Quali detrazioni si possono ottenere se si vogliono fare lavori in casa per poi affittarla: agevolazioni disponibili, percentuali e regole
Le agevolazioni fiscali rappresentano uno dei principali strumenti attraverso cui il legislatore sostiene sia i proprietari sia chi risiede in immobili concessi in locazione. In particolare, il panorama delle detrazioni casa da mettere in affitto è stato oggetto di continui aggiornamenti normativi che mirano a incentivare regolarità, efficienza e sicurezza del patrimonio abitativo nazionale.
Negli ultimi anni, le politiche fiscali hanno introdotto diverse misure finalizzate alla riduzione della pressione tributaria, riconoscendo vantaggi concreti a chi investe sulla valorizzazione di edifici destinati alla locazione. Dall’altro lato, vengono previsti specifici criteri per distinguere le tipologie di immobili e di contratti interessati dalle detrazioni.
Coloro che scelgono di effettuare lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria su un immobile da destinare all’affitto possono usufruire di diverse agevolazioni fiscali. Le detrazioni per una casa da mettere in affitto incidono direttamente sull’IRPEF del proprietario, offrendo un rimborso delle spese sostenute secondo percentuali e condizioni stabilite dalla normativa vigente.
La distinzione, fondamentale ai fini della fruizione del beneficio, riguarda l’uso dell’immobile: le "altre abitazioni" (seconda casa, case da affittare) rientrano in un regime agevolativo diverso rispetto all’abitazione principale.
La legge prevede, per le spese di ristrutturazione edilizia sostenute dal 1° gennaio 2025, una detrazione pari al 36% sull’importo massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare che non sia destinata ad abitazione principale, con rimborso suddiviso in dieci quote annuali di pari importo. Il beneficio si applica a lavori come:
Il trattamento fiscale degli immobili varia sensibilmente in funzione della destinazione d’uso. Una distinzione essenziale riguarda le detrazioni riconosciute agli interventi sulle abitazioni principali rispetto agli edifici destinati alla locazione.
Per la prima casa, la normativa premia maggiormente chi sostiene lavori di riqualificazione, riconoscendo percentuali di detrazione più elevate (fino al 50% delle spese ammesse per specifici periodi), mentre per le altre abitazioni, tra cui quelle che verranno affittate, il beneficio è ridotto nei limiti previsti dalla legge.
Un quadro riassuntivo delle principali differenze:
Tipologia di immobile | Percentuale Detrazione | Massimale spesa |
Abitazione principale | Fino al 50% | 96.000 € |
Immobili da affittare / altre abitazioni | Dal 36% (dal 2025) al 30% (dal 2026) | 96.000 € |
Inoltre, mentre le detrazioni per la prima casa sono rivolte prevalentemente a chi utilizza l’immobile come residenza abituale e vi sposta la propria residenza anagrafica, per le "altre abitazioni", come quelle da mettere a reddito tramite l'affitto, l’accesso ai benefici dipende dal rispetto di specifici requisiti e vincoli temporali.
La normativa individua precise soglie e procedure per l’ottenimento delle detrazioni fiscali legate alle ristrutturazioni di immobili destinati alla locazione. Analizzando i principali parametri per la fruizione dei benefici connessi alla parola chiave detrazioni casa da mettere in affitto, occorre considerare:
L’iter burocratico si completa con la comunicazione all’Agenzia delle Entrate tramite la dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi PF), la compilazione del quadro E (o RP nel modello PF) e la conservazione di tutte le fatture, ricevute e documentazione tecnica legata ai lavori e ai pagamenti.
Oltre alle ristrutturazioni generiche, sono previste specifiche detrazioni e bonus edilizi per opere volte a migliorare la sostenibilità energetica e la sicurezza. Il cosiddetto Ecobonus consente di beneficiare di detrazioni anche per i lavori effettuati su case da mettere in affitto, pur con aliquote e regole differenti rispetto agli interventi sulle abitazioni principali.
Tra le spese ammesse alle agevolazioni rientrano: