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Quali pensioni sono reversibili e danno diritto alla pensione di reversibilità

Quali pensioni sono reversibili nel 2025 e danno diritto alla pensione di reversibilità per coniuge, figli o familiari secondo la normativa aggiornata

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quali pensioni sono reversibili e danno

La pensione di reversibilità rappresenta un importante sostegno economico per i familiari di un soggetto deceduto che percepiva una pensione o che aveva maturato determinati requisiti contributivi. Questo trattamento previdenziale, disciplinato dalla normativa vigente, segue regole precise per quanto riguarda sia i beneficiari che gli importi spettanti. Vediamo nel dettaglio quali sono le prestazioni previdenziali reversibili, a chi spettano e in quali circostanze.

Quali pensioni sono reversibili secondo la normativa

Non tutti i trattamenti pensionistici possono essere trasferiti ai familiari superstiti. Secondo quanto stabilito dalla normativa previdenziale attuale, solo alcune tipologie di pensioni sono reversibili. In particolare, le prestazioni previdenziali che possono essere trasferite ai familiari superstiti, in percentuali e importi fissati dalla legge e a condizione di soddisfare specifici requisiti per ogni trattamento corrisposto, sono:

  • Pensione di vecchiaia - il trattamento pensionistico ordinario percepito al raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi;
  • Pensione anticipata - il trattamento riconosciuto prima del raggiungimento dell'età pensionabile standard;
  • Pensione di inabilità - erogata in caso di impossibilità totale a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Questi trattamenti, al momento del decesso del titolare, possono essere trasferiti ai familiari aventi diritto secondo precise percentuali stabilite dalla legge, garantendo così una continuità del sostegno economico al nucleo familiare.

Chi ha diritto alla pensione di reversibilità

La pensione di reversibilità spetta principalmente al coniuge e ai figli del pensionato o dell'assicurato deceduto. I beneficiari di questo trattamento sono chiaramente identificati dalla normativa previdenziale, che stabilisce anche l'ordine di priorità tra i vari soggetti.

In particolare, secondo la legge, hanno diritto a percepire la pensione di reversibilità in quanto superstiti:

  • Il coniuge o la persona unita civilmente;
  • Il coniuge divorziato, a condizione che sia titolare dell'assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Nel caso in cui il defunto abbia contratto nuovo matrimonio dopo il divorzio, le quote spettanti al coniuge superstite e al coniuge divorziato sono stabilite con sentenza dal Tribunale, che valuta vari elementi come la durata dei rispettivi matrimoni e le condizioni economiche dei richiedenti.

Hanno inoltre diritto alla pensione di reversibilità:

  • I figli minorenni alla data del decesso dell'assicurato;
  • I figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall'età;
  • I figli maggiorenni studenti, a carico del genitore al momento del decesso, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, fino al 21° anno di età;
  • I figli maggiorenni universitari, a carico del genitore al momento del decesso, che non lavorano ma frequentano l'università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26° anno di età.

Percentuali di reversibilità spettanti ai familiari

L'importo della pensione di reversibilità non è uguale al 100% della pensione originaria, ma viene calcolato in base a determinate percentuali che variano in funzione della composizione del nucleo familiare superstite. Queste percentuali sono stabilite dalla normativa previdenziale e si applicano all'ammontare della pensione che percepiva il defunto o che avrebbe percepito se fosse andato in pensione.

Le aliquote di reversibilità sono così stabilite:

  • 60% per il solo coniuge superstite;
  • 80% per il coniuge con un figlio a carico;
  • 100% per il coniuge con due o più figli a carico.

Qualora abbiano diritto alla pensione soltanto i figli, le aliquote di reversibilità sono:

  • 70% per un solo figlio;
  • 80% per due figli;
  • 100% per tre o più figli.

In assenza di coniuge e figli, la pensione può essere riconosciuta ad altri familiari a carico come genitori, fratelli e sorelle, con aliquote generalmente inferiori che partono dal 15% per ciascun beneficiario.

Beneficiari in assenza di coniuge e figli

In mancanza del coniuge e dei figli, la pensione di reversibilità può essere riconosciuta ad altri familiari che erano a carico del pensionato o dell'assicurato deceduto. Questo rappresenta una forma di tutela previdenziale estesa che cerca di proteggere anche altri membri del nucleo familiare che dipendevano economicamente dal defunto.

In particolare, possono beneficiare della pensione di reversibilità:

  • I genitori del defunto, a condizione che:
    • Abbiano almeno 65 anni di età;
    • Non siano titolari di pensione diretta o indiretta;
    • Risultassero a carico del defunto al momento del decesso.
  • I fratelli celibi e le sorelle nubili del defunto, a condizione che:
    • Siano inabili al lavoro;
    • Non siano titolari di pensione diretta o indiretta;
    • Risultassero a carico del defunto al momento del decesso.

Le percentuali riconosciute a questi beneficiari sono generalmente più basse rispetto a quelle previste per il coniuge e i figli, partendo dal 15% per ciascun beneficiario, ma possono aumentare in base al numero dei richiedenti fino a raggiungere, in casi eccezionali, il 100% della pensione originaria.

La pensione di invalidità e il suo trattamento in caso di decesso

A differenza delle altre tipologie pensionistiche menzionate, la pensione di invalidità non rientra tra le prestazioni reversibili. Questo rappresenta un aspetto importante da considerare nella pianificazione previdenziale, soprattutto per coloro che percepiscono tale trattamento.

Stando a quanto previsto dalla normativa previdenziale, in caso di decesso del titolare della pensione di invalidità, gli eredi non hanno diritto alla reversibilità di questo tipo di pensione poiché non è un trattamento reversibile. Tuttavia, i familiari superstiti possono richiedere la pensione indiretta, che rappresenta una forma alternativa di tutela previdenziale.

Quando muore una persona che percepisce la pensione di invalidità, ai superstiti spetta la pensione indiretta, che viene concessa a condizione che il defunto avesse maturato specifici requisiti contributivi al momento del decesso, ovvero:

  • 15 anni di contribuzione complessiva, oppure
  • 5 anni di contribuzione, di cui almeno 3 versati nei 5 anni precedenti il decesso.

Questa distinzione tra pensione di reversibilità e pensione indiretta è fondamentale per comprendere quali diritti spettino ai familiari superstiti in caso di decesso di un titolare di pensione di invalidità, garantendo comunque una forma di protezione sociale anche in queste situazioni.

Decorrenza e modalità di richiesta della pensione di reversibilità

La pensione di reversibilità non viene erogata automaticamente, ma deve essere richiesta dai familiari aventi diritto. È importante conoscere le procedure corrette e le tempistiche per non perdere questo importante sostegno economico.

La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell'assicurato. Per ottenere la prestazione, è necessario presentare domanda all'INPS attraverso uno dei seguenti canali:

  • Online, attraverso il portale web dell'INPS, accedendo con le proprie credenziali digitali (SPID, CIE o CNS);
  • Tramite i servizi offerti dai Patronati o da altri intermediari autorizzati;
  • Contattando il Contact Center dell'INPS.

Alla domanda vanno allegati i documenti che attestano la situazione familiare e il possesso dei requisiti richiesti per ciascun beneficiario. Nel caso di figli maggiorenni inabili, è necessario presentare anche la certificazione medica che attesti lo stato di inabilità.

È importante sottolineare che, in caso di decesso di un pensionato, gli importi della pensione relativi al mese in cui è avvenuto il decesso spettano agli eredi, mentre le eventuali mensilità erogate successivamente e non dovute devono essere restituite all'INPS.

Perdita del diritto alla pensione di reversibilità

Il diritto alla pensione di reversibilità non è sempre definitivo, ma può cessare al verificarsi di determinate condizioni, che variano a seconda del beneficiario. Conoscere queste cause di cessazione è importante per evitare di incorrere in indebiti previdenziali che dovrebbero poi essere restituiti.

Le principali cause di cessazione del diritto sono:

  • Per il coniuge superstite: la contrazione di nuovo matrimonio. In questo caso, viene riconosciuta una liquidazione una tantum pari a due annualità della sua quota di pensione, compresa la tredicesima mensilità;
  • Per i figli minori: il raggiungimento della maggiore età (18 anni), a meno che non proseguano gli studi;
  • Per i figli studenti di scuola secondaria: il compimento dei 21 anni o l'interruzione degli studi prima di tale età;
  • Per i figli universitari: il completamento del corso di studi o il compimento dei 26 anni, oppure l'inizio di un'attività lavorativa stabile;
  • Per i figli inabili: il venir meno dello stato di inabilità;
  • Per i genitori: l'acquisizione di un'altra pensione;
  • Per i fratelli e sorelle: l'acquisizione di un'altra pensione, il venir meno dello stato di inabilità o la contrazione di matrimonio.

È importante comunicare tempestivamente all'INPS il verificarsi di queste condizioni, per evitare la formazione di indebiti che dovrebbero poi essere restituiti con eventuali interessi.

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