Una delle criticità delle polizze vita attuali riguarda la presenza di clausole e condizioni spesso complicate da capire
Sono numerosi gli investitori e risparmiatori che trovano difficile comprendere appieno i contratti assicurativi, spesso redatti con un linguaggio tecnico e burocratico che può confondere anche i più esperti. Questa tendenza è stata evidenziata dall'Ivass che ha sottolineato come un'eccessiva complessità possa compromettere la capacità degli assicurati di prendere decisioni informate e consapevoli.
Una delle condizioni più importanti da valutare in un contratto assicurativo riguarda le dichiarazioni fornite dall'assicurato al momento della stipula della polizza. Ogni polizza è costruita sulla base delle informazioni che l'assicurato fornisce alla compagnia, che utilizza questi dati per calcolare il rischio assicurativo e determinare il premio da pagare.
Se le informazioni sono inesatte o se ci sono reticenze, le conseguenze possono essere molto serie. L'assicuratore potrebbe decidere di ridurre il risarcimento, o addirittura annullare la polizza, se ritiene che le informazioni errate abbiano influenzato la valutazione del rischio.
Il Codice Civile italiano regola questa materia in modo specifico. L'articolo 1892 stabilisce che in caso di dichiarazioni inesatte o reticenti rese con dolo o colpa grave, l'assicuratore può annullare il contratto entro tre mesi dalla scoperta. In caso di sinistro, l'assicuratore non è tenuto a corrispondere l'indennizzo. L'articolo 1893, invece, si riferisce a dichiarazioni inesatte o reticenti rese senza dolo o colpa grave: in questo caso l'assicuratore può recedere dal contratto entro tre mesi dalla scoperta e, in caso di sinistro, la somma dovuta è ridotta in proporzione alla differenza tra il premio convenuto e quello che sarebbe stato applicato se si fosse conosciuto il vero stato delle cose.
È importante quindi prestare la massima attenzione nella compilazione dei questionari sanitari e di altre dichiarazioni richieste dall'assicuratore, rispondendo con precisione e completezza a tutte le domande, anche quando possono sembrare irrilevanti.
Le clausole di esclusione sono tra le sezioni più delicate e meno comprese dei contratti assicurativi. Queste clausole specificano quali rischi e situazioni non sono coperti dalla polizza. Ad esempio, una polizza sulla casa potrebbe escludere i danni causati da eventi naturali estremi, a meno che non venga sottoscritta un'estensione specifica della copertura. Allo stesso modo, una polizza sanitaria può non coprire determinate patologie preesistenti o i trattamenti non riconosciuti dalla medicina convenzionale.
Queste clausole possono generare frustrazione se scoperte solo al momento della richiesta di indennizzo. È quindi fondamentale leggere attentamente queste sezioni prima di firmare il contratto, valutando se le esclusioni previste possono rappresentare un rischio significativo per la propria situazione personale.
Secondo l'articolo 1469-bis del Codice Civile, le clausole che limitano o escludono la responsabilità dell'assicuratore in caso di morte o danno alla persona dell'assicurato sono considerate vessatorie e quindi inefficaci, anche se sono state oggetto di trattativa. Lo stesso vale per le clausole che limitano le azioni del consumatore nei confronti dell'assicuratore in caso di inadempimento.
Per evitare spiacevoli sorprese è consigliabile richiedere alla compagnia o all'intermediario assicurativo chiarimenti scritti su eventuali clausole poco chiare o ambigue. In caso di dubbi persistenti, è opportuno consultare un esperto indipendente prima di sottoscrivere la polizza.
La franchigia rappresenta la parte di danno che rimane a carico dell'assicurato in caso di sinistro. È importante comprendere la differenza tra franchigia assoluta e relativa, poiché hanno un impatto economico diverso:
Una delle criticità delle polizze vita moderne riguarda la presenza di clausole vessatorie nei contratti. Queste clausole limitano i diritti degli assicurati o impongono obblighi gravosi e compromettono la trasparenza del contratto. Sentenze della Corte di Cassazione e le linee guida dell'Ivass hanno evidenziato come alcune clausole, se non presentate e spiegate adeguatamente, sono nulle o abusive.
Tra le condizioni contrattuali più critiche ci sono quelle relative ai costi nascosti. Molte polizze vita, in particolare le unit linked, prevedono commissioni di ingresso, spese di gestione e penali per il riscatto anticipato che possono erodere una parte significativa dei rendimenti attesi. Alcuni contratti presentano anche limiti alla liquidabilità della polizza, che rendono complesso accedere ai fondi in caso di necessità. Il fascicolo informativo e il documento contenente le informazioni chiave (KID) sono strumenti che forniscono una panoramica dei costi e dei rischi associati al prodotto.
Secondo uno studio condotto dall'Ivass, l'incidenza media dei costi sui premi pagati può variare considerevolmente tra le diverse tipologie di polizze vita, arrivando in alcuni casi a superare il 20% del capitale investito. Questi costi possono ridurre significativamente il rendimento effettivo dell'investimento, soprattutto nei primi anni di vita della polizza.
È importante quindi richiedere alla compagnia o all'intermediario una dettagliata illustrazione di tutti i costi applicati alla polizza, compresi quelli che potrebbero non essere immediatamente evidenti, come i costi di gestione degli investimenti sottostanti.
Un altro aspetto delicato è la designazione del beneficiario. In molte polizze vita, il beneficiario può essere designato nel contratto o successivamente tramite un atto separato o testamento. La possibilità di revocare la designazione fino al momento della morte dell'assicurato può generare incertezze e contenziosi tra gli eredi. Il contraente deve chiarire la propria volontà, magari coinvolgendo un notaio o un consulente legale, per evitare contestazioni in fase di liquidazione della polizza.
La designazione del beneficiario è un atto unilaterale del contraente/assicurato, di natura personalissima, con cui lo stesso indica il beneficiario della prestazione assicurativa. Anche se contenuta nel testamento del contraente, non perde la natura di atto inter vivos, in quanto si tratta di una manifestazione di volontà che si salda con il contratto di assicurazione.
Quando i beneficiari della prestazione assicurativa sono identificati negli "eredi legittimi o testamentari" del contraente, la designazione si intende riferita a coloro che, all'apertura della successione, rivestano la qualità di chiamati all'eredità. Questi acquisiscono il diritto alla prestazione in quanto chiamati all'eredità (e non in quanto eredi), indipendentemente dall'accettazione dell'eredità dello stipulante.
Quando i beneficiari della prestazione assicurativa sono più soggetti, senza determinazione di quote, la prestazione assicurativa viene divisa tra i beneficiari in parti uguali, in conformità con il principio generale in materia di obbligazioni solidali.
Un elemento importante da considerare nelle polizze vita è il diritto di recesso, che consente all'assicurato di ripensare alla propria scelta entro un determinato periodo di tempo. Secondo la normativa italiana, il contraente ha il diritto di recedere dal contratto entro 30 giorni dalla conclusione, con restituzione del premio versato al netto delle spese sostenute per l'emissione del contratto.
Questo periodo di riflessione è particolarmente importante per le polizze vita, che rappresentano impegni finanziari a lungo termine. Durante questo periodo, è possibile esaminare attentamente tutte le condizioni contrattuali e valutare se la polizza soddisfa effettivamente le proprie esigenze.
È importante notare che il diritto di recesso è diverso dal diritto di riscatto, che permette di interrompere il rapporto assicurativo prima della scadenza, ottenendo l'erogazione anticipata della prestazione assicurativa. Il riscatto comporta spesso penalità significative, soprattutto nei primi anni di vita della polizza, e potrebbe non essere sempre conveniente dal punto di vista economico.
Un fenomeno preoccupante nel settore assicurativo è quello delle cosiddette "polizze dormienti", ovvero polizze i cui beneficiari non hanno reclamato la prestazione quando l'assicurato è deceduto perché non ne conoscevano l'esistenza. Per evitare questo problema, è importante che chi stipula una polizza vita informi almeno una persona di fiducia della sua esistenza o fornisca all'impresa di assicurazione tutte le informazioni utili per rintracciare i beneficiari.
L'Ivass ha istituito, in collaborazione con l'ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), il "Servizio ricerca polizze vita" che consente di verificare se un proprio familiare defunto ha stipulato un'assicurazione sulla vita. Inoltre, la normativa prevede che le somme non riscosse entro dieci anni dal verificarsi dell'evento assicurato siano trasferite a un fondo dedicato presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Per prevenire il fenomeno delle polizze dormienti, è consigliabile indicare nella polizza il beneficiario con il suo nominativo specifico, senza usare formule generiche, e fornire all'impresa di assicurazione tutte le informazioni utili e aggiornate per rintracciarlo.
La complessità delle polizze vita e le numerose clausole contrattuali rendono fondamentale un approccio consapevole da parte del consumatore. Prima di sottoscrivere una polizza vita, è essenziale leggere attentamente tutta la documentazione precontrattuale, in particolare il DIP Vita (Documento Informativo Precontrattuale), il KID (Key Information Document) per i prodotti di investimento assicurativo, e il DIP aggiuntivo.
Questi documenti contengono informazioni essenziali sul prodotto, come il rischio assicurato, le principali esclusioni, le modalità di pagamento del premio e i limiti della copertura assicurativa. Se qualcosa non è chiaro, è importante chiedere spiegazioni all'impresa di assicurazione o all'intermediario prima di acquistare il prodotto.
La trasparenza contrattuale è un diritto del consumatore, riconosciuto sia dalla normativa nazionale che da quella europea. I contratti devono essere redatti in termini chiari e comprensibili, e in caso di dubbio sul significato di una clausola, prevale l'interpretazione più favorevole al consumatore.