Le leggi in vigore non permettono ai datori di lavoro di controllare i dipendenti durante la pausa bagno né tantomeno possono negar loro di andarci. Anche il tribunale di Lanciano ha recentemente ribadito che la pausa bagno è un diritto previsto dalla legge e che il datore di lavoro deve rispettare la privacy dei dipendenti.
Posso andare in bagno quando voglio quando sono a lavoro? Le leggi in vigore relative alle pause durante l’orario ordinario sono piuttosto chiare, a prescindere dal contratto nazionale Ccnl di assunzione, e stabiliscono tempi e modalità per usufruirne.
Le leggi in vigore non permettono ai datori di lavoro di controllare i dipendenti durante la pausa bagno né tantomeno possono negar loro di andarci.
Anche il tribunale di Lanciano con la sentenza n. 111/19 del 23 settembre 2019 ha ribadito che la pausa bagno è un diritto previsto dalla legge e che il datore di lavoro deve rispettare la privacy dei dipendenti, altrimenti lede la dignità del lavoratore.
Ciò significa che, per esempio, le telecamere non possono essere installate in luoghi riservati, proprio come i bagni, o anche le docce.
E', inoltre, vietato l'uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell'attività dei lavoratori.
I giudici hanno, infatti, spiegato che l’azienda ha l’obbligo nonché il dovere di tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori, anche quindi con riferimento ai bisogni impellenti.
E hanno sottolineato che non importa quante volte si va in bagno se ognuna è dettata da una effettiva necessità.
Per ogni pausa a lavoro, però, i dipendenti devono rispettare il tempo stabilito dalla legge.
Secondo le leggi vigenti, i lavoratori hanno il diritto a usufruire di 10 minuti di pausa ogni sei ore consecutive di turno che può essere usata per qualsiasi scopo, per prendere un caffè, o per una sigaretta, per andare in bagno, o consumare un piccolo pasto.
Per chi lavora ai videoterminali per almeno 20 ore medie settimanali, la pausa prevista è di 15 minuti ogni 2 ore di turno.