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Quali sono i lavori e mansioni a rischio in gravidanza. Lista 2025 aggiornata

Lavori in piedi, lavori che si svolgono a contatto con sostanze chimiche, lavori soggetti a vibrazioni continue: quali sono i lavori considerati a rischio durante la gravidanza

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quali sono i lavori e mansioni a rischio

Durante la gestazione, il benessere della lavoratrice e del nascituro è una priorità assoluta tutelata dalla normativa italiana. Alcune mansioni e contesti professionali possono però comportare rischi specifici legati alla salute della futura madre o del bambino, rendendo necessario intervenire tempestivamente per limitare l'esposizione a tali pericoli.

Quali sono le mansioni e i lavori ritenuti a rischio in gravidanza?

Nel 2025, la lista delle mansioni considerate rischiose per le donne in gravidanza risulta aggiornata alla luce delle più recenti disposizioni normative e delle indicazioni fornite dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro (nota INL n. 5944/2025). Nello specifico, il D.Lgs. 151/2001 e i relativi allegati individuano diverse categorie di lavori vietati oppure consentiti solo a determinate condizioni di sicurezza, tra cui:

  • Attività che comportano il sollevamento, il trasporto e la movimentazione di carichi superiori a 3 kg, salvo occasionalità; si tratta ad esempio di magazziniere, addetto alla logistica, operatore sanitario e alcuni profili nell’edilizia.
  • Lavori che prevedono una stazione eretta prolungata (esempio: commesse, parrucchiere, addette alla ristorazione) dove si permane in piedi per oltre metà dell’orario lavorativo o si assumono posture scomode e affaticanti.
  • Attività svolte su scale o impalcature, o che comportano rischi di caduta dall’alto.
  • L’utilizzo di macchine utensili vibranti, macchinari mossi a pedale, strumenti che producono intense vibrazioni, o la guida di mezzi di trasporto in movimento (bus, treni, navi, aerei, macchine movimento terra).
  • Esposizione a sostanze chimiche pericolose, agenti tossici, cancerogeni, nocivi, corrosivi, irritanti o infiammabili, come nelle industrie chimiche, farmaceutiche, laboratori e agricoltura (uso di concimi, diserbanti).
  • Contatto con agenti biologici e rischio di infezioni (ospedali, laboratori, scuole dell’infanzia e primarie, case di riposo, allevamento).
  • Lavoro in ambienti insalubri (eccessivamente caldi, freddi, polverosi o rumorosi), ambienti con presenza di radiazioni ionizzanti o microclimi sfavorevoli.
  • Lavori notturni: la normativa vieta l’attività dalle 24.00 alle 6.00 per tutta la gravidanza.
  • Occupazioni caratterizzate da stress lavorativo elevato, ritmi imposti dalla macchina, pago a cottimo.
  • Assistenza e cura di soggetti infetti o con patologie neurologiche/mentali (ad esempio reparti ospedalieri, RSA, scuole di sostegno, sanatori).
  • Attività in sotterranei, cave, miniera, impianti industriali ad alto rischio

Lavori a rischio nel settore scuola e assistenza

Particolari tutele si applicano a:

  • Educatrici di asilo nido e insegnanti della scuola dell’infanzia: rischi legati al sollevamento di bambini, igiene, contatto prolungato, postura eretta e rischio biologico;
  • Insegnanti di scuola primaria: rischio biologico collegato a epidemie/malattie esantematiche;
  • Personale di sostegno e operatori in contesti con allievi non autosufficienti, disabili fisici o comportamentali: rischio di movimentazione, esposizione biologica, posture incongrue;
  • Ambito sanitario/assistenziale: rischi da sovraccarichi fisici, contagio infezioni, turnazioni notturne.

Eccezioni e limiti temporali

Le restrizioni possono estendersi fino a sette mesi dopo il parto, a seconda del rischio e della mansione. In alcuni casi, come nelle scuole durante il periodo di chiusura, l’assenza del rischio esclude la necessità dell’astensione (secondo le recenti circolari INL).

Tabella riepilogativa, principali lavori e mansioni vietati in gravidanza 2025

Tipologia di rischio Esempi di mansioni
Sollevamento/trasporto pesi Magazziniere, addetto carico/scarico, OSS
Posizioni statiche o posture incongrue Commesse, parrucchiere, addette ristorazione
Lavoro con vibrazioni/macchine utensili Operaio industriale, conduttore mezzi
Esposizione a sostanze o agenti chimici Chimico, agricoltrice, laboratorio
Contatto con agenti biologici Infermiera, educatrice asilo, assistente scolastica
Ambiente rumoroso/temperature estreme Operaio fonderia, frigorista, fornaio
Lavoro notturno Turnista, addetta pulizie notturne
Salita su scale/impalcature Edilizia, manutenzione, magazzino

Diritti e tutele, maternità anticipata per lavori a rischio

La legge riconosce il diritto alla maternità anticipata non solo per motivi medici, ma anche per l’esposizione a lavori e condizioni pregiudizievoli secondo le valutazioni del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) redatto dal datore di lavoro ai sensi degli artt. 28 e seguenti del D.Lgs. 81/2008.

La procedura è disciplinata nei dettagli dalla nota INL n. 5944 dell’8 luglio 2025 e prevede:

  • Presentazione della domanda da parte della lavoratrice o del datore di lavoro all’Ispettorato Territoriale del Lavoro tramite il modulo INL 11.1/11, allegando certificato medico, DVR e dichiarazione sulle mansioni.
  • L’Ispettorato ha 7 giorni lavorativi per l’istruttoria e può richiedere integrazioni; la sospensione dal lavoro può essere immediata in caso di rischio evidente.
  • L’indennità di maternità anticipata viene riconosciuta dall’INPS alle lavoratrici dipendenti e, per la Gestione Separata, alle professioniste iscritte, con importi e modalità di pagamento previsti dalla normativa aggiornata.
  • In caso di impossibilità di assegnare incarichi sicuri, il datore di lavoro è obbligato a promuovere lo spostamento temporaneo della lavoratrice ad altra mansione idonea, garantendo comunque la parità di trattamento e la retribuzione; qualora ciò non sia possibile, può essere richiesta l’astensione anticipata.

È importante conservare tutta la documentazione relativa alle valutazioni dei rischi presentate e alle comunicazioni inviate agli enti competenti, utile anche per future verifiche o contenziosi.

Obblighi e responsabilità del datore di lavoro

Con la comunicazione di gravidanza, il datore di lavoro deve immediatamente:

  • Analizzare i rischi connessi a mansioni e ambienti secondo il DVR, con attenzione particolare all’esposizione ad agenti fisici, chimici, biologici e ai fattori ergonomici.
  • Informare la lavoratrice e il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza sulle misure di protezione adottate, modificando tempistiche, luoghi od orari se necessario.
  • Adibire la lavoratrice ad altra mansione idonea, anche se si tratta di incarico inferiore (senza riduzione della retribuzione o della qualifica contrattuale).
  • In assenza di alternative, avviare la procedura per l’interdizione, seguendo le istruzioni aggiornate dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

Inadempimenti e mancato rispetto delle prescrizioni sono sanzionati penalmente (arresto fino a sei mesi per l’inosservanza degli obblighi, secondo l’art. 7 del D.Lgs. 151/2001).

Come presentare domanda di astensione per lavoro a rischio nel 2025

Le ultime novità del 2025 hanno semplificato e uniformato la procedura:

  • La richiesta può essere presentata direttamente dalla lavoratrice o dal datore di lavoro presso la sede territoriale INL, anche via PEC, compilando i moduli forniti dalla circolare 5944/2025.
  • Allegare certificato medico (pubblico o, se privato, confermato da struttura pubblica), DVR aggiornato e dichiarazione sulle mansioni lavorative.
  • La ricezione della domanda costituisce giustificativo per l’assenza dal lavoro in attesa del provvedimento.
  • In caso di urgenza o rischio evidente per la gravidanza, la sospensione può essere disposta immediatamente.

Per la gestione e i diritti durante l’astensione si consiglia di consultare la guida aggiornata sul sito dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro o dell’INPS.

Dal 2025, anche le lavoratrici autonome e le professioniste iscritte alla Gestione Separata INPS possono usufruire della tutela per astensione da lavori a rischio, presentando domanda diretta all’ente previdenziale. Il pagamento dell’indennità segue i criteri fissati dall’INPS, con una copertura rapportata ai contributi versati rispetto alla media di riferimento.

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