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Quando conviene fallire ad una azienda se ha troppi debiti? I vantaggi dell'autofallimento

Quando si hanno troppi debiti e la consapevolezza di non farcela: quali sono i casi in cui conviene dichiarare fallimento ad una azienda

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
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La situazione di sovraindebitamento rappresenta una problematica seria per molte imprese che, nonostante gli sforzi, si trovano sommerse da obbligazioni finanziarie impossibili da onorare. Quando un'attività commerciale accumula debiti eccessivi verso istituti di credito, fornitori o enti fiscali come l'Agenzia delle Entrate, potrebbe trovarsi in una posizione in cui la dichiarazione di fallimento diventa una soluzione da considerare seriamente. Contrariamente a quanto si possa pensare, in determinati contesti, l'autofallimento può rappresentare una strategia legittima per affrontare una situazione finanziaria ormai compromessa.

Il sovraindebitamento aziendale: quando i debiti diventano insostenibili

Il sovraindebitamento si verifica quando un'impresa accumula passività eccessive verso diverse categorie di creditori:

  • Esposizioni bancarie (finanziamenti, mutui, aperture di credito)
  • Debiti con fornitori per merce o servizi non pagati
  • Pendenze tributarie per omessi versamenti IVA
  • Contributi previdenziali INPS non corrisposti
  • Altre obbligazioni verso dipendenti o terzi

Questa condizione rende l'impresa incapace di far fronte ai propri impegni finanziari con le normali entrate derivanti dall'attività commerciale. Secondo la normativa vigente, tale situazione espone l'azienda a rischi significativi, tra cui azioni esecutive da parte dei creditori, che possono portare al pignoramento di beni aziendali o addirittura personali dell'imprenditore in caso di società con responsabilità illimitata.

In simili circostanze, valutare la possibilità di una procedura fallimentare può rivelarsi una scelta strategica per evitare conseguenze ancora più dannose nel lungo periodo.

Valutazione preliminare: quando considerare l'autofallimento

Prima di presentare un'istanza di autofallimento, è fondamentale effettuare un'analisi approfondita della situazione patrimoniale dell'impresa. Questo processo richiede la considerazione di diversi fattori chiave:

  • L'ammontare complessivo dei debiti e la loro natura (bancari, commerciali, fiscali)
  • Il capitale aziendale disponibile e la sua liquidità
  • Il patrimonio dell'impresa, includendo immobili, macchinari, crediti esigibili
  • La capacità di generare flussi di cassa futuri

Se dall'analisi emerge un divario incolmabile tra passività e possibilità concrete di risanamento, la dichiarazione di fallimento potrebbe rappresentare la soluzione più adeguata per evitare l'aggravarsi della situazione debitoria e le relative conseguenze legali.

Requisiti per procedere con l'autofallimento

Per poter richiedere l'autofallimento, l'impresa deve soddisfare determinati requisiti stabiliti dalla legge fallimentare:

  • Essere un imprenditore commerciale (non agricolo)
  • Superare almeno una delle soglie dimensionali previste (attivo patrimoniale, ricavi lordi, indebitamento)
  • Trovarsi in stato di insolvenza, ossia nell'impossibilità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni

È importante consultare un legale specializzato in diritto fallimentare per verificare la sussistenza di questi requisiti prima di procedere con l'istanza.

I vantaggi dell'autofallimento per un'azienda in difficoltà

Nonostante la connotazione negativa associata al termine "fallimento", questa procedura può offrire alcuni vantaggi significativi per un'impresa che si trova in una situazione debitoria insostenibile:

Blocco delle azioni esecutive individuali

Un beneficio immediato della dichiarazione di fallimento è il blocco automatico di tutte le azioni esecutive individuali da parte dei creditori. Con l'apertura della procedura fallimentare, i creditori non possono più agire singolarmente per recuperare i propri crediti, ma devono necessariamente insinuarsi nel passivo fallimentare, seguendo le regole della procedura concorsuale.

Questo rappresenta una forma di protezione per l'imprenditore, che non dovrà più affrontare molteplici procedimenti esecutivi paralleli, con relativi costi e stress psicologico.

Cristallizzazione dei debiti

Con la sentenza dichiarativa di fallimento, tutti i debiti dell'impresa si considerano scaduti e cristallizzati alla data della dichiarazione. Questo significa che:

  • Si interrompe il decorso degli interessi sui debiti chirografari
  • Si blocca l'accumulo di sanzioni e interessi sui debiti tributari
  • Si evita l'ulteriore incremento dell'esposizione debitoria

Possibilità di separare il patrimonio personale da quello aziendale

Uno degli aspetti più rilevanti, soprattutto per le società di capitali, è la distinzione netta tra patrimonio aziendale e personale. In caso di società a responsabilità limitata o per azioni, i debiti aziendali non possono intaccare il patrimonio personale dell'imprenditore (salvo casi specifici di responsabilità personale).

Questo principio consente all'imprenditore di preservare i propri beni personali, anche in presenza di un fallimento aziendale significativo.

Scenari possibili dopo la presentazione dell'istanza di autofallimento

Una volta presentata l'istanza di autofallimento al tribunale competente, possono verificarsi due principali scenari:

Scenario 1: Società senza patrimonio significativo

Se l'azienda risulta priva di beni o con patrimonio irrisorio, il tribunale, verificata la sussistenza dei requisiti, dichiara il fallimento. In questo caso, i creditori non potranno più esigere il pagamento dei debiti dalla società, poiché non vi sono attività da liquidare per soddisfare le loro pretese.

Questo scenario rappresenta una via d'uscita per l'imprenditore che si trova in una situazione debitoria irreversibile senza possibilità concrete di risanamento.

Scenario 2: Società con patrimonio disponibile

Se l'azienda possiede beni di valore (immobili, macchinari, attrezzature, crediti esigibili), il tribunale nominerà un curatore fallimentare che procederà alla liquidazione del patrimonio aziendale per soddisfare, nei limiti del possibile, i creditori secondo l'ordine di privilegio stabilito dalla legge.

In questo caso, gli asset aziendali vengono venduti e il ricavato viene distribuito tra i creditori secondo la graduatoria dei crediti prevista dal codice civile.

Conseguenze dell'autofallimento sui debiti pregressi

Un aspetto fondamentale da considerare riguarda le conseguenze dell'autofallimento sui debiti esistenti prima della dichiarazione di fallimento:

  • I debiti maturati prima della sentenza dichiarativa sono considerati scaduti e non più esigibili individualmente dai creditori
  • I creditori devono presentare domanda di insinuazione al passivo per vedere riconosciuti i propri diritti
  • La soddisfazione dei crediti avviene secondo l'ordine di privilegio stabilito dalla legge (crediti prededucibili, crediti privilegiati, crediti chirografari)

È importante sottolineare che con la dichiarazione di fallimento, i creditori non possono intraprendere o proseguire alcuna azione individuale nei confronti dell'imprenditore per rivalersi sui beni compresi nella procedura fallimentare.

Protezione del patrimonio personale dell'imprenditore

Un elemento rassicurante per molti imprenditori è che, nel caso di società di capitali (S.r.l., S.p.A.), il fallimento riguarda esclusivamente il patrimonio societario e non quello personale dei soci o amministratori (salvo casi particolari di responsabilità).

Se al momento della dichiarazione di fallimento la società non possiede beni sufficienti per ripagare i debiti, i creditori non potranno rivalersi sul patrimonio personale dell'imprenditore. Questo rappresenta una protezione significativa per chi opera attraverso società a responsabilità limitata.

Aspetti reputazionali e conseguenze professionali

Se da un lato l'autofallimento offre una soluzione giuridica ai problemi di sovraindebitamento, dall'altro comporta alcune conseguenze negative sul piano reputazionale e professionale che è opportuno considerare:

  • Iscrizione nel registro dei falliti, con conseguenti limitazioni personali (sebbene queste siano state notevolmente ridotte dalle riforme degli ultimi anni)
  • Compromissione della reputazione creditizia che può rendere difficile l'accesso a finanziamenti futuri
  • Danno all'immagine professionale nei confronti di potenziali partner commerciali o clienti

Queste ripercussioni vanno attentamente valutate prima di procedere con l'istanza di autofallimento, considerando il proprio progetto imprenditoriale futuro.

Alternative all'autofallimento: soluzioni per la crisi d'impresa

Prima di optare per l'autofallimento, è opportuno considerare le procedure alternative che l'ordinamento mette a disposizione per gestire la crisi d'impresa:

Concordato preventivo

Il concordato preventivo è una procedura che consente all'imprenditore in difficoltà di proporre ai creditori un piano di ristrutturazione del debito, che può prevedere:

  • Pagamento parziale dei debiti
  • Dilazione dei pagamenti
  • Cessione di beni ai creditori
  • Prosecuzione dell'attività aziendale sotto la supervisione di un commissario giudiziale

Questa soluzione permette di evitare il fallimento e di trovare un accordo con i creditori, mantenendo in vita l'attività imprenditoriale.

Accordi di ristrutturazione dei debiti

Gli accordi di ristrutturazione consentono all'imprenditore di negoziare direttamente con i creditori un piano di rientro del debito, che deve essere approvato da creditori rappresentanti almeno il 60% dell'esposizione debitoria.

Una volta omologato dal tribunale, l'accordo diventa vincolante e offre protezione dalle azioni esecutive individuali.

Composizione negoziata della crisi

La composizione negoziata è uno strumento recentemente introdotto che prevede la nomina di un esperto indipendente per facilitare le trattative tra imprenditore e creditori, al fine di individuare una soluzione per il superamento della crisi.

Questa procedura è caratterizzata da maggiore informalità e flessibilità rispetto alle altre alternative.

Quando l'autofallimento rappresenta realmente la scelta migliore

Nonostante le alternative disponibili, esistono situazioni in cui l'autofallimento rappresenta effettivamente la soluzione più adeguata:

In questi casi, presentare istanza di autofallimento può rappresentare una scelta responsabile da parte dell'imprenditore, che riconosce l'impossibilità di proseguire l'attività in condizioni di equilibrio economico-finanziario.

Procedura per richiedere l'autofallimento

Il percorso per richiedere l'autofallimento prevede alcuni passaggi fondamentali:

  1. Consultazione con professionisti specializzati (avvocati e commercialisti esperti in diritto fallimentare) per valutare la situazione
  2. Preparazione della documentazione necessaria, inclusi bilanci, situazione patrimoniale aggiornata, elenco dei creditori e debitori
  3. Redazione del ricorso per la dichiarazione di fallimento, con descrizione dettagliata della situazione di insolvenza
  4. Deposito dell'istanza presso il Tribunale competente per territorio
  5. Udienza di pre-fallimento durante la quale il giudice valuta la sussistenza dei presupposti
  6. Pronuncia della sentenza dichiarativa di fallimento o rigetto dell'istanza

È fondamentale affidarsi a professionisti qualificati per gestire correttamente ogni fase della procedura e massimizzare le possibilità di ottenere l'apertura della procedura fallimentare.

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