Se l’inquilino paga in ritardo di qualche giorno la rata mensile dell’affitto non accade assolutamente nulla, ma se supera i 20 giorni di ritardo, e più. Il proprietario lo contatta per il pagamento e se non dovesse regolarizzare il pagamento, allora si avvia la procedura che porta allo sfratto esecutivo per morosità per cui servono, però, mesi.
Lo sfratto da una casa in affitto è una procedura legale che permette al proprietario di un immobile di richiedere l'allontanamento del conduttore che non ha adempiuto ai propri obblighi contrattuali, come il pagamento del canone di locazione. In questo articolo, vedremo cosa fare in caso di sfratto per morosità e come difendersi.
Lo sfratto da una casa in affitto può dipendere da diverse ragioni, tra cui:
Il primo passo da compiere è verificare la regolarità della procedura di sfratto. In caso di irregolarità o mancanza di preavviso da parte del locatore, si può richiedere assistenza legale per contestare il provvedimento. È importante sapere che la legge tutela il conduttore e prevede tempi e modalità specifiche per gli sfratti. È importante valutare tutte le opzioni disponibili e l'assistenza legale può rivelarsi indispensabile in questi casi.
Se si é oggetto di una procedura di sfratto da casa in affitto per morosità, é possibile:
La legge stabilisce che tra il giorno della notificazione dell’atto e il giorno dell’udienza devono intercorrere 20 giorni liberi. All'udienza possono verificarsi 4 scenari:
Il proprietario (tramite il suo avvocato) non si presenta: in questo caso, il procedimento si conclude. Questo può accadere, ad esempio, se le parti raggiungono un accordo dopo la notifica dell’atto e prima dell’udienza.
L’inquilino non si presenta all’udienza, o si presenta ma non contesta né richiede il cosiddetto "termine di grazia": il giudice procede alla convalida dello sfratto. Questo ordina la cessazione del contratto di locazione e dà all’inquilino un mese per lasciare l’immobile.
L’inquilino si presenta all'udienza e, se l’abitazione è destinata a residenza, può richiedere il "termine di grazia" di 90 giorni per saldare i debiti in sospeso, come previsto dall'art. 55 della Legge 392/1978.
Il giudice generalmente concede questi 90 giorni e stabilisce un'ulteriore udienza al termine di questo periodo per verificare il pagamento del debito, degli interessi e delle spese legali, secondo quanto determinato dal giudice stesso.
Se lo sfratto viene convalidato, viene concesso all'inquilino un margine di tempo per rilasciare l'immobile. Se ciò non avviene nelle tempostiche prestabilite, verrà avviata l’azione esecutiva per ottenere il rilascio forzoso dell’alloggio. La presenza di minori, persone anziane o con disabilità nel nucleo familiare o la necessità di intervento della forza pubblica possono complicare ulteriormente le procedure di sfratto.