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Se sono indebitato e ricevo soldi da un'eredità come posso non darli ai creditori e difendermi

Quali sono i casi in cui i creditori possono rifarsi su una eredità ricevuta e le soluzioni per l’indebitato di evitare l’aggressione dei beni

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Se sono indebitato e ricevo soldi da un'

In Italia, il tema della protezione dell'eredità rispetto alle eventuali esposizioni debitorie degli eredi è particolarmente sentito, soprattutto quando ci si chiede se è possibile evitare che un patrimonio o una somma ricevuta in successione finisca nelle mani dei creditori. Se ho debiti e ricevo eredità come posso non darla ai creditori è una domanda frequente tra chi si trova a dover pianificare la propria posizione patrimoniale in vista di una possibile eredità.

Cosa succede quando l'erede ha debiti: rischi e azioni dei creditori

L'art. 2740 del Codice Civile stabilisce che il debitore risponde delle proprie obbligazioni con tutti i beni presenti e futuri, inclusi quelli acquisiti tramite successione. Pertanto, nel caso in cui una persona che riceve un'eredità abbia già dei debiti, i creditori possono agire sulla quota ereditaria, anche prima che avvenga la divisione fra coeredi. Ciò può comportare il pignoramento della parte ereditata e la sua eventuale vendita coattiva per soddisfare i creditori. Le conseguenze coinvolgono anche gli altri coeredi, i quali potrebbero subire ritardi nella divisione o riduzioni di valore del patrimonio ereditario dovuti a procedure esecutive.

I soggetti gravati da debiti personali possono valutare due soluzioni principali: rinuncia all'eredità e beneficio d'inventario. Come funzionano e limiti

Vi sono due sistemi per non far andare l'eredità ricevuta ai propri creditori:

  • Rinuncia all'eredità: l'erede rifiuta formalmente di acquisire il patrimonio ereditario. Tuttavia, secondo art. 524 Codice Civile, i creditori dell'erede rinunciante possono agire in surroga, accettando l'eredità in luogo del debitore per tutelare le proprie ragioni.
  • Accettazione con beneficio d'inventario: questa opzione consente di tenere separati il patrimonio ereditario da quello personale e limita la responsabilità ai soli beni ricevuti in eredità. L'erede non potrà essere chiamato a rispondere con i propri beni per debiti ereditari eccedenti il valore dell'attivo.

Quest'ultima scelta deve essere esercitata tramite apposita dichiarazione di un notaio (su tutto il territorio dello Stato) o di un cancelliere del Tribunale dove si è aperta la successione.

In questo caso l’interessato deve presentarsi presso la cancelleria, previo appuntamento, e presentando i seguenti documenti:

  • il certificato di morte (in carta libera);
  • il certificato ove risulta l’ultima residenza o domicilio del defunto;
  • il documento di identità valido e codice fiscale del rinunciante;
  • il codice fiscale del defunto;
  • la copia autentica dell'eventuale testamento registrato;
  • la copia autentica dell'autorizzazione del Giudice tutelare, se tra i rinuncianti vi sono dei minorenni, persone dichiarate interdette o inabilitate.

La dichiarazione di accettazione con il beneficio d’inventario deve essere preceduta o seguita dall’inventario, che è sempre necessario per accertare la consistenza dell’eredità, per cui l’interessato deve presentare apposita istanza al Tribunale, che provvede poi con apposito decreto di designazione del pubblico ufficiale.

Precisiamo, infine, che l’inventario deve essere fatto entro i tre mesi dall’apertura della successione (sa meno che non vi siano proroghe), altrimenti decade dal beneficio.

Va ricordato che alcuni comportamenti possono configurare un'accettazione tacita, con conseguente assunzione di responsabilità illimitata.

Quali strumenti legali per difendere l'eredità: divisione, vendita e azioni speciali

Esistono alcuni strumenti giuridici che consentono di limitare le conseguenze negative della presenza di un erede indebitato:

  • Divisione ereditaria tempestiva: separare quanto prima la quota del soggetto in difficoltà consente di circoscrivere i rischi al solo pignoramento della sua parte.
  • Divisione giudiziale: in caso di disaccordo tra coeredi, la divisione può essere richiesta in tribunale; durante questa procedura, le azioni dei creditori vengono sospese, congelando il patrimonio fino a nuova disposizione.
  • Vendita della quota indivisa: la parte spettante all'erede debitore può essere alienata, consentendo talvolta agli altri di esercitare il diritto di prelazione.
  • Vendita globalizzata dei beni ereditari: opzione spesso complessa, ma utile in caso di immobili o terreni difficilmente divisibili.

Ognuna di queste strategie presenta vantaggi e limiti da valutare in base alla situazione specifica e alla natura dei beni.

Quando la legge consente di non pagare: debiti non trasmissibili e responsabilità pro quota

Non tutti i debiti devono essere soddisfatti dagli eredi:

  • Sanzioni amministrative e penali, multe e alcune sanzioni tributarie si estinguono al decesso del debitore.
  • Debiti condonati o prescritti: se il credito è già estinto o prescritto al momento dell'apertura della successione, non può essere richiesto agli eredi.
  • Responsabilità pro quota: di norma ciascun coerede è chiamato a pagare solo in proporzione della propria quota, tranne alcuni casi specifici (ad esempio per debiti fiscali, responsabilità solidale). 

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