Le polizze vita rivalutabili sono contratti assicurativi che uniscono la componente di protezione tipica dell’assicurazione vita a un meccanismo di accumulo e crescita del capitale investito. Al centro di tali prodotti vi è il concetto di “rivalutazione”, cioè la capacità del capitale versato di aumentare nel tempo grazie agli investimenti prudenziali effettuati dalla compagnia assicuratrice tramite specifiche gestioni separate.
Le polizze vita rivalutabili si basano su gestioni separate, ovvero portafogli autonomi e indipendenti rispetto alle altre attività assicurative della compagnia. Ogni premio versato dal contraente confluisce nella gestione separata e viene investito prevalentemente in titoli obbligazionari a basso rischio con l’obiettivo di generare un rendimento stabile nel tempo. Ecco come funziona il processo:
Un aspetto caratterizzante è il consolidamento delle rivalutazioni: il rendimento annuale, una volta attribuito, si consolida in modo definitivo. Ciò significa che il capitale rivalutato non può essere ridotto da performance future negative. La durata dei contratti può variare (da 5 fino a oltre 30 anni per le formule vita intera) e molte soluzioni offrono la possibilità di integrare il premio iniziale con versamenti aggiuntivi e, in alcuni casi, riscattare parte del capitale prima della scadenza alle condizioni previste contrattualmente. È anche usuale l’abbinamento di coperture accessorie come la garanzia per invalidità o malattie gravi, affinché il prodotto possa rispondere a esigenze differenziate di tutela e pianificazione.
Il cuore del sistema delle polizze vita rivalutabili è il meccanismo di attribuzione dei rendimenti. La gestione separata permette di investire i premi in strumenti finanziari prudenti, e il rendimento viene annualmente retrocesso, in parte, agli assicurati attraverso la rivalutazione delle prestazioni maturate. Negli ultimi decenni i rendimenti medi offerti hanno subito una significativa compressione, passando da valori prossimi al 4% annuo lordo degli anni 2000 a quote comprese tra 1% e il 2% negli ultimi anni, in ragione sia delle politiche monetarie sia dell’aumento dei costi di gestione. Va sottolineato che la rivalutazione non è agganciata automaticamente all’inflazione e ciò può comportare una progressiva erosione del potere d’acquisto.
Il contraente non ha generalmente accesso a informazioni puntuali e aggiornate sulla composizione del portafoglio della gestione separata. Questa “opacità” è stata frequentemente oggetto di critica sia da parte di esperti indipendenti sia dalle autorità di vigilanza. Si consiglia, quindi, di valutare la storica retrocessione dei rendimenti e di confrontare i dati forniti nei prospetti informativi, tenendo presente che i rendimenti passati non costituiscono garanzia di risultati futuri.
Nella valutazione di come funziona una polizza vita rivalutabile va compreso che la componente assicurativa primaria è spesso limitata alla copertura del caso morte e, talora, a coperture accessorie. La formula classica prevede che, in caso di decesso dell’assicurato, i beneficiari designati ricevano il capitale maturato, composto dai premi versati rivalutati annualmente. In alternativa, alcune polizze possono fornire una rendita periodica a partire da una certa età dell’assicurato, oppure offrire una prestazione mista vita-morte con erogazione del capitale sia in caso di sopravvivenza sia in caso di decesso prima della scadenza.
La funzione protettiva è dunque meno pronunciata rispetto alle polizze rischio puro (temporanee caso morte o coperture specifiche danni alla persona). La componente di “copertura” vera e propria si riduce spesso alla trasmissione diretta del patrimonio ai beneficiari, con benefici successori e fiscali che rappresentano uno dei principali incentivi all’utilizzo di questi strumenti.
La struttura dei costi rappresenta una delle variabili più determinanti nell’analizzare la convenienza di una polizza rivalutabile. Le compagnie trattengono una percentuale significativa del rendimento lordo della gestione separata, che si traduce in una decurtazione del beneficio effettivo per l’assicurato.
Tipologia di costo | Descrizione |
Commissione di gestione | Percentuale trattenuta annualmente sui rendimenti (tipicamente tra 1% e 2%). |
Caricamenti | Costi prelevati sui premi versati (fino al 5% o più nei primi anni). |
Penali di riscatto | Costi in caso di smobilizzo anticipato del capitale (decrescenti con il passare degli anni, ma elevati nei primi anni). |
Spese accessorie | Costi fissi per gestire variazioni (switch, modifica dei beneficiari, amministrazione contrattuale). |
Queste voci di costo riducono significativamente il rendimento reale ottenuto dal sottoscrittore, soprattutto nei primi anni del contratto. L’effetto combinato di commissioni e penali fa sì che solo una parte del rendimento prodotto dalla gestione separata raggiunga concretamente l’assicurato. È fondamentale richiedere e valutare il rendiconto dettagliato dei costi tramite il KID (Key Information Document), obbligatorio per normativa europea, e le disposizioni di IVASS.
La tassazione sulle plusvalenze maturate all’interno del contratto avviene solo al riscatto o all’erogazione del capitale. Fino a quel momento, i guadagni non vengono tassati annualmente, permettendo l’accumulo più efficiente del capitale tramite il cosiddetto tax deferral.
Gli incentivi fiscali rendono le polizze rivalutabili appetibili soprattutto per chi cerca strumenti di protezione patrimoniale e pianificazione successoria, ma il beneficio può essere eroso dai costi elevati e dalle performance limitate in termini di rendimento netto.
La durata delle polizze vita rivalutabili varia a seconda della configurazione contrattuale: si spazia da prodotti a termine fisso (es. 10, 20 o 30 anni) fino alle formule "vita intera" senza scadenza predeterminata. L’impegno di lungo termine comporta vantaggi fiscali e penalità in caso di disimpegno precoce:
Il meccanismo delle penali nelle prime annualità riduce drasticamente la convenienza del disinvestimento anticipato. La scelta di riscattare una polizza prima della scadenza va ponderata attentamente dopo avere valutato l’incidenza dei costi e delle condizioni contrattuali specifiche.
Sottoscrivere una polizza vita rivalutabile consente di beneficiare di significativi vantaggi di protezione e di efficienza fiscale, ma l’esperienza di molti risparmiatori e l’analisi indipendente sollevano alcune perplessità sulle reali performance e la convenienza di lungo periodo.
La valutazione di convenienza va sempre effettuata calcolando il rendimento netto atteso al netto dei costi e confrontandolo con alternative meno onerose sul piano dei costi e più trasparenti nella gestione.