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Quanto si guadagna con affitto breve di una casa in base a tasse e costi 2025? Simulazioni ed esempi concreti

Quali sono i guadagni reali che si possono ottenere affittando una casa per brevi periodi nel 2025: i costi e le tasse da considerare

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quanto si guadagna con affitto breve di

Affittare una casa per periodi inferiori a 30 giorni tramite un contratto di affitto breve può rappresentare un'opportunità interessante di guadagno nel 2025, ma comporta anche l’adempimento di obblighi fiscali, gestionali e amministrativi più strutturati rispetto al passato. Questa tipologia di locazione si è diffusa soprattutto nelle città turistiche e nei grandi centri urbani ad alta mobilità, complice la crescita delle piattaforme digitali come Airbnb e Booking che facilitano la connessione tra proprietari e viaggiatori.

Prima di analizzare le potenzialità di guadagno netto con l’affitto breve bisogna conoscere i principali costi da sostenere, gli adempimenti normativi e i vantaggi e svantaggi rispetto alle altre formule di locazione.

Tassazione e costi dell'affitto breve nel 2025

Uno degli aspetti più rilevanti è la questione fiscale. Il 2025 rappresenta un anno di importanti novità, in cui la cedolare secca, opzione fiscale dedicata alle locazioni brevi, è applicabile al 21% sul primo immobile e al 26% sul secondo, terzo e quarto immobile locato a breve termine. In caso di gestione imprenditoriale (più di 4 immobili o presenza di servizi aggiuntivi tipici delle strutture ricettive professionali), diventano obbligatorie la partita IVA e la tassazione ordinaria, che comporta IRPEF e contributi previdenziali.

Da quest’anno il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è obbligatorio per ogni immobile destinato a locazioni brevi, un adempimento che va rispettato per tutte le piattaforme e annunci. Il mancato rispetto di questo obbligo può far incorrere in sanzioni amministrative significative. È inoltre necessario:

  • Comunicare le presenze degli ospiti alle Forze dell’Ordine tramite il portale “Alloggiati Web” entro 48 ore dall’arrivo;
  • Dotare l’immobile di estintori e rilevatori di gas secondo i requisiti normativi;
  • Registrare ogni unità presso la Banca Dati delle Strutture Ricettive.

Per i contratti di durata inferiore ai 30 giorni non sussiste più l’obbligo di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate, ma tutti gli altri adempimenti restano validi.

I costi da sostenere

  • Utenze (luce, gas, acqua, internet): circa 150-250€ al mese;
  • Pulizie professionali: 30-80€ per soggiorno, con incidenza maggiore nei periodi di alta rotazione;
  • Spese condominiali: 50-150€ mensili;
  • Manutenzione ordinaria/straordinaria e assicurazione: incidono per il 5-10% dei ricavi annuali;
  • Commissioni delle piattaforme: dal 5% al 15% del fatturato (Airbnb, Booking, Vrbo);
  • Tassa di soggiorno: da 1 a 5 euro per ospite/notte, da versare al Comune;
  • Property manager: eventuale commissione tra il 20-35% del fatturato per gestione completa.

Guadagno reale, simulazioni ed esempi pratici 2025

I ricavi annuali con l’affitto breve nel 2025 dipendono da posizione dell’immobile, tasso di occupazione, prezzo per notte e costi gestionali. Mediamente, un proprietario può aspettarsi:

  • Milano: guadagno lordo annuo tra 11.500€ e 31.000€, con prezzi medi di 150-180€ a notte in centro e tasso di occupazione attorno al 75-80% nei mesi di alta stagione;
  • Roma: guadagno lordo annuo tra 19.500€ e 39.000€, simili livelli di occupazione ma prezzi leggermente inferiori per i monolocali;
  • Firenze e località turistiche top: 10.000–23.000€ lordi;
  • Città universitarie e zone meno battute: 7.000–13.000€ lordi.

Da questi importi vanno sottratti:

  • cedolare secca (21%-26%);
  • utenze, pulizie, commissioni;
  • altri costi operativi e assicurativi.

Esempio concreto: un appartamento affittato a 150 euro/notte, tasso di occupazione medio annuo del 70% (circa 255 notti), genera un lordo di circa 38.250€. Tolti il 21% di cedolare secca, commissioni e costi fissi (circa il 50% dei ricavi), il proprietario intasca tra il 35% e il 40% del lordo — tra 13.000€ e 15.000€ a seconda delle spese effettive.

Chi gestisce più di due immobili deve considerare aliquote più elevate e costi di organizzazione più complessi. Il margine netto scende ulteriormente se si fa ricorso a un property manager, ma può aumentare la redditività in caso di strategie tariffarie ottimizzate.

Fattori che influenzano davvero il rendimento

  • Posizione: la domanda è alta nei quartieri centrali di grandi città e nelle mete turistiche costanti (es. Roma centro, Milano Isola, Firenze Duomo);
  • Stato e servizi dell’immobile: Wi-Fi veloce, aria condizionata, “smart working ready”, terrazzo, ascensore e parcheggio fanno la differenza nella scelta degli ospiti, così come fotografie professionali e recensioni eccellenti;
  • Strategie di prezzo: l’utilizzo di software di dynamic pricing permette di massimizzare i ricavi adattando le tariffe in base a stagionalità, eventi, domanda e concorrenza. Gli annunci ottimizzati hanno maggiore visibilità sulle piattaforme.

Un immobile ben presentato, con recensioni positive consolidate, raggiunge quote di occupazione elevate anche fuori stagione, mentre proprietà periferiche o trascurate restano spesso vuote nei mesi di bassa domanda.

Quando conviene davvero l'affitto breve?

  • In aree a forte attrazione turistica o business (Roma, Firenze, centri storici e città con alta mobilità di aziende e start-up);
  • In presenza di eventi stagionali o fiere che aumentano la domanda in particolari periodi;
  • Dove non esistono limiti comunali stringenti al numero di pernottamenti l’anno.

Se l’immobile viene gestito come attività non imprenditoriale (fino a 4 unità) e senza servizi aggiuntivi, la cedolare secca resta la soluzione fiscale più conveniente. Con più di quattro immobili o servizi di tipo alberghiero, è obbligatorio il passaggio a partita IVA.

Affitto breve VS affitto a lungo termine: quale conviene nel 2025?

Nelle destinazioni a forte domanda turistica e periodi di alta stagione, il rendimento potenziale dell’affitto breve supera quello tradizionale: un bilocale centrale può arrivare a margini netti del 30-40% annuo sui ricavi lordi, contro il 4-5% tipico degli affitti classici. Tuttavia, la gestione più laboriosa e il rischio di sfitto sono più elevati.

Tipologia Pro Contro
Affitto breve Rendimento elevato
Flessibilità gestionale
Prezzi dinamici
Costi gestione
Burocrazia crescente
Occupazione incerta
Affitto classico Entrate stabili
Poca gestione
Risparmi fiscali su canone concordato
Reddito più basso
Maggior rischio di morosità
Lunga durata vincolante

Domande frequenti e aspetti critici

  • È obbligatorio avere la partita IVA? No, fino a 4 immobili in gestione non imprenditoriale. Dal quinto o se si offrono servizi aggiuntivi, sì;
  • Quali rischi maggiori? Sanzioni per mancato rispetto dei requisiti normativi (CIN, sicurezza, comunicazioni); rischi di danni dagli ospiti e di periodi di sfitto prolungati;
  • Conviene rivolgersi a un property manager? È consigliabile solo se non si ha tempo per una gestione attiva; i costi sono elevati ma possono aumentare l'occupazione e la resa, soprattutto in mercati competitivi.

In sintesi, l’affitto breve può offrire un rendimento interessante ma richiede studio del mercato, ottimizzazione dei processi e aggiornamento costante sulle normative. Le opportunità di guadagno vanno sempre valutate alla luce delle proprie esigenze e della situazione locale, affidandosi a consulenti se necessario e tenendo conto sia del costo opportunità sia degli investimenti iniziali e ricorrenti.

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