Secondo le regole in vigore, quando scade un contratto a chiamata si ha diritto ad avere la Naspi per la disoccupazione nel 2024. Se, infatti, il datore di lavoro non trasforma il contratto a chiamata in contratto a tempo determinato o indeterminato, il lavoratore resta, di fatto, involontariamente disoccupato, e può richiedere l'indennità all'Inps.
Si ha diritto alla Naspi quando scade un contratto a chiamata? Il contratto di lavoro a chiamata (o intermittente) è una tipologia di contratto flessibile che permette ai datori di lavoro di contattare nuovi lavoratori nel caso di particolari esigenze lavorative, da assumere in maniera discontinua e saltuaria.
Questa tipologia di contratto può essere stipulato solo per specifiche categorie di persone che sono coloro che hanno compiuto almeno 55 anni di età, anche se pensionati, e coloro che non hanno ancora compiuto 24 anni. Vediamo di seguito se lavorare con contratto a chiamata dà diritto alla Naspi nel 2024.
Secondo le regole in vigore, quando scade un contratto di lavoro a chiamata si ha diritto ad avere la Naspi per la disoccupazione nel 2024.
Se, infatti, il datore di lavoro non trasforma il contratto a chiamata in contratto a tempo determinato o indeterminato, il lavoratore resta, di fatto, involontariamente disoccupato, per cui può fare domanda di Naspi.
Per averne diritto, biosgna però soddisfare altre condizioni.
Oltre allo stato di disoccupazione involontario, i requisiti richiesti per avere la Naspi sono anche di aver maturato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione e di aver svolto almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi precedenti.
Per ricevere l’indennità bisogna sempre presentare l’apposita domanda all’Inps, in via telematica, insieme a tutta la documentazione necessaria relativa al rapporto di lavoro.
Per calcolare l’importo della Naspi 2024 che si può percepire dopo aver lavorato con un contratto a chiamata, si deve considerare, come per legge previsto, la retribuzione media mensile del lavoratore e si deve poi dividere la retribuzione lorda totale nei quattro anni di riferimento per il numero di settimane contributive valide ai fini del calcolo dell’indennità.
Per quanto riguarda la durata, la Naspi, per legge, viene riconosciuta per un numero di settimane pari alla metà di quelle per cui sono stati versati contributi nei 4 anni precedenti il termine del rapporto di lavoro.
La sua durata complessiva è di 24 mesi. Seguendo tali regole, la durata della Naspi resta la stessa anche dopo la conclusione di un rapporto di lavoro con contratto a chiamata.