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Cosa significa domanda decaduta per l'Assegno unico e cosa bisogna fare se si riceve questo messaggio dall'Inps

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le disposizioni aggiornate dell'Inps

Numerosi cittadini hanno iniziato a ricevere sms dall'Inps che aggiornano lo stato delle loro domande per l'Assegno unico e universale 2024.

Se mi arriva un sms in cui si parla domanda decaduta, cosa fare? Molti cittadini hanno infatti ricevuto messaggi dall'Inps riguardanti lo stato delle loro domande per l'Assegno unico 2024. Gli sms inviati avvisavano i destinatari che la loro domanda "è decaduta". Questa comunicazione ha generato incertezza tra gli utenti, molti dei quali si sono chiesti se questo avrebbe influenzato la ricezione dei loro pagamenti.

Per rispondere a queste preoccupazioni, l'Inps ha rilasciato una nota ufficiale per spiegare la situazione. La precisazione dell'Istituto mira a fornire dettagli su cosa comporta effettivamente questa decadenza e quali passi possono intraprendere i cittadini per assicurarsi di non perdere i benefici previsti. Approfondiamo tutto:

  • Assegno unico 2024, cosa significa domanda decaduta
  • Le disposizioni aggiornate dell'Inps

Assegno unico 2024, cosa significa domanda decaduta

Numerosi cittadini hanno iniziato a ricevere messaggi sms dall'Inps che aggiornano lo stato delle loro domande per l'Assegno unico e universale 2024. Questi avvisi si riferiscono all'annualità 2023 e sono indirizzati a coloro i quali non dovevano presentare una nuova domanda di Assegno unico avendo già percepito il Reddito di cittadinanza. Queste comunicazioni non interessano le domande di Assegno unico già approvate per gli anni 2023 e 2024, per le quali non sono previste modifiche.

Gli utenti possono controllare la propria situazione accedendo all'area MyInps con le proprie credenziali, oppure attraverso i canali istituzionali dell'istituto.

Per quanto riguarda i pagamenti dell'Assegno unico, l'Inps ha stabilito due date per il 2023: il 18 maggio e il 19 maggio. I beneficiari sono distinti in due categorie: coloro che ricevono il pagamento per la prima volta e quelli a cui viene erogato automaticamente tramite la Carta del Reddito di Cittadinanza o la pensione.

Per verificare le date di pagamento e ulteriori dettagli sul proprio assegno universale, gli utenti possono accedere al portale Inps, nella sezione fascicolo previdenziale del cittadino. Dopo aver effettuato l'accesso con Spid, Cie o Cns, è possibile navigare nella sezione Prestazioni e successivamente in Pagamenti, selezionando l'anno di interesse, per esempio, 2023.

Le disposizioni aggiornate dell'Inps

L'Inps ha introdotto modifiche al regime di erogazione dell'Assegno unico, rivolto alle famiglie beneficiarie del Reddito di cittadinanza. Secondo la circolare 41 del 2023, le date di accredito del beneficio per i figli sono state specificate in due distinte finestre mensili: dal 10 al 20 per le famiglie la cui situazione non presenta variazioni, e dal 20 al 31 per quelle famiglie che hanno avuto cambiamenti nel reddito o nella composizione familiare.

A partire da gennaio 2023, l'assegno per i figli a carico sotto un anno di età è stato aumentato del 50%, una misura estesa anche ai nuclei con almeno tre figli nella fascia di età da uno a tre anni, a condizione che l'Isee rimanga sotto i 40.000 euro, con un aggiustamento annuale basato sull'inflazione.

Per facilitare l'accesso a queste prestazioni, i beneficiari possono rivolgersi ai patronati o gestire le pratiche direttamente online attraverso il sito inps.it, accedendo alla sezione Prestazioni e Servizi e poi Assegno unico e universale per i figli a carico. Occorre disporre di Spid, Cie o Cns per accedere. Alternativamente, è disponibile il contact center integrato, contattabile al numero 803.164 da rete fissa o al 06.164164 da mobile.

Il decreto lavoro 2023, pubblicato il 4 maggio sulla Gazzetta ufficiale 103, introduce un incremento nell'importo della prestazione. Questo aumento, precedentemente riservato ai nuclei familiari con entrambi i genitori lavoratori, sarà esteso a partire da giugno anche alle famiglie monoparentali con un genitore vedovo e lavoratore, con un'aggiunta di 30 euro.