Quando si parla di superminimo bisogna comprendere la distinzione tra superminimo assorbibile e non assorbibile, dato che questa differenza ha impatti sulla retribuzione dei lavoratori. È fondamentale che le clausole di assorbibilità siano chiaramente specificate nel contratto o negli accordi collettivi.
In mancanza di specifiche indicazioni contrattuali, il principio generale dell'assorbimento viene applicato, salvo esclusioni esplicite, come gli aumenti derivanti dagli scatti di anzianità.
Superminimo assorbibile o non assorbibile, quali sono le differenze
Come sapere se si applica il superminimo assorbibile o non assorbibile
Il superminimo assorbibile è un incremento salariale che può essere ridotto o eliminato in caso di futuri aumenti retributivi, come il passaggio di livello o i rinnovi contrattuali. Ad esempio, se un dipendente riceve un aumento della paga base a seguito di un rinnovo contrattuale, l'importo del superminimo viene ridotto di conseguenza. Questo meccanismo consente all'azienda di adattare la retribuzione totale del dipendente agli aumenti stabiliti dai contratti collettivi senza incrementare ulteriormente i costi salariali complessivi.
Un caso pratico può essere quello di un lavoratore con una retribuzione base di 2.000 euro lordi e un superminimo assorbibile di 500 euro. Se il contratto collettivo prevede un aumento della paga base a 2.050 euro, il superminimo viene ridotto a 450 euro, mantenendo la retribuzione totale invariata a 2.500 euro lordi.
Il superminimo non assorbibile, al contrario, è un incremento che rimane fisso indipendentemente dagli aumenti salariali futuri derivanti da rinnovi contrattuali o passaggi di livello. Questo significa che il superminimo non viene ridotto e si aggiunge ai nuovi aumenti della retribuzione base. Ad esempio, se un lavoratore con una retribuzione base di 2.000 euro lordi e un superminimo non assorbibile di 500 euro riceve un aumento della paga base a 2.050 euro, la sua retribuzione totale diventa 2.550 euro lordi.
Il superminimo può essere attribuito sia individualmente sia collettivamente. Il superminimo individuale è generalmente concordato nel contratto di assunzione o durante il rapporto di lavoro con una lettera specifica. Viene stabilito in base a diversi fattori, tra cui la professionalità, le competenze e il valore aggiunto del lavoratore. Il superminimo collettivo è invece determinato dagli accordi collettivi aziendali e si applica a categorie specifiche di dipendenti o a tutta la forza lavoro.
Per determinare se il superminimo è assorbibile o non assorbibile bisogna fare riferimento al contratto di lavoro o alla lettera di assunzione. In questi documenti dovrebbe essere chiaramente indicata la natura del superminimo. Ecco alcuni passi per verificare:
Verificare se nel contratto o nella lettera di assunzione è specificato che il superminimo è assorbibile o non assorbibile. Alcuni contratti collettivi nazionali possono prevedere clausole specifiche sull’assorbibilità dei superminimi. Ad esempio, il Contratto Commercio Terziario vieta l'assorbimento degli aumenti ad personam. Se i documenti non sono chiari, è possibile chiedere spiegazioni al datore di lavoro o consultare un consulente del lavoro per un'interpretazione accurata.
La clausola di non assorbibilità offre maggiore stabilità economica al lavoratore: garantisce che l'importo concordato a titolo di superminimo rimanga invariato anche in caso di aumenti salariali. Questo può essere particolarmente vantaggioso in settori dove gli aumenti contrattuali sono frequenti.