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Qual è l'età minima e massima per un contratto a chiamata? Regole, requisiti, limiti e deroghe 2025

Quali sono limiti e requisiti di età per stipulare un contratto di lavoro a chiamata: regole previste e possibili eccezioni

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Qual è l'età minima e massima per un

Il contratto a chiamata, anche noto come contratto intermittente o job on call, è una forma di lavoro flessibile e regolamentata dalla normativa italiana per rispondere alle esigenze di aziende operanti in settori dove la prestazione lavorativa è caratterizzata da discontinuità. Questa formula contrattuale, aggiornata alle disposizioni vigenti nel 2025, prevede limiti stringenti in termini di età anagrafica, durata, modalità operative e tutele per il lavoratore. 

Cos'è il contratto a chiamata e come funziona nel 2025

Il contratto a chiamata è disciplinato principalmente dal Decreto Legislativo n. 81/2015 e successive modifiche, ed è utilizzato soprattutto nei settori caratterizzati da necessità lavorative discontinue, come turismo, spettacolo, ristorazione e pubblici esercizi. Il rapporto di lavoro intermittente può essere attivato sia a tempo determinato sia a tempo indeterminato, consentendo al lavoratore di alternare periodi di attività a periodi di inattività, secondo le esigenze del datore di lavoro.

  • Con obbligo di disponibilità: il lavoratore si impegna a rispondere alle chiamate ricevendo un’indennità di disponibilità per i periodi di inattività, il cui minimo è stabilito dal CCNL ma non può essere inferiore al 20% della retribuzione prevista per il livello di inquadramento.
  • Senza obbligo di disponibilità: il lavoratore può rifiutare la chiamata senza penalità e viene retribuito solo in base alle prestazioni effettivamente svolte.

Il contratto deve essere stipulato in forma scritta e contenere gli elementi obbligatori previsti dalla normativa, tra cui: durata, condizioni soggettive od oggettive che autorizzano la stipula, modalità di richiesta della prestazione, trattamento economico, orari, tempi di preavviso (minimo un giorno lavorativo) e misure di sicurezza ai sensi del D.Lgs. 81/2008. La normativa aggiornata al 2025 prevede inoltre obblighi informativi rafforzati per i datori di lavoro, come richiesto dal d.lgs. n. 104/2025 (cd. Decreto Trasparenza).

Requisiti di età per il contratto a chiamata: limiti minimi e massimi

La possibilità di utilizzare il contratto intermittente è vincolata a precisi requisiti anagrafici, stabiliti dall’art. 13 del D.Lgs. 81/2015:

  • Soggetti con meno di 24 anni: sia all’atto della stipula sia durante la prestazione, purché le attività siano svolte fino al compimento del 25° anno di età.
  • Soggetti con più di 55 anni: senza limiti massimi, inclusi pensionati.

Per i lavoratori di età compresa tra 25 e 55 anni, il contratto a chiamata può essere stipulato solo in presenza di attività di carattere discontinuo o per le mansioni individuate nei contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali, oppure indicate dal decreto del Ministero del Lavoro (Regio Decreto n. 2657/1923). Rientrano in questa categoria professioni come custodi, portinai, camerieri, personale di servizio e altri ruoli elencati dalla normativa settoriale.

Deroghe ai limiti di età e condizioni oggettive

La legge prevede eccezioni ai criteri anagrafici in presenza di specifiche mansioni individuate dai contratti collettivi di riferimento o dalla normativa ministeriale. In questi casi, è possibile assumere con contratto a chiamata anche lavoratori fuori dalle fasce d’età standard, purché ricoprano funzioni elencate tra le attività discontinue.

  • Settori turistico, pubblici esercizi e spettacolo: i limiti relativi all’età e alla durata sono attenuati, riflettendo le peculiarità del mercato del lavoro in tali comparti.
  • Lavoro minorile: la stipula è possibile solo nel rispetto delle norme sul lavoro dei minori (età non inferiore a 16 anni, regolata dalla L. 296/2006 e dalla normativa europea sulla tutela del lavoro minorile).

È importante sottolineare che, in caso di violazione dei requisiti, il contratto si trasforma automaticamente in rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato, in base all’art. 1419 c.c.

Durata e limiti del contratto a chiamata

Il contratto intermittente è soggetto a un limite massimo di durata quantitativa: non può superare le 400 giornate di effettivo lavoro con lo stesso datore nell’arco di tre anni solari, secondo l’art. 13, comma 3, D.Lgs. 81/2015. Nel conteggio non rientrano i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, comparti per cui il limite è escluso.

  • Superando tale soglia il rapporto di lavoro si trasforma automaticamente in tempo pieno e indeterminato.
  • La Circolare Ministeriale n. 35/2013 dispone che il computo avvenga a partire dal giorno della richiesta di prestazione, su base triennale mobile.

Questo limite tutela la natura realmente occasionale/intermittente del rapporto, impedendo un utilizzo strutturale improprio del contratto a chiamata.

Obblighi e comunicazioni: come avviene la chiamata e gli adempimenti nel 2025

Le imprese che attivano un rapporto intermittente devono ottemperare a obblighi di comunicazione nei confronti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro:

  • Comunicazione preventiva per ogni chiamata, da trasmettere prima dell’inizio della prestazione o di un ciclo integrato di massimo 30 giorni, tramite canali ufficiali indicati dal Ministero (portale ClicLavoro, email, app o SMS), pena sanzione amministrativa da 400 a 2.400 euro per lavoratore.
  • Comunicazioni annuali obbligatorie verso le rappresentanze sindacali aziendali (RSA/RSU).
  • Stesura e aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), essenziale ai fini della legittimità della prestazione.

Le procedure amministrative riflettono le novità introdotte dal Decreto Trasparenza, che impone maggiore chiarezza sulle condizioni contrattuali e sugli orari di lavoro.

Diritti, tutele e retribuzione del lavoratore a chiamata

Il lavoratore intermittente gode di un sistema di tutele assimilabile a quello del lavoro subordinato tradizionale:

  • Diritto a una retribuzione proporzionata alle ore lavorate, secondo i minimi previsti dal CCNL di settore.
  • Eventuale indennità di disponibilità (minimo 20% della paga base), maturata nei periodi in cui il lavoratore, pur non impiegato, resta disponibile in caso di chiamata obbligatoria.
  • Maggiorazioni per lavoro straordinario, festivo e domenicale (in base a D.Lgs. 66/2003 e art. 17 D.Lgs. 81/2015).
  • Tutela in caso di malattia (con comunicazione tempestiva in caso di impedimento, pena sospensione dell’indennità), maternità, ferie, tredicesima/quattordicesima e TFR, calcolati pro quota.

Il lavoratore a chiamata mantiene lo stesso trattamento economico e normativo degli altri dipendenti di pari livello, adeguato alla prestazione effettivamente resa.

I principali divieti e le sanzioni nel contratto a chiamata

L’uso del contratto intermittente è proibito nei seguenti casi (art. 14 D.Lgs. 81/2015):

  • Per la sostituzione di dipendenti in sciopero.
  • Nelle unità produttive che abbiano effettuato licenziamenti collettivi o siano coinvolte da sospensioni/riduzioni orarie degli stessi lavoratori nei 6 mesi precedenti.
  • Per i datori non in regola con la valutazione dei rischi sulla sicurezza (D.Lgs. 81/2008).
  • Laddove lo vietino i contratti collettivi applicati nel settore di riferimento.

La violazione comporta la conversione automatica in un contratto a tempo pieno e indeterminato.

FAQ su età, limiti e deroghe nel contratto a chiamata

  • Qual è l’età minima per il contratto a chiamata?
    È ammessa l’assunzione dai 16 anni compiuti (in conformità alla normativa sul lavoro minorile), ma il requisito ordinario è riservato agli under 24 (prestazioni entro i 25 anni).
  • Qual è l’età massima?
    Per i lavoratori over 55 non esistono limiti massimi: inclusi i pensionati.
  • Si può stipulare fuori da queste fasce di età?
    Sì, solo per ruoli e attività discontinui individuati dai contratti collettivi o dalla normativa ministeriale.
  • Cosa succede se supero il limite delle 400 giornate?
    Il rapporto si trasforma in un contratto a tempo pieno e indeterminato.
  • Che diritti hanno i lavoratori a chiamata?
    Gli stessi diritti economici e normativi di qualsiasi altro lavoratore subordinato, pro quota rispetto alla prestazione effettiva.
  • Quali settori prevedono deroghe più ampie?
    Turismo, pubblici esercizi e spettacolo sono settori per cui vigono regole più elastiche su limiti anagrafici e di durata.

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