artigiani/commercianti Gestione Artigiani/Commercianti INPS Quota fissa + 24-24,48% eccedenza
Professioni regolamentate Cassa professionale Definita da statuto cassa

Sono deducibili, dunque, solo i contributi obbligatori, cioè: 

  • i contributi versati all’INPS nelle gestioni Artigiani, Commercianti o nella Gestione Separata;
  • i contributi dovuti alle casse di previdenza professionali (ad esempio, Cassa Forense per gli avvocati o CNPADC per i dottori commercialisti);
  • i contributi pagati per i collaboratori dell’impresa familiare, sia quelli fiscalmente a carico, sia quelli non a carico per i quali non si è esercitato il diritto di rivalsa.

Restano, invece, esclusi dalla deduzione dal reddito forfettario tutti i contributi di natura volontaria, come i versamenti a fondi pensione integrativi e le somme pagate per il riscatto degli anni di laurea.

I contributi non deducibili: come gestirli in dichiarazione e a fine carriera

Quando un soggetto in regime forfettario versa contributi a forme di previdenza integrativa non deducibili, è necessario adottare alcune procedure per non perdere il beneficio in fase liquidativa:

  • Ogni anno, chi versa contributi a un fondo pensione deve comunicare attraverso l’apposito modulo al fondo stesso che tali importi non sono stati portati in deduzione nella dichiarazione dei redditi (Modulo Contributi Non Dedotti).
  • Questa segnalazione permette di non subire la tassazione ordinaria in fase di erogazione, per esempio nella forma di capitale o rendita, dei premi corrisposti durante gli anni di adesione al forfettario.
  • In mancanza di tale dichiarazione, l’importo non dedotto in precedenza potrebbe essere tassato ingiustamente al momento dell’erogazione.

Per i fondi pensione, la documentazione va conservata e prodotta quando si richiede la liquidazione, assicurando così l’esenzione fiscale su tali somme. 

I contributi che non possono essere scaricati dal reddito forfettario, come quelli per il riscatto della laurea o i versamenti volontari, non sono però persi.

Se il contribuente in regime forfettario percepisce anche altri redditi soggetti a tassazione Irpef, per esempio un reddito da lavoro dipendente o da locazione, può dedurre questi oneri dal secondo reddito.

 

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