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Se intesto la casa ad un figlio che vive in casa deve pagare IMU come seconda abitazione o esente

Si paga Imu su casa intestata a figlio che vive ancora a casa: cosa prevedono norme in vigore e chiarimenti su esenzioni

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Se intesto la casa ad un figlio che vive

Se si acquista una casa e la si intesta a un figlio che ancora vive sotto lo stesso tetto dei genitori, sorgono importanti questioni relative al pagamento dell'Imposta Municipale Unica (IMU)

Per comprendere appieno la situazione fiscale di una proprietà intestata a un figlio convivente con i genitori, è necessario analizzare le attuali disposizioni tributarie e i criteri che determinano l'esenzione o l'obbligo di versamento dell'imposta.

Regole generali IMU 2025

Per il 2025, le norme tributarie stabiliscono che l'IMU deve essere versata per:

  • Seconde case e immobili oltre la prima abitazione
  • Immobili ad uso commerciale (negozi, capannoni, uffici)
  • Terreni non agricoli o non coltivati da specifiche categorie di soggetti
  • Immobili religiosi non utilizzati principalmente per il culto
  • Proprietà intestate ad associazioni ed enti no-profit, se non utilizzate per attività meritevoli
  • Immobili posseduti da cittadini italiani residenti all'estero (AIRE), salvo specifiche condizioni

Sono invece esenti dal pagamento dell'IMU:

  • Prime case adibite ad abitazione principale e relative pertinenze (limitatamente a una pertinenza per ciascuna categoria catastale C/2, C/6 e C/7), ad eccezione di quelle classificate nelle categorie A/1, A/8 e A/9
  • Terreni agricoli posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti alla previdenza agricola
  • Immobili utilizzati da enti non commerciali destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive

Quando si è esenti dal pagamento dell'IMU

La normativa tributaria stabilisce che l'esenzione dal pagamento dell'IMU e della TASI si applica esclusivamente alle prime case adibite ad abitazione principale e relative pertinenze. Questo beneficio fiscale non si estende alle abitazioni classificate nelle categorie catastali considerate di lusso o di pregio (A/1, A/8 e A/9), che rimangono soggette all'imposta anche se utilizzate come residenza principale.

Per essere considerata abitazione principale, l'immobile deve rispettare due requisiti fondamentali:

  • Il proprietario deve avere la residenza anagrafica nell'immobile
  • Il proprietario deve dimorare abitualmente nell'immobile

Entrambe queste condizioni devono verificarsi contemporaneamente affinché si possa beneficiare dell'esenzione IMU. La sola intestazione catastale non è sufficiente per ottenere l'esenzione se non accompagnata dall'effettivo utilizzo dell'immobile come abitazione principale.

Casa intestata a un figlio convivente, regime fiscale applicabile

Nel caso specifico di una casa intestata a un figlio che continua a vivere con i genitori, la situazione fiscale è ben definita dalla normativa in vigore per il 2025. Se il figlio non stabilisce la propria residenza nell'immobile acquisito, continuando a vivere nella casa dei genitori, la proprietà a lui intestata non può essere considerata abitazione principale.

Di conseguenza, l'immobile viene classificato come seconda abitazione e, in quanto tale, è soggetto al pagamento dell'IMU. Questo avviene perché, pur essendo l'unica proprietà intestata al figlio, non rispetta i requisiti necessari per essere considerata abitazione principale, mancando sia la residenza anagrafica che la dimora abituale del proprietario.

L'Agenzia delle Entrate ha chiarito in diverse occasioni che il concetto di abitazione principale è strettamente legato all'effettivo utilizzo dell'immobile da parte del proprietario, non alla mera intestazione formale.

Possibili strategie e rischi connessi

Alcuni contribuenti potrebbero essere tentati di aggirare il sistema trasferendo formalmente la residenza del figlio nell'immobile acquisito, pur mantenendo la sua effettiva dimora presso l'abitazione dei genitori. È fondamentale sottolineare che questa pratica comporta significativi rischi legali e fiscali.

Se il figlio trasferisce la propria residenza nella nuova casa, ma continua a vivere con i genitori, si configura una situazione di residenza fittizia che può essere contestata durante controlli fiscali. Le autorità competenti possono verificare l'effettiva dimora attraverso vari elementi probatori:

  • Consumi di utenze domestiche (acqua, luce, gas)
  • Contratti di telefonia e internet
  • Testimonianze di vicini
  • Verifiche dirette da parte della polizia municipale

In caso di accertamento di residenza fittizia, il contribuente rischia sanzioni amministrative e recupero dell'imposta evasa maggiorata di interessi, oltre a possibili conseguenze penali nei casi più gravi di evasione fiscale.

Implicazioni pratiche per famiglie e pianificazione patrimoniale

L'intestazione di un immobile a un figlio che ancora vive con i genitori rappresenta una strategia di pianificazione patrimoniale adottata da molte famiglie, ma è importante considerarne tutte le implicazioni fiscali. Dal punto di vista dell'IMU, tale operazione non consente di beneficiare dell'esenzione prevista per l'abitazione principale se il figlio non vi stabilisce effettivamente la propria residenza e dimora.

Per le famiglie che intendono procedere con questo tipo di operazione, è consigliabile valutare attentamente:

  • Il carico fiscale complessivo, considerando che l'aliquota IMU per le seconde case è generalmente più elevata rispetto a quella applicata alle abitazioni principali non esenti
  • Le agevolazioni fiscali alternative disponibili, come quelle previste per immobili concessi in comodato gratuito a parenti in linea retta (che possono godere in alcuni casi di una riduzione del 50% della base imponibile)
  • Le conseguenze a lungo termine della pianificazione patrimoniale, incluse le implicazioni in termini di successione e donazione

È inoltre opportuno ricordare che, per il 2025, alcuni comuni potrebbero deliberare aliquote specifiche o agevolazioni particolari per determinate categorie di immobili, rendendo necessaria la consultazione delle delibere comunali prima di prendere decisioni definitive.

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